FUCINA (dal lat. officina; fr. forge; sp. herrería; ted. Schmiede; ingl. forge)
Si chiama fucina il fornello sul quale, con fuoco diretto di carbone, viene riscaldato il ferro destinato a essere lavorato a caldo (v. fucinatura). Il vocabolo è anche inteso a significare l'intera officina o reparto ove si compiono le operazioni di fucinatura dei metalli, sia a mano sia a macchina.
Nella forma più semplice e più antica la fucina consisteva in un focolare in muratura, recante un cavo centrale, nel quale un piccolo cumulo di carbone veniva mantenuto in attiva combustione da un getto di aria soffiata. I tipi moderni, destinati a riscaldare piccoli pezzi, hanno il bacino in metallo; l'aria vi giunge per lo più dal fondo, attraverso una imboccatura in ghisa che consente la regolazione del soffio e lo scarico delle particelle di carbone (rosticci) che cadono a ingombrare l'apertura. Vi sono tipi di fucina a un solo fuoco e tipi a due o quattro focolari affiancati, tutti generalmente sormontati da ampia cappa per facilitare l'allontanamento dei fumi. Il getto d'aria, che nelle vecchie fucine veniva ottenuto con mantici a semplice o doppio corpo soffiante, si ottiene ora con ventilatori centrifughi azionati a mano, a pedale o elettricamente. Per i piccoli lavori lontani dall'officina si usano leggiere fucine portatili interamente metalliche, con piccolo ventilatore rotativo.
Il fuoco è generalmente ottenuto con carbone fossile grasso; viene condotto in modo da lasciar formare una specie di crosta esterna di carbone, mantenuto spento anche da aspersioni di acqua, cosicché i pezzi di ferro in essi immersi vengono a trovarsi come in un ambiente chiuso intensamente riscaldato e poco esposto all'ossidazione dell'aria. Viene talvolta usato carbone di legna, specie quando si vuole evitare l'assorbimento d'impurità nel riscaldare acciai di qualità pregiate.