Wiseman, Frederic
Wiseman, Frederic. – Regista statunitense (n. Boston 1930). Considerato sin dagli anni Sessanta del Novecento un punto di riferimento nel nuovo cinema documentario, ha seguito un percorso coerente e indipendente lavorando sempre per la televisione pubblica PBS o con la sua casa di produzione Zipporah Films, di cui è presidente dal 1971. Una ricerca interna che lo ha portato a esplorare le forme della vita sociale organizzata, filmando i luoghi delle istituzioni (scuole, prigioni, manicomi, uffici di polizia o di collocamento, basi militari, centri d’addestramento), ma anche spazi pubblici o al di fuori delle istituzioni (parchi, palestre, locali di ballo). Ciò che ha caratterizzato il lavoro di W. è stata soprattutto l’attenzione alla forma attraverso cui il cinema poteva essere in grado di mostrare i rapporti tra i corpi e le istituzioni, di esplorare cioè come le regole e i discorsi del potere e della società fossero in grado di condizionare le risposte individuali, mediante la messa in immagine di parole e gesti. W. ha costruito una vera e propria teoria e pratica del documentario, non solo attraverso i suoi film, ma anche attraverso una continua e ininterrotta attività di conferenziere e insegnante, nel corso della quale si è confrontato con realtà molto diverse, continuando così a essere un punto di riferimento ineludibile per le varie generazioni di cineasti succedutesi dagli anni Settanta. Nei lavori successivi al 2000, W. sembra voler attraversare forme e luoghi della vita sociale legati al divertimento e allo spettacolo, come il Madison Square Garden di New York (The Garden, 2005), il Balletto dell’Opera di Parigi (La danse, 2009) e il tempio dell’erotismo francese (Crazy Horse, 2011). Accanto al tema del corpo esposto e messo in scena nello spettacolo, W. lavora anche sul rapporto tra pubblico e privato – per es. in Domestic violence (2001) e Domestic violence 2 (2002) – o sulle forme della messa in scena della tragedia privata, come nel film-limite tra documentario e finzione la Dernière lettre (2002).