fuori (fuor; fori, for; fora; fore; furi)
Sia come preposizione sia come avverbio la forma ‛ fuori ' (‛ fuor ' dominante in poesia, e non assente in prosa: Cv III VII 5, due volte) è la più usata. Senza distinguere qui il valore grammaticale, troviamo adoperata, e solo in poesia, 12 volte la forma ‛ fori ' (di cui 10 in rima): If XXII 105, Pg XXVII 82; in rima: Rime CIV 99, If IX 70, Pg XV 115, XXVII 88, XXIX 81, XXX 30, Pd V 101, IX 15, XII 13, XXX 69. Si aggiungano i quattro casi in poesia di ‛ for ', in Vn XIX 11 48, XXVII 4 11, XXXIV 10 9 e 11 12. Si hanno inoltre, sempre solo in poesia, 10 casi di ‛ fora ' (dei quali 6 in rima): Rime LXVII 30 e LXXX 12, If XVII 46, Fiore CXXIII 6; in rima: Vn XXIII 22 40, If X 72 e XVI 69, Pg I 90 e V 55, Fiore VII 1. La forma ‛ fore ' è presente 14 volte (sempre in rima, tranne il solo caso, e in prosa, di Vn XXXV 1): Vn VIII 5 4, XIV 12 10 e XXXIV 9 7, Rime XLII 10 e CIV 2, Rime dubbie I 12, Pg III 138, XXII 12 e XXIV 49, Pd I 118, XXIX 16 e XXX 38, Fiore IV 4. Forme dunque - ‛ fori ', ‛ for ', ‛ fora ', ‛ fore ' - tutte della poesia, a esclusione del solo caso di Vn XXXV 1 (de fore): sono del resto tutte forme di tradizione o di influenza lirico-siciliana, come indica la mancanza del dittongo. È interessante la forma di furi di Pg XIX 81, in rima con duri e sicuri, accolta dalla '21 ma respinta dal Petrocchi che opta per fori " secondo il criterio di rappresentazione della rima ‛ umbra ' (o forse meglio guittoniana...) " e in quanto lezione portata dalla maggioranza dei copisti (cfr. tuttavia, per la toscanità di ‛ furi ', Parodi, Lingua 225, e Migliorini, Storia della Lingua Italiana, Firenze 1960, 140).
1.1. Come preposizione, è sempre seguito dalla preposizione ‛ di ', tranne pochi casi in cui si unisce direttamente al nome o è seguito da altra preposizione (in Vn XIX 11 48 Color di perle ha quasi, in forma quale / convene a donna aver, non for misura: dove si ha un uso locutivo con valore avverbiale di modo; Cv III VII 5 del quale non si può dire che tutto sia ne l'acqua né tutto fuor da quella [cfr. If XXXII 32]. Vedi anche oltre, a 3., di fuori da, di fuori di). Consideriamo f. da solo come avverbio, respingendo la locuzione prepositiva ‛ f. per ', nei seguenti altri casi, poiché ‛ per ' ci sembra esprima accentuatamente un particolare complemento (moto attraverso luogo), per proprio conto, o comunque si ha valore intensivo: Vn VIII 5 4 Amor sente a Pietà donne chiamare, / mostrando amaro duol per li occhi fore; If XVII 46, XXXIV 85 Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso; così Pg XXXIV 143 Trasformato così 'l dificio santo / mise fuor teste per le parti sue.
Elenchiamo qui di seguito i casi di f. come preposizione, connesso con ‛ ne ' pronominale o avverbiale (se pur talvolta ‛ ne ' si presenta con valore attenuato): Vn XXXIV 11 12 Ma quei che n'uscian for con maggior pena, / venian dicendo; Rime LXVII 51 Vanne, misera, fuor, vattene omai!; XCV 4, CII 53, Rime dubbie I 12, If IX 122 Tutti li lor coperchi eran sospesi, / e fuor n'uscivan sì duri lamenti, XVI 69, XXVII 6; Pg I 90 quella legge / che fatta fu quando me n'usci' fora; Pd XXX 69, Fiore IV 4.
1.2. In particolare con riferimento all'uso quale preposizione o locuzione prepositiva, per l'ordine o la posizione delle parole vanno osservati, in poesia: a) i seguenti casi prolettici: di caunoscenza e di verità fora, Vn XXIII 22 40; Rime XLII 10; uscia di Gange fuor con le Bilance, Pg II 5; in sua etternità di tempo fore, Pd XXIX 16; b) questo caso d'interposizione: fuor mi rapiron de la dolce chiostra, Pd III 107.
