WINTER, Fritz
Pittore tedesco, nato ad Altenbögge (Westfalia) il 22 settembre 1905, e morto a Herrsching a. Ammersee il 1° ottobre 1976. Figlio di un minatore, prima di dedicarsi alla pittura ha lavorato in una miniera di carbone come elettricista. Impressionato da van Gogh, inizia a disegnare; dal 1927 al 1930 studia al Bauhaus di Dessau e, tra i suoi maestri, V. Kandinskij e P. Klee sono quelli che hanno più profondamente influito sulla sua formazione. Interessato anche dalla pittura dell'espressionismo, si reca a Davos a trovare E. Kirchner (1929). Importante è anche il suo incontro con N. Gabo a Berlino nel 1930. Professore nel 1931 all'Accademia pedagogica di Halle, nel 1933 si trasferisce a Monaco ma, considerata la sua arte "degenerata" dal regime nazista, è costretto a vivere come artigiano. Durante la seconda guerra mondiale è fatto prigioniero sul fronte russo. Liberato nel 1949, si stabilisce a Monaco, dove nel 1950 ha luogo la sua prima personale. Nel 1955 è nominato professore all'Accademia di Kassel. Ha tenuto numerose personali e partecipato alle più importanti manifestazioni internazionali ottenendo anche significativi riconoscimenti (Biennale di Venezia, 1950; Biennale di San Paolo 1955; Premio Marzotto 1958; ecc.).
Un insieme di rigore e fantasia, un particolare rapporto con la natura (quello stesso che lo affascina in Kirchner e lo avvicina tanto a F. Marc) nella ricerca di un dinamismo cosmogonico (esemplare può essere la sequenza Triebkräfte der Erde, composta durante una licenza nel 1944), caratteristiche della sua opera, maturate dai lunghi anni di lontananza, riaffiorano nelle opere del dopoguerra, segnate da nuove esperienze, dalle possibilità grafico espressive che richiamano l'influenza di H. Hartung, a una ripresa più complessa della lezione surrealista di M. Ernst, in una ricca e ottimistica produzione di invenzioni formali. Vedi tav. f. t.
Bibl.: W. Haftmann, Fritz Winter. Triebkräfte der Erde, Monaco 1957; J. Büchner, Fritz Winter, Recklinghausen 1963.