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FUNGICIDI

di Paolo Fontana - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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FUNGICIDI (App. III, 1, p. 692 e v. anticrittogamici, III, p. 475; App. II, 1, p. 204)

Paolo Fontana

Sebbene i maggiori sviluppi fra i f. si siano avuti per i prodotti puramente organici, una notevole diffusione hanno tuttora i derivati inorganici del rame, lo zolfo e i metallorganici. Tra questi ultimi sono quasi scomparsi i derivati mercurici a causa dell'alta tossicità e dei rischi d'inquinamento; al trifenilacetato di stagno (Fentin acetato o Brestan) si è unito l'idrossido corrispondente (Fentin idrossido) attivo anche come alghicida.

I derivati ditiocarbammici, a più di trent'anni dall'introduzione sono tuttora pressoché insostituibili; ai prodotti già descritti si sono uniti diversi nuovi prodotti tra cui il Propineb, ditiocarbammato di zinco derivato dal 1,2-diammino-propano e il Mancozeb, complesso stabile dello zinco con l'etilen-bis-ditiocarbammato di manganese.

Il Captan è stato affiancato dall'analogo aromatico Folpet e dal più attivo Captafol (N-(1,1,2,2-tetracloroetiltio)-tetraidroftalimide); nei tre prodotti il gruppo attivo è simile: un tiolo sostituito da un gruppo fortemente alogenato. Il meccanismo di azione consiste probabilmente nella reazione con gruppi solfidrilici essenziali o nella formazione nel citoplasma di veleni secondari come COS.

Sono entrati nell'uso numerosi altri prodotti f. di varia struttura chimica: si possono citare la Dichlofluanide (N-diclorofluorometiltio-N', N'-dimetil-N-fenilsolfonamide) e la Dichlozolina o Sclex (3-(3,5-diclorofenil)-5,5-dimetilossazolidinadione-2,4) oggi sostituita dall'omologo vinilico a causa della sua tossicità.

La capacità di penetrare nei tessuti dei vegetali superiori è inesistente per la maggior parte dei f.; solo alcuni (per es., Captafol, Cypex) sono in grado di entrare nelle cellule senza però poter essere trasportati ad altre e vengono perciò chiamati citotropici; altri prodotti sperimentali, prevalentemente nitroderivati aromatici, sono in grado di compiere una limitata diffusione alla superficie delle foglie nello strato ceroso o forse in quello cuticolare. Rispetto a tali prodotti di tipo tradizionale un'importante novità è data dai prodotti sistemici: essi sono dotati della capacità di venire assorbiti dalla pianta e ridistribuiti, di regola per via xilematica e quindi in senso acropeto, in modo da risultare efficaci anche lontano dal punto di applicazione.

I più diffusi f. sistemici sono derivati benzimidazolici: il primo e forse più impiegato è il Benomyl, estere metilico dell'acido N- [1(butilcarbamoil)-2-benzimidazol]-carbammico, che ha azione fungicida propria anche se agisce prevalentemente il suo prodotto d'idrolisi: N-[2-benzimidazol]-carbammato di metile (MBC). Sembra che l'MBC sia responsabile della sistemicità del Benomyl, oltre che della maggior parte dell'efficacia. Recentemente è stato introdotto come f. anche l'MBC; il meccanismo d'azione è probabilmente un'interferenza sul controllo della replicazione del materiale genetico, controllo regolato a quanto pare da un singolo gene: da ciò la possibilità di selezione di ceppi resistenti, più volte avvenuta.

Tra gli altri derivati imidazolici ha una certa importanza il Thiabendazole (TBZ), in precedenza usato come antielmintico. Possono essere classificati fra i benzimidazolici anche il Thiophanatemethil e il Thiophanate: questi prodotti hanno una struttura chimica non eterociclica, essendo rispettivamente lo 1,2-di-(3-etossicarbonil-2-tioureido)-benzene e l'omologo dietossicarbonilico. Tuttavia essi sono inattivi come f. e diventano attivi e sistemici solo dopo essere stati trasformati nell'MBC e rispettivamente nell'omologo etilico. Pertanto il loro meccanismo di azione e la maggior parte delle reazioni biologiche sono eguali a quelle del Benomyl.

I prodotti sistemici citati hanno ampi spettri di azione e sono impiegati specialmente nella lotta contro la Botrytis, gli oidii, le ticchiolature e altro. Inoltre il Benomyl e il Thiophanate hanno una certa azione contro gli acari, prevalentemente ovicida. La tossicità per gli animali è bassissima.

Un'altra classe di f. sistemici è costituita dai tre derivati pirimidinici Ethirimol, Dimethirimol e Triarimol. Essi sono attivi prevalentemente come antibotritici per molte colture, soprattutto orticole e floreali.

Hanno dato spesso luogo alla selezione di ceppi fungini resistenti. La loro tossicità per gli animali è bassissima, salvo che quella del Triarimol è moderata. A differenza dei benzimidazolici, la persistenza nei tessuti vegetali è bassa anche se persistono a lungo nel terreno, dal quale le radici possono assorbirli.

Si possono citare ancora la Carboxim e l'analogo solfone Oxycarboxim, attivi tra l'altro contro le ruggini dei cereali e di alcune piante ornamentali; il Dodemorph, antioidico usato nei vivai; l'Edifenphos, un'estere ditiofosforico attivo contro il "brusone" del riso.

Bibl.: S. Rich, Fungicidal chemistry, e H. D. Sisler, C. E. Cox, Phisiology of fungitoxicity, in J. G. Horsfall, A. E. Diamond, Plant patology, 2, New York 1960; G. D. Thorn, R. A. Ludwig, The dithiocarbametes and related compounds, ivi 1962; H. Lyr, W. Rawald, Wirkungsmechanismen von Fungiziden, Antibiotika und Cytostatika, Berlino 1970; R. L. Lukens, Chemistry of fungicidal action, New York 1971; R. W. Marsh, Systemic fungicides, Harlow 1972; H. Martin, Insectidide and fungicide handbook for crop protection, Oxford 1972.

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