FRIGIA
. Il nome di Frigia, il quale deriva da quello della nazione dei Φρύγες o Βρίγες, chiamati anche Ascanî, ebbe nei varî periodi della sua storia estensione geografica diversa. Non sappiamo come il paese si chiamasse al tempo dell'impero degli Hittiti, quantunque già allora esso deve aver avuto una civiltà distinta per certi tratti, da quella hittita. Nel periodo più antico da noi ora raggiungibile, la Frigia comprendeva tutta la parte occidentale dell'altopiano centrale dell'Asia Minore e arrivava fino al fiume Halys ad oriente e alla costa dell'Egeo a occidente. Nel periodo greco essa era però più ristretta e tra la costa e i suoi confini occidentali s'interponevano la Paflagonia, la Bitinia, la Misia e la Lidia. L'estensione della Frigia fino alla costa in tempi alquanto antichi è comprovata dalla tradizione greca di una talassocrazia frigia nel secolo IX. Anche la Troade e il territorio attorno al Monte Sipilo presso Magnesia sono detti qualche volta frigi. L'antichissima popolazione del territorio sarà stata di tipo anatolico, ma poco dopo l'anno 1200 a. C., ai tempi della caduta dell'impero hittita, una popolazione di lingua indoeuropea invase il paese, probabilmente dall'Ellesponto e indirettamente dall'Europa, popolazione di razza incerta e di civiltà bassa, inferiore a quella degli autoctoni. Secondo la tradizione greca i Frigi erano affini a certe tribù della Macedonia e della Tracia. Essi erano agricoltori, pastori e allevatori di bestiame. I Greci avevano notizia di un antico regno frigio, nella valle del Sangario, sotto re indigeni, i quali portavano alternativamente i nomi di Gordio e Mida. Il nome di Mida è senza dubbio identico con quel Mita che iscrizioni assire dànno a due re della parte sud-occidentale dell'Asia Minore nei secoli VIII e VII. I Greci della Troade e della Ionia consideravano i re frigi come molto potenti e quasi semidivini: i Frigi sarebbero stati anzi il popolo più antico e la loro lingua il linguaggio più primitivo (Omero). Questo regno frigio antico deve avere esercitato il potere sopra buona parte dell'Asia Minore fino alla costa. Il centro politico dovrebbe essere stato a Gordio, ma più tardi esso deve essere stato trasportato più a occidente, poiché molte tombe di re frigi si trovano presso Nacoleia, tra il Sangario e l'Ermo. La caduta del regno fu causata dai Cimmerî tra il 680 e il 670: il re Mida si uccise. Che nella Frigia di questo periodo esistesse un regno potente è dimostrato dai monumenti del territorio montagnoso sul corso superiore del Sangario. Due di questi monumenti portano anzi il titolo "Mida il re". I monumenti del Sipilo invece presso Smirne sembrano risalire a un'altra civiltà, affine alla frigia, ma probabilmente di origine e carattere prelidî. Il dominio dei Cimmerî deve essere durato fino circa agli anni 610-590, quando Aliatte di Lidia li espulse dall'Asia Minore e la Frigia cadde sotto il potere dei Lidî. Nel 585 l'Halys fu stabilito quale confine tra la Lidia e la Media. Dopo il 585 il paese fu retto bensì da principi nazionali ma sottomessi alla supremazia lidia. Con la disfatta di Creso di Lidia da parte del re persiano Ciro nel 546 la Frigia passò a far parte dell'impero persiano. Allora essa aveva a N. la Paflagonia, a E. l'Halys e la Licaonia, a S. il Tauro.
Dell'antica religione della Frigia non conosciamo che pochissimo e anche il poco che sappiamo non siamo in grado che di arguirlo dalla religione del paese nel periodo greco. Come in tutta l'Asia Minore era molto adorata una dea della terra, la Madre degli dei Cibele, e accanto a essa segnatamente suo figlio Attis. Il mito di Cibele e Attis deve essere molto antico e per alcuni tratti è certamente prefrigio. In epoca posteriore la religione del paese aveva tratti spiccatamente coribantici e mistici.