Da rilevarsi inoltre i tre casi di enjambement: pentendo e perdonando, fora / di vita uscimmo a Dio pacificati, Pg V 55; né pur le creature che son fore / d'intelligenza quest'arco saetta, Pd I 118; Noi siamo usciti fore / del maggior corpo al ciel ch'è pura luce, XXX 38. Tiene di b) e dell'enjambement: Pd XXV 4 la crudeltà che fuor mi serra / del bello ovile.
1.3. Per i significati, va anzitutto precisato che per i casi specialmente come ‛ uscir f. ' (numerosi) e ‛ trarre f. ' non sembra opportuno parlare d'impiego pleonastico, ma piuttosto di uso rafforzativo o intensivo. Va aggiunto inoltre che per il valore contestuale di svariate locuzioni sarà in genere necessario rimandare a ciascuna delle particolari voci verbali che partecipano alla formazione.
a) In unione con verbi di quiete o di moto, indica l'esterno, la parte esteriore di un corpo, di un'entità spaziale, di un luogo, o rispetto a essi, nella condizione di stato in luogo o di moto a luogo oppure da luogo; e sempre con riferimento esplicito o implicito a un ‛ interno ': Cv III VII 5 sì come l'uomo... del quale non si può dire che tutto sia ne l'acqua né tutto fuor da quella; If I 23, XIV 77 divenimmo là 've spiccia / fuor de la selva un picciol fiumicello, e 136; XIX 22 Fuor de la bocca a ciascun soperchiava / d'un peccator li piedi e de le gambe / infino al grosso, e l'altro dentro stava (va osservata la compresenza di dentro come avverbio, alla quale parola comunque si rinvia; si cfr. anche If XXXIV 63); XXVI 129 non surgëa fuor del marin suolo; XXVIII 79 gittati saran fuor di lor vasello; e inoltre con il significato contestuale di " sporgere ", " sopravanzare ", come in XIX 22 appena sopra riportato: venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, / sanza la testa, uscia fuor de la grotta, XXXI 114; a gracidar si sta la rana / col muso fuor de l'acqua, XXXII 32 (" sporgente "; analogamente in XXII 26); XXXIV 29, Pg II 5 uscia di Gange fuor con le Bilance; IX 102, X 16 pria lo scemo de la luna / rigiunse al letto suo per ricorcarsi, / che noi fossimo fuor di quella cruna (dove forse si ha il valore di " al di là ", " oltre "); XVII 11 usci' fuor di tal nube; XXI 9 Cristo apparve a ' due ch 'erano in via, / già surto fuor de la sepulcral buca; XXVII 7.
Si aggiungano: Vn XXXIV 10 9 Piangendo [i sospiri] uscivan for de lo mio petto; XXXVI 2 la quale [donna] parea che tirasse le lagrime fuori de li miei occhi per la sua vista; Rime LXXX 12, CXVI 29 L'angoscia, che non cape dentro, spira / fuor de la bocca si ch'ella s'intende; Pg XXXI 14 mi pinsero un tal " sì " fuor de la bocca; e inoltre: Pg XV 115 Quando l'anima mia tornò di fori / a le cose che son fuor di lei vere, / io riconobbi i miei non falsi errori (si noti anche la presenza di di fori avverbiale).
b) Viene a esprimere distacco, separazione, allontanamento, superamento, esclusione, privazione, e quindi differenziazione, deviazione, contrasto, con riferimento a cose concrete o astratte, in casi e toni i più diversi. Va qui sottolineato che, come si potrà rilevare dalla documentazione, in diversi casi, varie espressioni formate con la parola qui in esame hanno funzione o valore attributivi: Vn XIV 5 non ne rimasero in vita più che li spiriti del viso; e ancora questi rimasero fuori de li loro istrumenti; XIV 6 e 14 (cfr. anche il § 12 10); XIV 7 traendomi fuori de la veduta di queste donne; XXIII 22 40 di caunoscenza e di verità fora, / visi di donne m'apparver crucciati; (e qui si possono comunque accostare: Rime CVI 147 Oh cotal donna pera / che... / crede amor fuor d'orto di ragione!; Cv II I 13 (cfr. IV VII 5, oltre a 1.4.); VIII 5, III XV 14, IV II 17, IX 1 e 10; If VI 44 L'angoscia che tu hai / forse ti tira fuor de la mia mente; XXX 39 divenne / al padre, fuor del dritto amore, amica; Pg XXI 42, XXVIII 66 Venere, trafitta / dal figlio fuor di tutto suo costume; Pd I 118 le creature che son fore / d'intelligenza; XXIII 42, XXXIII 104; Fiore XXXVIII 10 mi par che ' l tu ' consiglio sia / fuor di tu' nome; XCI 14, CLXII 6.
