fregare
Ricorre in Pg VII 52 'l buon Sordello in terra fregò 'l dito, dove è evidente la reminiscenza evangelica da Ioann. 8, 6 " Iesus autem inclinans se deorsum digito scribebat in terra ".
Non del tutto concorde è l'interpretazione data a If XVI 33 i vivi piedi / così sicuro per lo 'nferno freghi; secondo la maggior parte dei commentatori (Scartazzini-Vandelli, Casini-Barbi, Porena, ecc.) il verbo qui significa " stropicci ", e mira a rendere " l'impressione sensibile dei piedi che, muovendosi sulla pietra dell'argine, fan sentire uno stropiccio, e rivelano così di esser vivi e non solo apparenti come quelli delle ombre " (Sapegno). Pur con diversa motivazione psicologica, alla stessa interpretazione giunge anche il Mattalia, secondo il quale l'espressione usata da Iacopo Rusticucci per rivolgersi a D. " è tratta, naturalmente e spontaneamente, dalla trista necessità " per i sodomiti " di stropicciare i piedi a terra per attutire il contatto delle fiamme " che cadono su loro. Il Chimenz, invece, attenendosi più da vicino alla chiosa del Buti (" freghi, cioè, che vivo vai securo per lo 'nferno "), sostiene che l'espressione ‛ freghi i piedi ' è " perifrasi per dire semplicemente ‛ cammini ', e non allude già allo stropiccio dei piedi di Dante sull'argine di pietra, per cui le anime si sarebbero accorte che egli era vivo ": giacché, secondo quel critico, " perché queste anime che camminano discoste dall'argine, potessero udire lo stropiccio dei piedi di Dante, questo avrebbe dovuto vincere il rombo dell'acqua e il lamento di tutti i dannati ".