SANGER, Frederick
(App. III, II, p. 657)
Biochimico britannico. Dopo aver ricevuto il premio Nobel per la chimica nel 1958 per le ricerche sulla struttura dell'insulina, ne ha ottenuto un secondo nel 1980, insieme a P. Berg e W. Gilbert, per i determinanti studi che hanno consentito di stabilire la sequenza degli acidi nucleici nella struttura del DNA. Dal 1968 ha operato nel laboratorio di Biologia molecolare del Medical Research Council a Cambridge.
S. è riuscito a stabilire l'esatta sequenza dei nucleotidi del DNA da cui è costituito il gene − problema dimostratosi più complesso di quello già da lui affrontato nella determinazione della struttura dell'insulina − grazie alla messa a punto di diverse tecniche che hanno reso possibile superare i numerosi problemi presentatisi nel corso della ricerca. Ha fatto ricorso alla frammentazione del DNA con enzimi specifici (enzimi di restrizione) e alla riproduzione dei frammenti mediante sintesi in vitro, utilizzando reazioni enzimatiche che portano all'interruzione delle reazioni di copiatura delle sequenze ignote mediante incorporazione di didesossinucleotidi (che, sprovvisti del gruppo -OH in posizione 3′, fungono da terminatori della reazione di copiatura), e impiegando sistemi di riconoscimento dei frammenti marcati con fosforo radioattivo. Controllando le reazioni di degradazione e di copiatura delle sequenzein modo da avere una rappresentazione dei frammenti del tratto di DNA in esame, ha ottenuto, per i vari tratti di lunghezza crescente, miscele di frammenti che differiscono in lunghezza per un solo nucleotide, separabili per elettroforesi. Poiché sono noti i tipi di reazioni usate per produrre i frammenti e questi sono marcati a un'estremità, l'analisi del profilo elettroforetico fornisce direttamente la struttura primaria del segmento in esame. Dall'individuazione di tratti sempre più lunghi si arriva alla sequenza dei nucleotidi del DNA. Il sistema seguito da S. si è dimostrato efficace, abbastanza rapido, di applicabilità generale, e consente anche di risolvere la struttura di un gene mutato con possibilità d'interpretazione e d'intervento nelle malattie ereditarie dovute a mutazioni genetiche.