FRIGNANO (A. T., 17-18-19)
Regione corrispondente a quella parte della provincia di Modena che dal crinale appenninico giunge fin dove le montagne si abbassano a colline: coincide con l'ex circondario di Pavullo (1051,20 kmq., 76.808 ab. nel 1921). Ma alcuni hanno attribuito al Frignano un'estensione maggiore, facendolo coincidere con tutta la zona non piana della provincia di Modena: il confine sarebbe segnato dal Reggiano e dal Bolognese a O. e a E., dalla cresta appenninica e dalla pianura a S. e a N.; entro questi più ampî confini il Frignano abbraccerebbe un'area di 1325,5 kmq. In ambedue le accezioni, il confine meridionale del Frignano è segnato dalla linea di displuvio appenninica, dal Passo dei tre Termini a ovest del Corno delle Scale, per il M. Spigolino, la Cima Tauffi, il Libro Aperto, il Passo dell'Abetone, l'Alpe delle Tre Potenze, il M. Rondinaio, il M. Romecchio e l'Alpe di S. Pellegrino, fino al principio della destra del bacino del Dolo; esso comprende il gigante dell'Appennino Settentrionale, il Cimone, e ne fa parte per intero il bacino della Scoltenna-Panaro; comprende i bacini di alcuni affluenti di destra del Secchia (405 kmq.) e di alcuni affluenti del Reno (46 kmq.).
Due grandi arterie stradali - nessuna ferrovia percorre questa zona - attraversano il Frignano: la Via delle Radici, da Modena a Sassuolo, Montefiorino e per il Passo delle Radici (1528 m.) a Castelnuovo di Garfagnana, aperta nel 1752; e la Strada Giardini, che parte da Modena, tocca Pavullo e Pievepelago e giunge al Passo dell'Abetone (1388 m.), finita nel 1766. Queste due strade sono congiunte da una trasversale, lunga 13 km., da quota 1347 poco prima del Passo delle Radici fino a Pievepelago, dove giunge la strada di Sestola che muove dalla Porrettana.
Regione tutta agricola, il Frignano dà una produzione modesta, benché le montagne modenesi siano tra le più fertili: nella parte alta, lungo i pendii dei monti, vi sono boschi di abeti, di faggi e di castagni, cui succedono campi coltivati e viti là dove il clima è meno aspro. Tutte le industrie vi sono rappresentate, ma in forme semplici; invece il commercio è notevole: Pavullo (1940 ab. nel 1921) è il centro maggiore della regione e vi si tengono fiere e mercati.
Molto elevata è la percentuale della popolazione sparsa: considerando il Frignano nei limiti più ristretti, questa era nel 1921 di 58.777 individui, cioè pari a 3/4 del totale; la popolazione agglomerata si distribuisce in 102 centri, dei quali solo sei contano più di 500 ab.: Pavullo (1940), Fanano (872), Pievepelago (832), Fiumalbo (793), Serra Mazzoni (735), Sestola (718).
Storia. - La denominazione risale al periodo romano per il territorio assai ampio abitato dai Friniati (v.) o Liguri Friniati. Il nome rimase come quello di subregione alla fine dell'Impero romano d'occidente e sotto i Longobardi, dopo la conquista fatta da Liutprando nel 728 del suo castrum detto Feroniano, ma entro confini assai più ristretti. Molto discussa è l'ubicazione di Castel Feroniano, presto distrutto; ma deve ritenersi fosse nel centro dell'Appennino modenese, forse a Monte San Vincenzo (Monteobizzo). Dopo il 1000 il territorio fu ancora più limitato, coi governi di Sestola, Montecuccolo e Montese, che insieme costituirono un singolare esempio di comune federale; poi, già col sec. XVI, il nome si estese al circondario di Pavullo (v. sopra). Il dominio del Frignano fu spesso conteso fra i maggiori comuni di Bologna e di Modena, onde le frequenti lotte fra le due città; sul finire del sec. XIV rimase definitivamente ai Modenesi, e seguì quindi le sorti degli Estensi. Nel sec. XIX il Frignano fu elevato da Francesco IV al grado di provincia con capoluogo a Pavullo, dove il duca austroestense aveva posto la sua villeggiatura estiva.
Bibl.: A. Crespellani, La strada Claudia, Modena 1869; C. Campori, Notizie storiche del Frignano, Modena 1889; V. Santi, Memorie storiche del Frignano, Modena 1893; L'Appennino modenese, Bologna 1896; G. Govi, L'Appennino modenese, Modena 1910; Statuti del Frignano, 1337-38 (a cura di A. Sorbelli e F. Jacoli), Roma 1912; A. Sorbelli, Intorno alle origini di un comune federale, Modena 1915; A. Gaudenzi, Il monastero dei Nonantola, il ducato di Persiceta e la chiesa di Bologna, in Bull. stor. it., 1916, n. 36.