HÜGEL, Friedrich von
Figlio dell'ambasciatore austriaco alla corte di Toscana e di madre scozzese, nacque a Firenze, il 5 maggio 1852. Le vicende della sua educazione, formatasi tra Bruxelles, Vienna, Londra e Roma, contribuirono a creargli una vasta cultura internazionale. Nel 1873 si stabilì in Inghilterra, e vi sposò Mary Catherine Herbert. Morì a Londra il 27 gennaio 1925.
Spirito profondamente religioso, fu, benché laico, uno dei più profondi studiosi cattolici del problema religioso nel sec. XIX, ma portò anche nella sua vita tanta sincerità cristiana da esser chiamato, da persone ben lontane dalle sue idee, il "santo dotto". In relazione di amicizia, e talvolta d'intimità, con i più noti rappresentanti del modernismo (A. Loisy, G. Tyrrell, ecc.), non aderì alle soluzioni moderniste dei principali problemi discussi, e ciò sia per l'influenza ch'ebbe su lui a Parigi l'abate Huvelin, sia per le convinzioni ottenute con personali elaborazioni. Formato al metodo storico da A. v. Reumont, allo studio dell'ebraico e della critica biblica da G. Bickell, il suo spirito fu sotto la diretta influenza di H. Newmann. Ciò che lo separò nettamente dal modernismo fu la sua ferma convinzione dell'assoluta trascendenza di Dio, e della rivelazione, la quale come fatto religioso assolutamente obiettivo presuppone nell'uomo predisposizione soggettiva per il ricevimento della grazia.
Scritti: Il suo primo saggio fu una comunicazione al congresso cattolico di Friburgo (1898) sulla critica letteraria dell'Esateuco, in cui cercò di accordare le conclusioni del sistema del Wellhausen con i postulati cattolici. Seguirono: The mystical element of Religion as studied in St Catherine of Genoa and her Friends, voll. 2,1909 (2a ed., 1923), a cui aveva lavorato per 30 anni; Eternal Life: a Study of its implications and applications (1913), che descrive la vita eterna in quanto relazione fra Dio, la "realissima fra tutte le realtà", e lo spirito finito; The German Soul in its attitude towards Ethics and Christianity, the State and War (1916), fu uno scritto occasionato dalla guerra mondiale. Parte dei moltissimi articoli pubblicati in riviste americane, inglesi, francesi e italiane, furono da lui raccolte in Essays and Addresses on Philosophy of Religion (1921), dedicati al concittadino Dante nel suo anno giubilare e basati sul "principio sacramentale" del cattolicismo. Importantissime per la storia del modernismo le sue Selected Letters pubblicate postume da B. Holland (1927). Nei suoi ultimi anni lavorò a The Reality of God, ritenuto da lui la sua opera principale, e uscito postumo a Londra nel 1931.
Bibl.: M. Schulter-Hermkes, in Hochland, XXII [1924-25], p. 706 segg.; ib., XXIV [1926-27], p. 52 segg., 97 segg.; A. Loisy, Mémoires pour servir à l'histoire religieuse de notre temps, voll. 3, Parigi 1930-31, passim; Maude D. Petre, I miei rapporti con F. von Hügel, in Ricerche religiose, VII [1931], p. 202 seg.