Hollander, Frederick (forma anglicizzata di Hollaender, friedrich)
Compositore tedesco, nato a Londra il 18 ottobre 1896 e morto a Monaco di Baviera il 18 gennaio 1976. Figlio d'arte, si impose negli anni Venti come autore di canzoni e musiche per i cabaret e le riviste berlinesi, prima di conquistare il grande successo nel cinema. Legò il suo nome soprattutto alle canzoni che scrisse per Marlene Dietrich e agli interventi di sapore nostalgico-brillante che realizzò negli Stati Uniti per i film di Ernst Lubitsch. Sebbene buona parte della sua carriera si sia svolta a Hollywood, rimase sempre profondamente legato alla cultura musicale mitteleuropea in cui si era formato. Nel corso della sua attività ricevette quattro nominations all'Oscar.
Crebbe e si formò musicalmente a Berlino, dove il padre Victor, già affermatosi come compositore di operette, fu chiamato nel 1897 a ricoprire il ruolo di vicedirettore del conservatorio Stern. Prese lezioni di pianoforte fin da piccolo e pubblicò le sue prime canzoni nel 1913, mentre studiava con E. Humperdinck. A partire dagli anni Venti compose musiche di scena per alcuni lavori di Max Reinhardt, riviste e canzoni per gli spettacoli di cabaret, tra cui quelli rappresentati nel teatro Tingel-Tangel, da lui fondato nel 1931. Esordì nel cinema con la colonna sonora di Kreuzzug des Weibes (1926) di Martin Berger, ma si fece conoscere in tutto il mondo qualche anno dopo, con la canzone con la quale entra in scena Marlene Dietrich in Der blaue Engel (1930; L'angelo azzurro) di Josef von Sternberg, Ich bin von Kopf bis Fuss auf Liebe eingestellt…. Il personaggio della sciantosa che provoca la rovina di un sussiegoso insegnante rimase inestricabilmente legato a questo motivo e divenne famosa anche l'altra canzone del film, Lola-Lola, eseguita in maniera altrettanto sfrontata dalla Dietrich, sebbene fosse interessante l'intero commento musicale, che ospita fra l'altro accenni al mozartiano Il flauto magico. H. si conquistò così la fiducia della Dietrich, che lo avrebbe voluto di nuovo al suo fianco per le canzoni dei suoi film hollywoodiani. Ma prima di partire per gli Stati Uniti, nel 1934, per sfuggire al nazismo, il musicista commentò altri film tedeschi, fra cui Der Mann, der seinen Mörder sucht (1930) e Stürme der Leidenschaft (1932; Tempeste di passione), entrambi di Robert Siodmak ‒ altro artista che H. avrebbe ritrovato negli Stati Uniti ‒ e Ich und die Kaiserin (1933), da lui stesso diretto, in doppia versione, tedesca e francese.A Hollywood H. americanizzò il suo nome e si inserì perfettamente nel nuovo ambiente. Scritturato dalla Paramount, compose numerose canzoni e partiture, soprattutto per commedie, ottenendo i risultati migliori nei film di Ernst Lubitsch, che trasportavano nel cinema statunitense il gusto e la leggiadria dell'operetta europea; dopo Desire (1936; Desiderio), film diretto da Frank Borzage e prodotto da Lubitsch, con il regista berlinese H. collaborò in Angel (1937; Angelo) e That lady in ermine (1948; La signora in ermellino). Lavorò spesso anche per George Cukor, firmando tra l'altro le partiture di Zaza (1939), Born yesterday (1951; Nata ieri), It should happen to you (1954; La ragazza del secolo). Ancora nel campo della commedia giova citare i commenti musicali di 100 men and a girl (1937; Cento uomini e una ragazza) di Henry Koster, Midnight (1939; La signora di mezzanotte) di Mitchell Leisen, Here comes Mr. Jordan (1941; L'inafferrabile signor Jordan) di Alexander Hall, The man who came to dinner (1942; Il signore resta a pranzo) di William Keighley, Affairs of Susan (1945; Gli amori di Susanna) di William A. Seiter, e, infine, Darling, how could you! (1951; La mia donna è un angelo) ancora di Leisen, che include la Ninnananna di J. Brahms.Fornì contributi notevoli anche nel musical, come nel caso di Anything goes (1936) di Lewis Milestone, There's magic in music, noto anche come The hard-boiled canary (1941; Magia della musica) di Andrew L. Stone, The time, the place and the girl (1946; L'ora, il luogo e la ragazza) di David Butler, The 5,000 fingers of Dr. T (1953; Le cinquemila dita del dottor T) di Roy Rowland, una commedia musicale surreale basata sul sogno fatto da un ragazzino alle prese con noiosissime lezioni di pianoforte (nel sogno vede cinquecento ragazzi suonare un piano gigantesco fatto di cinquemila tasti). H. fu attivo comunque anche per altri generi cinematografici, nei quali non rinunciò di regola a inserire quelle canzoni di cui era specialista. A parte la Dietrich, che lo volle in Song of songs (1933; Il cantico dei cantici) di Rouben Mamoulian e in Seven sinners (1940; La taverna dei sette peccati) di Tay Garnett ‒ film che contiene una delle più belle canzoni di questo musicista, I've been in love before ‒ lo prediligevano registi di estrazione europea, specialmente quando volevano creare un'atmosfera da 'vecchio continente'. Billy Wilder, con cui H. aveva già collaborato in Champagne Waltz (1937; Valzer champagne) di Edward Sutherland, gli affidò la colonna sonora di A foreign affair (1948; Scandalo internazionale), in cui spiccano tre belle canzoni eseguite dalla Dietrich in un tabarin berlinese, e quella sentimentale e maliziosa di Sabrina (1954), che fa ricorso a un repertorio di stampo leggero. Altre ambientazioni berlinesi, per le quali il cinema statunitense si affidò a H., si trovano in Berlin express (1948; Il treno ferma a Berlino) di Jacques Tourneur e in The devil makes three (1952; I lupi mannari) di Andrew Marton, fosco dramma sul neonazismo in cui un brano ha la funzione di connotare un ambiente e un'epoca. Per il viennese Fritz Lang H. scrisse la canzone omonima di You and me (1938), film che si avvale anche di una canzone di Kurt Weill. Tra gli altri registi di origine europea che ricorsero alla musica di H. occorre ricordare Wilhelm Thiele, George Archainbaud, Michael Curtiz, Robert Stevenson, Curtis Bernhardt. Nel 1955 H., ritornato in Germania, si ritirò a vita privata anche se partecipò, sia pure indirettamente, alla riedizione americana di Der blaue Engel, diretta da Edward Dmytryk (The blue angel, 1959, L'angelo azzurro). Tra i meriti di H. c'è anche quello di aver introdotto nel cinema un musicista di sicuro talento come Franz Wachsmann (poi a sua volta emigrato in America, dove cambiò nome in Waxman). Nel 1965 aveva pubblicato il libro autobiografico Von Kopf bis Fuss.
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