ANTAL, Frederick
Storico dell'arte inglese d'origine ungherese, nato a Budapest il 21 dicembre 1887, morto a Londra il 4 aprile 1954. Con A. Hauser, suo conterraneo e coetaneo, A. è stato il maggiore rappresentante della storia sociale dell'arte d'impostazione marxista. Allievo dapprima di H. Wölfflin a Berlino e poi di M. Dvořák a Vienna, con il quale si laureò discutendo una tesi sul classicismo, romanticismo e realismo nella pittura francese dal 1750 fino a Géricault, a Budapest entrò in contatto con il fertile ambiente culturale sorto attorno a G. Lukács. Nel 1922 si trasferì da Budapest a Berlino da dove, dopo l'avvento del nazismo al potere, emigrò a Londra.
Nei suoi primi studi si rileva, da una parte, l'impronta dell'insegnamento formalista di Wölfflin, e dall'altra, quella, più marcata, della concezione dvořákiana della storia dell'arte come Geistesgeschichte. Pur incentrando le sue successive ricerche sui rapporti tra arte e società, A. evita di far ricorso alla terminologia marxista: egli è soprattutto interessato a spiegare le forme artistiche come prodotto ed espressione di determinati rapporti sociali e tende a collegare le singole correnti artistiche con gli interessi, le idee e le aspirazioni delle classi e dei gruppi sociali di uno specifico momento storico. L'opera principale di A., l'unica pubblicata in vita, è Florentine painting and its social background (1948; trad. it., 1960). Postumi uscirono: Fuseli studies (1956; trad. it., 1971); Hogarth and his place in European art (1962; trad. it., 1964) e Classicism and Romanticism (1966; trad. it., 1975), una raccolta di saggi pubblicati precedentemente su varie riviste. I suoi scritti ebbero una larga diffusione per più di due decenni, quando l'interesse per l'interpretazione sociologica dell'arte in chiave marxista era al suo apogeo, mentre suscitarono maggiori riserve nell'ambito della critica specialistica (cfr. le recensioni del Florentine painting and its social background da parte di Th. E. Mommsen, in Journal of the history of ideas, 11 (1950), pp. 369-79, e di M. Meiss, in Art bulletin, 31 (1949), pp. 143-50).