FUCINO (XVI, p. 144)
Dopo la seconda guerra mondiale fu costituito (1951) l'Ente Maremma e Fucino, dal quale successivamente (1954) fu staccato come autonomo l'Ente Fucino, per esercitare, ai sensi delle leggi 12 maggio e 21 ottobre 1950, l'esproprio dei terreni trasferiti all'Ente stesso per la bonifica e trasformazione agraria e fondiaria ai fini della formazione della proprietà contadina, entro i limiti del comprensorio. Questo comprende il nuovo comune di San Benedetto dei Marsi, e parte dei comuni di Avezzano, Celano, Cerchio, Aielli, Pescina, Ortucchio, Trasacco e Luco. I coloni vi immigrano non solo dai paesi circostanti, ma anche dalle Marche e dal Teramano. Le coltivazioni principali sono la barbabietola, che alimenta un grande zuccherificio ad Avezzano, e le patate che affluiscono soprattutto al mercato di Roma. Vi sono anche aree a grano e ad ortaggi. Il popolamento nel comprensorio della bonifica è in massima parte costituito da case sparse. Una nuova borgata, Ottomila, è stata creata al centro del lago. In grande sviluppo è Avezzano (nel 1951, 22.934 ab. nell'intero comune) alla cui periferia sono sorte le due appendici Via Nuova e San Giuseppe di Carunchio; l'abitato è ormai pressoché congiunto con San Pelino; S. Benedetto dei Marsi ha 4.639 ab., tutti nel centro; Pescina è invece in notevole declino.
L'area centrale del Fucino, il cosiddetto Bacinetto, destinato a contenere in caso di piena le acque dei torrenti influenti nell'antico lago, è soggetta a inondazioni; sono perciò in corso lavori idraulici per la definitiva sistemazione del più importante fra quei torrenti, il Giovenco.