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HARRISON, Frederic

di Anna Maria Ratti - Enciclopedia Italiana (1933)
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HARRISON, Frederic

Anna Maria Ratti

Poligrafo inglese, nato a Oxford il 18 ottobre 1831, morto a Bath il 14 gennaio 1923. Compiuti gli studî a Oxford, iniziò la professione forense nel 1858 e trattò soprattutto cause di equità. Fu segretario, dal 1869 al 1870, della commissione reale per la codificazione del diritto e professore di giurisprudenza e di diritto internazionale, dal 1877 al 1889.

Convinto sostenitore delle teorie di Augusto Comte, dedicò la miglior parte delle sue energie alla loro diffusione: fu uno dei fondatori e principali collaboratori della Positivist Review e, dal 1880 al 1905, presidente del comitato positivista inglese. Soprattutto ebbe mentalità sociologica e a questa si deve ricondurre anche l'attività che egli svolse in gioventù, come studioso e come membro (1867-69) della Royal Commission on Trade Union, in favore delle classi lavoratrici, e che permette di considerarlo come l'ispiratore del diritto delle Trade Unions attuato dal 1868 al 1906. Si astenne tuttavia dalla vita pubblica e si ritirò ancor giovine dalla pratica forense.

Opere principali: O. Cromwell (1888); Meaning of history (1894); Early Victorian literatur (1896); Introductions to Comte's positive philosophy (1896); Carlyle's essays (1903); Life of Ruskin (1902); Bacon's essays (1905); National and social problems (1908); Realities and ideals (1908); The positive evolution of religion (1912); a 80 anni pubblicò i suoi Memoirs (voll. 2,1911) e nel 1923 uscì postumo il De Senectute, in cui l'H. riafferma il suo costante attaccamento alle teorie del Comte.

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