HALM, Friedrich (pseudonimo del barone Eligius Franz Joseph Münch-Bellinghausen)
Scrittore tedesco, nato a Cracovia il 2 aprile 1806, morto a Vienna il 22 maggio 1871. Studiò a Melk dove ebbe per maestro - e ne subì l'influenza - il benedettino Enk von der Burg, poeta, moralista e buon conoscitore della letteratur spagnola. Frequentò poi, dal 1819 al 1826, l'università di Vienna e, pur vivendo piuttosto appartato, vi conobbe parecchi scrittori e poeti, fra i quali il Lenau e J. G. Seidl. Compiuti gli studî giuridici, entrò nell'amministrazione provinciale della Bassa Austria, donde nel 1845 passò alla Biblioteca Palatina di cui ottenne la direzione nel 1867 (rendendo vana l'aspirazione allo stesso posto del suo concorrente F. Grillparzer). Nel 1870, dopo le dimissioni di H. Laube, assunse anche la direzione dei due teatri di corte.
Meno profondo del Grillparzer, ma più abile nell'intuire e seguire le correnti dell'epoca, riuscì, specialmente nel lungo periodo in cui Grillparzer, sfiduciato, rinunziò a ogni attività artistica, a soppiantarlo e perfino a superarlo nel favore del pubblico viennese, pur dovendo subirne, a sua volta, anche critiche non sempre giustificate né equanimi (ad esempio, l'esagerata accusa di aver plagiato nel suo Fechter von Ravenna, 1854, un mediocre dramma di Franz Bacherl). Ma per competere col suo grande emulo, mancava al H. non soltanto ogni vera ricchezza di vita interiore, ma anche la coerenza con sé stesso e la capacità di conciliare la modernità di sentimenti, che egli ostenta fin troppo, con la predilezione, anch'essa non sempre sentita, per temi antichi. Così nel suo primo dramma Griseldis (1837), il H., trascurando l'epoca in cui l'argomento avrebbe dovuto trasferirlo, cerca di trattare dei diritti della donna; in Der Adept (1838) condanna la smania dell'oro, rappresentando un alchimista che raggiunge il suo scopo, ma rovina sé stesso. Altrove, imitando nella tecnica il dramma spagnolo e nella tendenza Lessing e Herder, si fa propagandista dell'umanità che concilia, dell'amore che redime (Ein mildes Urteil, rappresentata nel 1840, pubblicata nel 1856; Sohn der Wildnis il suo dramma più noto, 1842). Non privo di pregi originali è il rifacimento di Prudencia en la mujer di Tirso de Molina, intitolato Eine Königin (rappresentata nel 1847; stampata nel 1857). Nei drammi successivi infine (Verbot und Befehl, 1848; Wildfeuer, 1864 ecc.), il H. indulge sempre più alla tendenza rettorica che già si avvertiva nelle sue opere precedenti e basa la drammaticità delle azioni su effetti scenici, sempre abili, ma non sempre riusciti per la loro soverchia ricercatezza. Tutti i suoi drammi hanno però un pregio indiscutibile: la fluidezza e melodiosità del verso. I suoi racconti invece (Erzählungen, ed. postuma del 1872), dove pure è palese la tendenza a drammatizzare le azioni che vi sono narrate (Marcipanliese, 1854; Freundinnen, 1860), si distinguono per maggiore sobrietà, plasticità e nitidezza di contorni. A ciò contribuì, oltre all'influenza del Kleist, anche la lettura assidua dei novellieri italiani, e infine la sua ricca cultura storica, non più intralciata, come nei drammi, da preoccupazioni moralistiche e da presupposti formali.
Ediz.: Fr. H.s Werke, voll. 8, a cura di E. Kuh e F. Pachler, Vienna 1856-1872.
Bibl.: J. G. Seidl, Fr. H., in Album österr. Dichter, Vienna 1850; F. Pachler, Jugend- und Lehrjahre des Dichters Fr. H., in Österr. Jahrbuch, 1877; H. Schneider, F. H. und das spanische Drama, Berlino 1909; H. Petersen, Fr. H. Der Fechter v. Ravenna, Marburgo 1910.