funeral house
loc. s.le f. inv. Luogo dedicato al commiato da un defunto prima della sepoltura o della cremazione.
• Il volto non è severo come quello della preziosa statua conservata nel Duomo di Napoli. Ha le gote troppo rosse, ricordano quelle dei defunti preparati nelle «Funeral House» per la cerimonia d’addio. Sul manto del vescovo martire sono fissati con le spille da balia, dai fedeli, i «verdoni» dal taglio cospicuo. (Salvatore Casaburi, Repubblica, 19 settembre 2009, Napoli, p. I) • «Gli studenti hanno aderito con molto interesse e impegno: si tratta di un tema-limite, che riconduce a problemi di carattere esistenziale. E propone di riportare entro la città il tema della morte, che da questa fu emarginato dal noto editto napoleonico. Ne sono nate idee progettuali per funeral house dignitose, oggi assenti in Italia» (Luigi Bartolomei intervistato da Leonardo Servadio, Avvenire, 11 luglio 2013, p. 22, Agorà) • Un colosso delle onoranze funebri sull’asse friulano-veneto con servizi anche per riti islamici: è la «funeral house» prevista a Sacile. La domanda di traslarvi salme dal Veneto per i riti funebri pare sia stata inoltrata alla Regione. (C[hiara] B[enotti], Messaggero Veneto, 24 luglio 2014, p. 28, Pordenone).
- Espressione inglese composta dai s. funeral ‘funerale’ e house ‘casa’.
- Già attestato nel Corriere della sera del 2 luglio 1997, p. 51, Lombardia (Luigina Giliberti).
> casa funeraria, sala del commiato.