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Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph

di Valerio Verra - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Schelling, Friedrich Wilhelm Joseph

Valerio Verra

, Filosofo tedesco (Leonberg, Württemberg, 1775 - Ragaz, Svizzera, 1854), ebbe parte notevole nello sviluppo del Romanticismo e a D. dedicò nel 1802 un importante saggio comparso nel " Kritisches Journal der Philosophie ". Come dice il titolo stesso (Ueber D. in philosophischer Beziehung), S. non presenta tanto un'interpretazione più o meno puntuale e particolareggiata dell'opera dantesca, quanto piuttosto una considerazione globale del problema costituito dalla Commedia nella sua irriducibilità ai consueti generi o categorie estetiche (dramma, romanzo, poesia dottrinale, epos, ecc.).

S. cerca soprattutto di mostrare come il poema dantesco sia un'opera insieme profetica e paradigmatica dell'intera poesia moderna, in quanto caratteristica distintiva della poesia moderna rispetto a quella antica è di non riferirsi alla specie, ma agl'individui, dove però l'individuo non va inteso come particolarità empirica, bensì come sintesi rappresentativa di tutta un'epoca e di tutta la sua cultura.

Ora, secondo lo S., il poema dantesco concilia e unisce poesia e religione, poesia e filosofia, è insieme universale e storico, e ha forza e contenuto mitologico proprio in quanto l'unica materia mitologica di cui può valersi il poeta moderno, è la totalità della storia e della cultura del tempo. Anche nella sua struttura la Commedia rappresenta un modello universale, in quanto raffigura simbolicamente tutte le sfere della realtà: l'Inferno rappresenta la natura come notte eterna in cui nascono tutte le cose, come sede dell'allontanamento da Dio, vero centro dell'universo e della realtà; il Purgatorio rappresenta la vita e la storia, come perenne processo di purificazione e di passaggio a uno stato assoluto; il Paradiso rappresenta infine la piena presenza dell'arte come anticipazione dell'eternità e come realizzazione di uno stato assoluto al centro stesso della realtà. Di conseguenza l'Inferno è la parte plastica del poema, come regno di figure a forte rilievo; il Purgatorio è invece prevalentemente pittorico, per la tendenza dello spirito a rasserenarsi nella descrizione di un paesaggio ormai divino, dove si sono attutite le passioni e i lamenti dell'Inferno e già s'intravvede la luminosità del Paradiso, dove infine tutto si concentra e dissolve nella ‛ musica della luce ', e il poeta può gradualmente innalzarsi all'intuizione della pura sostanza incolore della divinità stessa. Proprio per questo, ossia per il dissolversi delle figure in musica e luce nel Paradiso, l'Inferno può sembrare la parte più poetica della Commedia, anche se non può né deve in nessun modo venir isolato dal contesto totale del poema nel quale soltanto ha significato.

Bibl. - K. Vossler, Zur Beachtung von Dantes Paradiso, in Collectanea variae doctrinae L.S. Olschki, , 1921; A. Farinelli, D. in Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, Torino 1922, 392-393; E. Auerbach, Entdeckung Dantes in der Romantik, in " Deutsche Vierteljahrschrift " VII (1929) 682-692 (rist. in Gesammelte Aufsätze zur romanischen Philologie, Berna 1967, 176-183); E. Raimondi, Del saggio di S. su D., in " Convivium " n.s., I (1947); W.P. Friedrich, Dante's Fame Abroad 1350-1850, Roma 1950.

Vedi anche
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  • STATO ASSOLUTO
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  • PURGATORIO
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