FRIDERICUS
Figura di orafo coloniense, frutto di una costruzione storiografica operata da Falke (in Falke, Frauberger, 1904), dietro la quale tuttavia si cela probabilmente un nucleo di realtà storica. Falke individuò in F. un monaco della comunità benedettina di St. Pantaleon a Colonia, attivo nell'abbazia quale successore dell'orafo Eilberto (v.) nel terzo quarto del 12° secolo.Punto di partenza per l'ipotesi formulata dallo studioso fu il reliquiario di s. Maurino (Colonia, St. Pantaleon, Schatz), che sullo zoccolo, al di sotto della figura dell'apostolo Giovanni oggi scomparsa, presenta una piccola placchetta in rame inciso e dorato con un monaco benedettino raffigurato bocconi in atto di pregare, indicato come "Herlivus prior". Sotto le sue mani corre una fascia con l'iscrizione: "S. Ioh(annes) ora p(ro) me". Accanto a questa, sulla sinistra, è fissata una placchetta rettangolare in cui compare, incisa dalla stessa mano, la figura di tre quarti di un secondo monaco in preghiera che l'iscrizione soprastante identifica come "Frideric(us)". La presenza di una raffigurazione analoga - un monaco parimenti sdraiato in preghiera, ma senza nome - nel rilievo con la Crocifissione del reliquiario di s. Albino (Colonia, St. Pantaleon, Schatz), datato all'epoca dell'abate Enrico (1169-1186), e inoltre il fatto che sulla coperta di un codice, conservata nel tesoro del priorato di Oignies (Namur, Maison des Soeurs de Notre-Dame), l'orafo Ugo di Oignies sia ritratto in un atteggiamento simile, consentirono a Falke di giungere alla conclusione che il priore Herlivus fosse il committente del reliquiario di s. Maurino e F. il suo orafo. Peraltro se esiste testimonianza di un frater Herlivus nel Syllabus abbatum di St. Pantaleon negli anni 1176-1181, circa il nome F. non si è individuata, fino a oggi, alcuna traccia nelle fonti.Falke riconobbe come opere dello stesso F. altri manufatti di oreficeria realizzati a Colonia, ascrivendoli a un primo e a un secondo momento dell'attività dell'artista. La ricerca successiva riunì tali opere nei c.d. gruppi più antico e più recente di F. (Schnitzler, 1959, p. 34), quest'ultimo comprendente realizzazioni di rilievo come l'antependium di St. Ursula e la coperta di un evangeliario carolingio (Colonia, Schnütgen-Mus.), la croce di Alberto (Colonia, St. Pantaleon, Schatz), il reliquiario di s. Eterio (Colonia, St. Ursula, Goldene Kammer) e il reliquiario a cupola di Hochelten (Londra, Vict. and Alb. Mus.).Dubbi sulla tesi di Falke furono sollevati da Braun (1926): riguardo a F. lo studioso ritenne che questo fosse un donatore piuttosto che l'autore del reliquiario di s. Maurino; allo stesso modo Schnitzler (1959) indicò come a torto si fosse voluto vedere in F. il maestro orafo. Del resto non più condivisa dalla critica recente è la stessa ipotesi - cui la tesi di Falke si lega - che l'abbazia benedettina di St. Pantaleon sia stata nel sec. 12° sede di una scuola di oreficeria, all'interno della quale vennero realizzate le opere più significative dell'arte orafa coloniense d'epoca romanica.
Bibl.: O. von Falke, H. Frauberger, Deutsche Schmelzarbeiten des Mittelalters, Frankfurt a. M. 1904, p. 42ss.; J. Braun, Die Pantaleonswerkstätte zu Köln, Stimmen der Zeit 56, 1926, pp. 137-146: 138, 142; H. Schnitzler, Rheinische Schatzkammer, II, Düsseldorf 1959, p. 34s.; U. Bergmann, Prior omnibus autor - an höchster Stelle aber steht der Stifter, in Ornamenta Ecclesiae. Kunst und Künstler der Romanik, a cura di A. Legner, cat., Köln 1985, I, pp. 117-148: 129, 130, fig. E. 79.A. von Euw