TAYLOR, Frederick Winslow
Nato a Germantown (Pennsylvania) il 20 marzo 1856 e morto a Filadelfia il 3 marzo 1915, è noto come l'iniziatore dell'organizzazione scientifica del lavoro. Di agiata famiglia borghese, costretto da una malattia d'occhi a interrompere gli studi da avvocato, entrò come apprendista in una piccola officina meccanica di Filadelfia dove rimase quattro anni impratichendosi di tutti i rami del mestiere. Nel 1878 entrò quindi alla Midvale Steel Co., dove divenne ben presto capomastro e, vincendo la resistenza degli operai, riuscì in tre anni a far raddoppiare il rendimento delle macchine. Fu in questo periodo che cominciò a studiare per determinare esattamente il prodotto di una giornata di lavoro e iniziò la sua lunga serie di accurati esperimenti nel campo della tecnica meccanica e in quello dell'organizzazione del lavoro. Nel 1890, già ingegnere capo, lasciò la Midvale per la Manufacturing Investment Co., dove però rimase poco tempo per l'ostilità degli uomini di finanza. Un'altra importante esperienza industriale fece quindi alla Bethlehem Steel Co. che, grazie ai suoi consigli, divenne uno dei maggiori centri della metallurgia americana (fu qui che fece la sua celebre scoperta degli acciai da taglio rapido); la società si fuse con altre e il T. fu bruscamente congedato nel 1901. Decise allora di dare consigli gratis (si era ormai fatta una fortuna giocando in borsa e praticando la cartellizzazione) e questo fece scrupolosamente in America e in Europa fino alla morte, sempre più allargando il campo d'applicazione delle sue teorie.
Le esperienze del T., permettendo di realizzare un aumento nel rendimento della produzione, rispondevano in pieno alle necessità di un'epoca contrassegnata dallo sviluppo della grande industria e, dal punto di vista tecnico, il loro successo è indiscutibile. Dall'analisi del funzionamento delle macchine egli passò però ben presto a quella del lavoro umano e si propose di "razionalizzarlo", eliminando i movimenti inutili e le dispersioni di tempo, ma trascurandone completamente il lato fisiologico e psicologico. In questa disumanizzazione del lavoro e nella netta distinzione tra lo studio scientifico dei processi tecnici da parte di specialisti, e l'automatica rigorosa esecuzione da parte degli operai, sta il fondamentale errore del taylorismo.
Esso prescinde inoltre dalla realtà economica e sociale, mirando unicamente all'aumento della produzione senza neppure porsi il problema della distribuzione e del consumo. Convinto che la lotta di classe fosse un elemento accidentale del sistema capitalistico (da lui accettato senza discussione o revisione alcuna) e che la sostituzione di un metodo scientifico all'empiria, fino allora dominante nella produzione, fosse l'unica e la migliore via (the one best way) per realizzare la prosperità, sostenne sempre che l'applicazione delle sue dottrine avrebbe cancellato le ragioni di discordia e assicurato il benessere degli operai. Grande fu però la resistenza opposta dai lavoratori ai cottimi stabiliti da T. (nonostante che egli cercasse di renderli accettabili accompagnandoli con varie forme di premî) e forte fu soprattutto l'opposizione dei sindacati operai, che nell'individualizzazione dell'operaio vedevano uno strumento per spezzare la base collettiva delle rivendicazioni di classe.
Le opere più importanti del T. sono: Shop Management, New York 1911, e The principles of scientific management, ivi 1911, trad. franc., Parigi 1920, trad. it., Roma 1920.
V. anche lavoro: Organizzazione scientifica del lavoro.
Nel campo tecnico, la sua più importante applicazione riguarda, come abbiamo già detto, gli acciai da taglio rapido chiamati più semplicemente acciai rapidi. Prima di questa invenzione gli acciai degli utensili da taglio non sopportavano temperature superiori ai 350°. Il T. riuscì a trovare per essi una composizione tale (carbone 0,7; tungsteno 18; cromo 6: vanadio 0,3; manganese, silicio, fosforo e zolfo non più del 0,05%) da poter lavorare a temperature fino a 600°. In tal modo gli utensili da taglio possono sopportare velocità due o tre volte superiori, aumentando così il rendimento della macchina. Questi acciai, apparsi all'esposizione di Vincennes nel 1900, ebbero un grande successo e in pochi anni il loro uso divenne generale.
Altro suo merito è di avere fissato in modo preciso, dopo 25 anni di studî ininterrotti, le regole che presiedono alla lavorazione dei metalli. Tali regole furono dettate dallo scopo di ricavare dalla lavorazione dei metalli con le macchine utensili il massimo utile con la minor spesa, ciò dipendendo da diversi fattori, come la velocità dell'utensile, lo spessore, la profondità e l'avanzamento del taglio, la composizione chimica e il trattamento termico dell'utensile, ecc. Esse, se non diedero all'autore la grande notorietà della prima invenzione, resero e rendono ancora notevoli servizî alla grande industria e forniscono il miglior esempio dell'efficacia dei metodi scientifici applicati alla soluzione di problemi pratici.
Bibl.: C. B. Thompson, The T. system of scientific management, Cambridge Mass. 1914; R. F. Hoxie, Scientific management and labor, New York 1915; H. B. Drury, Scientific management, in pubbl. della Columbia University, 3a ed., New York 1922; F. B. Copley, Fr. W. T., father of scientific management, voll. 2, Londra 1923; E. E. Hunt, Scientific management since T., New York 1924; H. L. Chatelier, La philosophie du taylorisme, Orléans 1925; id., Le Taylorisme, Parigi 1928; M. R. Lehmann, Zur Biographie von Fr. W. T., in Annalen der Betriebswirtschaft, I, Berlino 1927; G. Friedmann, La crise du progrès, 2a ed., Parigi 1936, pp. 59-88.