fregio
In If XIV 72 è usato figuratamente, per ironia " felicemente suggerita dalla rima " (Momigliano): li suoi dispetti / sono al suo petto assai debiti fregi, i suoi atteggiamenti sprezzanti sono " decorazioni " ben dovute al suo petto, costituiscono il dolor compito (v. 66), il tormento spirituale compiutamente adeguato alla superbia e al furore di Capaneo contro Dio (" Virgilio che, al divampare del suo giusto sdegno, ha parlato di forza, ora che ha annientato questo superbo, sente irresistibile il bisogno dell'ironia ", Grabher).
In Pd XVI 132 f. è termine araldico, designante la lista aurea con cui Giano Della Bella fascia la bella insegna di Ugo marchese di Toscana, dal quale - insieme con i Giandonati, i Pulci, i Nerli, i Giangalandi e gli Alepri - ebbe milizia [l'ordine cavalleresco] e privilegio (quello, appunto, d'inserire nel proprio stemma la bella insegna del gran barone).