FUENTES
. Tra i molti uomini di spada e di toga spagnoli che si fregiarono del titolo di conti di Fuentes, passato via via in diverse famiglie, sono da ricordare: don Pedro Enríquez de Acevedo, governatore di Milano dal 1600 al 22 luglio 1610 (v. sotto); Girolamo Pignatelli (morto nel 1776), ambasciatore spagnolo a Torino, Londra e Parigi, ricordato dall'Alfieri nella Vita e nelle loro lettere, dal marchese Domenico Caracciolo e dall'abate Ferdinando Caliani, che con lui e i suoi figli (il marchese di Mora e il principe Pignatelli) ebbe stretta familiarità. Molti poi i F. o De F. non nobili vissuti e viventi in Spagna, nell'America latina e anche in Italia. Tra gli altri: Alonso, nato a Siviglia nel 1515 e autore del Libro de cuaranta cantos (Siviglia 1550 e molte ristampe), nonché della Summa de philosophia natural (Siviglia 1545), tradotta in italiano, col titolo Le sei giornate, da Alfonso Ulloa (Venezia 1547); Pasquale, morto a Valencia il 26 marzo 1768, compositore di musica sacra; giorgio (1756-1821), pittore scenografo a Milano. Per ultimo, dopo innumeri polemiche scoppiate da quando nel 1708 fu pubblicato a Londra (nella Muntley Miscellany or Memoirs of the various) una lettera firmata da un Bartolomeo de F., si discute ancora se codesto Bartolomeo, del quale non si hanno altre notizie, sia effettivamente esistito.
Per errore, fu anche chiamato nella tradizione conte di Fuentes quel Paolo Bernardo conte di Fontaine, comandante della fanteria spagnola nella battaglia di Rocroi, dove fu ucciso (1643).