Frisia
Regione storica sul Mare del Nord, dallo IJssel meer fino a Hojer nello Jylland. In antico era abitata dai frisi (o frisoni), popolazione germanica. Questi, già alleati dei romani (12 a.C.), si ribellarono nel 28 d.C.; nel 47 Corbulone li sottomise ma subito dopo Claudio fece ritirare le truppe al di qua del Reno. Tentativi di espansione nell’età di Nerone furono respinti. Ancora nel 304-305 Costanzo I ricacciò una loro invasione. Sebbene pressati dai franchi, riuscirono a mantenere le loro sedi durante le migrazioni barbariche. Nel 7° sec. si iniziò la loro conversione al cattolicesimo. La «legge dei frisi» appartiene al gruppo sassone delle leggi germaniche e, tra tutte, si distingue per le minuziose disposizioni penali da cui è costituita. Fu messa per iscritto nell’8° sec., integrata e modificata dai franchi che nel corso dello stesso secolo conquistarono la F., e completata nella Dieta d’Aquisgrana (802). Conserva tracce di paganesimo. La F. fu unita al regno dei franchi nel 785 e si distinse in F. occidentale, media e orientale. La prima fu assorbita poco alla volta nella contea d’Olanda, mentre le altre due, facenti nominalmente parte dell’impero, furono in preda all’anarchia. Filippo il Buono e Carlo il Temerario di Borgogna tentarono invano di sottometterle, ma solo Carlo V riuscì nel 1523 ad affermare il suo dominio sulla F. occidentale e centrale. Nel 1579 la provincia di F. aderì all’Unione di Utrecht e divenne una delle Sette province. La F. orientale, elevata nel 1454 a contea imperiale da Federico III e concessa a Ulrico Cirksena, rimase indipendente fino all’estinzione dei Cirksena nel 1744, quando, per ragioni ereditarie, ne entrò in possesso Federico II di Prussia.