funzionalismo
Spiegare una società in base alle funzioni svolte
Il funzionalismo è una corrente scientifica che attribuisce molta importanza alla funzione di un individuo, di un gruppo, di un fatto, all'interno di una comunità o, più ampiamente, di una società. Come in un meccanismo, ogni elemento svolge la sua parte per far funzionare tutto l'insieme, così ogni funzione compiuta in ambito sociale serve a mantenere in attività uno Stato, un'organizzazione, una struttura
Per funzione si intende la capacità di compiere, eseguire qualcosa. In uno strumento tecnico, per esempio, ogni parte contribuisce alle operazioni svolte dall'insieme dell'apparato. Così come nel corpo umano ogni elemento del sistema circolatorio o di quello nervoso contribuisce alla vita dell'essere umano, così nella società ogni azione contribuisce alla sopravvivenza del sistema sociale o comunque al mantenimento di alcune sue caratteristiche. Quando cambiano le funzioni anche il sistema ne risente.
Soprattutto nel 19° secolo, con le teorie evoluzionistiche di Darwin e il pensiero sociologico dell'inglese Herbert Spencer, venne sviluppata una stretta analogia tra fenomeni biologici e fenomeni sociali. L'equilibrio e la differenziazione delle società venivano spiegati in base alle funzioni operanti in esse.
Va però tenuto presente che quanto avviene in una struttura biologica è ben diverso da quello che accade in una società umana, in cui va considerata soprattutto la libera volontà degli individui. Inoltre la selezione biologica che permette la sopravvivenza solo degli elementi più forti non è applicabile alla convivenza umana, in cui invece si è più attenti al valore della vita, al di là delle debolezze dei singoli soggetti.
Fra gli studiosi delle popolazioni impropriamente ritenute 'primitive', e specialmente fra quelli della prima metà del 20° secolo, lo scienziato di origine polacca Bronislaw Malinowski ha sostenuto che ogni elemento di una cultura ‒ costumi, modi di pensare, stili di vita ‒ sia funzionale e integrato in un sistema equilibrato che serve a soddisfare le necessità dei singoli e dei gruppi. Le funzioni nascerebbero proprio dai bisogni espressi dai soggetti umani.
In verità limitarsi a descrivere le funzioni non basta per capire una società. Occorre invece individuare i motivi, le ragioni, le condizioni, le variabili in gioco, cioè i fattori che orientano gli atteggiamenti e i comportamenti degli individui. Del resto, come scriveva alla fine dell'Ottocento il sociologo francese Émile Durkheim, "l'organo è indipendente dalla funzione, vale a dire che, pur restando lo stesso, esso può servire a degli scopi diversi". Pertanto le funzioni sono mutevoli, anche se non cambiano gli elementi organici che le svolgono. In effetti un gruppo sociale che nel passato aveva un determinato ruolo oggi può svolgere una funzione ben diversa, sebbene le persone che lo compongono siano rimaste le medesime. In definitiva il funzionalismo non può essere considerato universalmente valido e necessario, cioè applicabile a ogni situazione.
Una distinzione molto importante è quella proposta dal sociologo statunitense contemporaneo Robert King Merton, che parla di funzione manifesta (compresa e voluta) e funzione latente (non compresa e non voluta). L'una e l'altra possono operare anche contemporaneamente. Per esempio, un'organizzazione sociale può servire a raggiungere un obiettivo manifesto a carattere ideologico, quale la trasmissione di determinati insegnamenti e di particolari valori ideali, ma può altresì servire da base latente per ottenere consensi politici o per favorire l'ascesa di chi mira a raggiungere i vertici della gerarchia sociale.
Il funzionalismo è stato spesso criticato per il suo orientamento piuttosto conservatore e incapace di tenere conto delle diversità e delle innovazioni.