Becchi, Fruttuoso
Letterato (Firenze 1804-1839), sacerdote, segretario dell'Accademia della Crusca; fu un classicista ostinato e pedante. Il suo nome è particolarmente legato alla nuova edizione fiorentina della Commedia per conto dell'Accademia della Crusca (La D.C. ridotta a miglior lezione... da G.B. Niccolini, G. Capponi, G. Borghi, F.B., Firenze 1837); il volume aggiunto a quello contenente il testo del poema comprende la Prefazione e Avvertimenti, dal B. dettati a illustrazione dei criteri seguiti nell'edizione (introduzione dell'ortografia moderna, i testi-codici, i versi ritoccati con l'apparato delle annotazioni filologiche).
L'edizione del 1595 era costata molta fatica, ma la negligenza del tipografo Manzani l'aveva in gran parte vanificata, con grave pregiudizio del valore dell'opera; tuttavia questa edizione continuò a essere la più seguita. Il B. ritenne di poter enunciare il principio di esaminarne la lezione " dove fosse da rigettarsi... e dove da serbarsi intera ", confrontandola con vari codici di gran pregio e con le più reputate stampe antiche, " dove la ragione, la critica e il buon gusto " lo esigessero. Il lavoro costituì, per allora, a parere del Witte, il tentativo più accettabile di edizione critica (La D. C. di D. A.... Prolegomeni critici, Berlino 1862, p. LI); e il Ferrazzi VI lodava l'imparzialità e la ponderazione del giudizio (Manuale dantesco, II 751). Il Capponi espresse una volta il dubbio che il B., come responsabile dell'edizione, " stampasse quello che a lui pareva ", vincendo le intemperanze del Borghi che " tirava ad ammodernare " (lettera a P. A. Paravia del 29 agosto 1850); e certo, anche al Witte, dopo i primi entusiasmi, parve insidiosa l'ipotesi becchiana della " lezione più facile " e più chiara come la vera (V. C. F. Carpellini, Della letteratura dantesca..., 1866, p. XC). Tuttavia, è giusto non solo riconoscere il merito dell'uso accorto fatto dei materiali critici raccolti da Borghini, Parenti, Montani, prima ancora del costituirsi di " una vera e propria scienza, e coscienza, filologica " (A. Vallone, La critica dantesca nell'Ottocento, Firenze 1958, 193), oltre che della collazione di venti codici nuovi (uno dei Tempiani, il Frullani, dieci di proprietà del Pucci, poi trasferiti nel Museo Britannico, un Magliabechiano, sette Riccardiani), ma anzitutto tener presente che l'intento non era di ricostruire un testo nuovo ma di risolvere il più possibile i dubbi sul testo già costituito (v. Ferrazzi, op. cit., p. 751), fornendo, di volta in volta, la spiegazione " degli argomenti di autorità e ragione " decisivi nelle scelte (F. B., Prefazione..., cit., p. 15).
Bibl. - Batines, Bibliografia I 183-184; Giunte, a C. di G. Biagi, Firenze 1888, 62; " Giorn. d. " IV (1897) 84, 91.