Lange, Friedrich Albert
Filosofo tedesco (Wald, Solingen, 1828 - Marburgo 1875). Nel periodo del conflitto costituzionale (1861-66) abbandonò i nazional-liberali e passò all’opposizione. Al congresso di Lipsia del 1865 fu eletto membro del comitato permanente del Deutscher Arbeiterverein. Emigrato in Svizzera (1866), fu chiamato alla cattedra di filosofia di Zurigo (1870), insegnando poi (dal 1872) a Marburgo. Frutto delle sue intense battaglie per la «questione sociale» furono la Die Arbeiterfrage (1865; 5ª ed. 1894) e John Stuart Mills Ansichten über die soziale Frage und die angebliche Umwälzung der Sozialwissenschaft durch Carey (1866). In esse gettò le basi di quel socialismo etico in cui idealismo pratico kantiano ed evoluzionismo darwiniano, istanze del socialismo di Lassalle e dei «socialisti della cattedra», nonché dei socialriformisti liberali si fondono, ma anche si contaminano, in una concezione sociale organicistica che, anticipando le linee programmatiche del riformismo e del revisionismo, ebbe contrastato ma innegabile e spesso esplicito riconoscimento nella socialdemocrazia tedesca. Le premesse filosofiche di tale programma sociale furono sviluppate da L. nella celebre Geschichte des Materialismus und Kritik seiner Bedeutung in der Gegenwart (1868; 10ª ed. 1921), nella quale la sua adesione ai motivi essenziali del criticismo kantiano lo portò a rivalutare il materialismo come strumento di spiegazione scientifica, negandogli comunque ogni validità metafisica. Il kantismo fu peraltro da L. interpretato in senso «fisiologico», ossia connettendo le forme a priori alla specifica organizzazione psicosomatica del soggetto conoscente (e in ciò consiste la sua differenza dall’indirizzo neokantiano di Cohen, che pure L. contribuì a preparare).