L'arte frigia, segnatamente la sepolcrale e monumentale, benché affine alla hittita, ha una propria e chiara individualità; essa ci è nota attraverso una serie d'imponenti monumenti, i quali risalgono all'antico regno frigio. I monumenti rappresentano tre tipi: 1) Il tipo araldico del monumento sepolcrale. La facciata del sepolcro scavato nella roccia ha due animali, di solito leoni, rampanti, di fronte, ma divisi da un piedestallo o da qualche altro elemento architettonico. Qualche volta questo tipo si trova combinato col secondo, del quale è più antico. Esso ha tratti stilistici analoghi a quelli dell'arte assira. I monumenti del primo tipo risalgono certamente al sec. XI. 2) Nel secondo tipo una parete perpendicolare di roccia è coperta da un disegno geometrico di quadrati, croci e meandri, intagliato, ed è sormontata da un frontone triangolare, sostenuto nel centro da un pilastro in bassorilievo e qualche volta occupato in parte da un disegno floreale o da due sfingi simmetriche di carattere molto arcaico. In alcuni monumenti si vede in basso una porta coi battenti chiusi o anche aperti; essi dànno accesso a un piccolo locale sulla cui parete posteriore si vede scolpita un'immagine di Cibele con ai due lati un leone il quale poggia le zampe sulle spalle della dea e la testa contro il suo capo. In qualcuno si trova dietro la facciata scavata una tomba. Tutti questi monumenti sono senza dubbio sepolcrali. Essi imitano per la maggior parte lavori in legno e disegni di tappeti. Uno dei più belli è chiamato Tomba di Mida, perché nell'iscrizione ricorre il nome di questo re. Il tipo geometrico si trova di solito in monumenti funerarî che portano iscrizioni. 3) I monumenti sepolcrali del periodo lidio non hanno più nulla di caratteristicamente frigio e ricorrono quasi identici in tutta l'Asia Minore: essi consistono in una camera scavata nella roccia, con una facciata di casa o tempio.
Dopo la conquista di Alessandro e la battaglia di Ipso, che diede assetto stabile alla divisione dell'impero, la Frigia passò sotto il dominio seleucidico. Ma nel 188 la parte occidentale, la cosiddetta Frigia ἐπικτητος, fu annessa ai dominî pergameni. Più tardi tutta la Frigia fece parte e seguì le sorti della provincia romana d'Asia. Nella riorganizzazione dioclezianea dell'impero essa fu divisa in due parti, prima e secunda, dette rispettivamente Pacatiana e Salutaris e rette da un praeses. Per la storia posteriore, in età bizantina e musulmana, v. asia minore.
La Frigia fu la prima regione cristianizzata dell'Asia Minore; fin dal sec. III alcune sue città erano quasi interamente convertite. Perciò gli avanzi cristiani vi sono numerosi. Per la maggior parte sono stele funerarie e la loro importanza epigrafica cede solo alle iscrizioni cristiane di Roma: basti ricordare la stele di Abercio (v.); le chiese e gli altri edifizî sono quasi completamente scomparsi. La Frigia occidentale, a contatto con la provincia d'Asia, subì influenze ellenistiche mentre i distretti orientali - montuosi e poco accessibili - ricollegano il loro sviluppo artistico all'Isauria e alla Licaonia (v.) vicine, meno ellenizzate e di carattere più orientale. Destinata per la sua posizione a diventare uno dei centri principali di fusione tra i varî elementi, ellenistici e orientali, la Frigia diede origine alla decorazione cristiana dell'alto periodo bizantino.
Per la storia si vedano le storie dell'antichità; inoltre si cfr. W. R. Ramsay, The cities and bishoprics of Phrygia, Oxford 1895-97, voll. 2; F. von Reber, Die phrygischen Felsendenkmäler, Monaco 1897; G. e A. Körte, Gordion, Berlino 1904; D. G. Hogarth, Ionia and the East, Oxford 1909; H. Graillot, Le culte de Cybèle, Parigi 1912; Ch. Picard, Ephèse et Claros, Parigi 1922; H. Hepding, Attis, Giessen 1903; G. Perrot e Ch. Chipiez, Histoire de l'art dans l'antiquité, V, Parigi 1890, pp. 1-235; J. Garstang, The Hittite empire, Londra 1929; W. R. Ramsay, Studies in the History and Art of the Eastern Provinces of the Roman Empire, Aberdeen 1906; W. M. Calder, Monumenta Asiae Minoris Antiqua, I, Manchester 1928. Per la lingua e le sue connessioni col tracio, v. tracia.