Schneider, Friedrich
Storico tedesco (Greiz, Turingia, 1887 - ivi 1962); studiò storia e filologia tedesca ad Heidelberg, Vienna, Jena e Berlino, laureandosi a Jena con una tesi sulla storia della Borgogna.
Partecipò come volontario alla prima guerra mondiale, e fu fatto prigioniero sul Col di Lana nell'ottobre del 1915. Durante la prigionia si mise a studiare D.; liberato, fu accolto in casa del germanista C. Fasola a Firenze, ove conobbe R. Davidsohn e strinse amicizia con E. G. Parodi, in cui apprezzava il capo dei dantisti " storicizzanti " contro gli " estetizzanti ", e di cui scrisse un necrologio (" Historische Zeitschrift " 129 [1923]). Tornato in patria, lo S. dedicò gran parte della sua attività di erudito allo studio di D.; nel 1921 ebbe la libera docenza presentando uno studio sulla data della composizione della Monarchia (Die Entstehungszeit der Monarchie Dantes, Greiz 1922), che egli sostenne contemporanea alla calata di Enrico VII, opinione che mantenne anche contro la critica di K. Hampe (cfr. " Deutsches Dante-Jahrbuch " XVII [1935]).
Seguì il libro su Enrico VII (1926-1930), nelle edizioni del 1940 e 1941, programmaticamente intitolato Kaiser Heinrich VII, Dantes Kaiser. Dallo studio di Enrico VII lo S. fu portato a studiare la politica imperiale degl'imperatori tedeschi del Medioevo nel giudizio della critica moderna (Neuere Anschauungen der deutschen Historiker zur Beurteilung der deutschen Kaiserpolitik des Mittelalters (1934; 19436). Allo studio di D. e del " suo imperatore " dovevano servire anche le varie edizioni in facsimile della Monarchia (1929), delle Epistole (1930) e del Convivio (1932) da lui curate. Nel 1927, ritiratosi per ragioni di salute il presidente della Deutsche Dante-Gesellschaft, H. Daffner, lo S. si occupò della ricostituzione dell'associazione, di cui poi dal 1949 fino alla morte fu vicepresidente; ma il suo grande merito fu quello di assumere la direzione dell'annuario, il " Deutsches Dante-Jahrbuch ", che tenne fino alla morte, rendendolo un organo di seria erudizione e di divulgazione di alto livello; vi contribuì egli stesso con non meno di 23 articoli e ne curò la bibliografia, segnalando con particolare sollecitudine le pubblicazioni dantesche non tedesche.
Il suo maggiore contributo alla divulgazione dell'opera di D. fu Dante. Eine Einführung in sein Leben und sein Werk (Weimar 1935, 19605), libro piuttosto d'informazione, riservato nella critica - lo S. preferiva esporre le opinioni divergenti altrui -, ma efficacissimo nel suscitare e mantenere l'interesse per D.; animato da un nobile entusiasmo, gli spiaceva che fra i grandi tedeschi alcuni fossero rimasti estranei al culto di D. e se ne dolse nell'articolo Missverständnis und Glück um Dante (in Medioevo e Rinascimento. Studi in onore di Bruno Nardi, Firenze 1955, 667-680). Al congresso di Studi Storici tenutosi a Roma nel 1955 lo S. si augurava che fosse creata una nuova Enciclopedia Dantesca, e nel 1960 propugnava la creazione di una " Lectura Dantis " tedesca (v. " Deutsches Dante-Jahrbuch " XXXVIII [1960]).
Una bibliografia degli scritti dello S. fino al 1958 è stata redatta da D. Germann in " Forschungen zur Thüringischen Landesgeschichte " I (1958) 510-522.
Bibl. - H. Rheinfelder, in " Mitteilungsblatt der Deutschen Dante-Gesellschaft " (1962); H. Grundmann, in " Deutsches Dante-Jahrbuch " XL (1963) 9-17.