Ancora in Rime XCI 100 'l terzo vo ' che prove / di trarlo fuor di mala setta in pria; If IV 150 mi mena il savio duca, / fuor de la queta, ne l'aura che trema; Pg I 17 e 44 Chi v'ha guidati... / uscendo fuor de la profonda notte... ?; V 92 Qual forza o qual ventura / ti travïò sì fuor di Campaldino... ?; IX 3 fuor de le braccia del suo dolce amico; XXVII 132 fuor se ' de l'erte vie, fuor se ' de l'arte; Pd VIII 141, XXVII 123 Oh cupidigia, che i mortali affonde / sì sotto te, che nessuno ha podere / di trarre li occhi fuor de le tue onde!, e XXX 38.
In particolare, Vn XL 6 è peregrino chiunque è fuori de la sua patria (e XLI 5); Rime CXVI 78 forse vedrai Fiorenza, la mia terra, / che fuor di sé mi serra; Cv I III 4, Pd XXV 4.
Con riferimento alla morte: Rime LXVII 30 Innamorata se ne va piangendo / fora di questa vita / la sconsolata, e 39; Pg V 55 fora / di vita uscimmo a Dio pacificati.
Con riferimento a un periodo della vita, esprimendo superamento: Pg XXX 42 l'alta virtù che già m'avea trafitto / prima ch'io fuor di püerizia fosse; Fiore CXLIX 10 i ' era già fuor di giovanezza.
1.4. Altre locuzioni, altri usi figurati, metaforici: Vn XXX 2 sarebbe fuori del mio intendimento [" andrebbe oltre ", " eccederebbe "] se le scrivessi; Rime XLII 10 Poi piacevi saver lo meo coraggio, / e io 'l vi mostro di menzogna fore, " francamente ", " sinceramente "; Cv I IX 2 li litterati fuori di lingua italica non averebbono potuto avere questo servigio; II III 5 e 8 fuori di tutti questi, li cattolici pongono lo cielo Empireo (" oltre ", " al di là "; vedi anche ai §§ 3 e 11 di fuori); XI 3 fecila [la tornata] quando alcuna cosa in adornamento de la canzone era mestiero a dire, fuori de la sua sentenza (" estraneamente "); XII 5 come essere suole che l'uomo va cercando argento e fuori de la 'ntenzione truova oro (" senza ", " differentemente ", " contrariamente "; v. anche III XII 9, due volte); III XI 13, XIII 5 l'umana natura - fuori de la speculazione, de la quale s'appaga lo 'ntelletto e la ragione - abbisogna di molte cose a suo sustentamento; IV Le dolci rime 115 ch ' elli son quasi dei / quei c ' han tal grazia fuor di tutti rei (" senza alcuna colpa, macchia "); VII 5 quella percuot[o] fuori di tutto l'ordine de la riprovagione (" al di là di ogni ordinaria riprovazione "), e 6 Una pianura è con certi sentieri: campo con siepi, con fossati... con tutti quasi impedimenti, fuori de li suoi stretti sentieri (si legga anche oltre, e si confronti, comunque, Pg IV 66 se non uscisse fuor del cammin vecchio, e Pd VIII 148); e ancora Cv IV X 5 essere fuori d'imperiale officio (indica estraneità); Pg XX 71 tragge un altro Carlo fuor di Francia; XXI 31 Ond'io fui tratto fuor de l'ampia gola / d'inferno per mostrarli... (Mattalia: " tratto: con idea di obbedienza ad ordine "); Pd III 107 fuor mi rapiron de la dolce chiostra (Fiore CLXXXV 10 tragga l'altro fuor della burella / che molto gli è annoiato star rinchiuso, e CXCVIII 14; cfr. anche: Vo' mi parete due ingannatori: / andate fuor di casa, CXXXIV 13 [dove al v. 4 si legge anche: disse che volea / ch'andasser fuor della sua pertenenza]; E s'ella va da sera o da mattina / fuor di sua casa, vada contamente, CLXV 10). Altri casi: Pd XVII 37, XXVI 32 (fuor di lei), XXIX 16 (in sua etternità di tempo fore), e 17.
2. Come avverbio, i cui casi diamo di seguito, valgono le stesse distinzioni che abbiamo visto per la preposizione: Vn XI 2 uno spirito d'amore, distruggendo tutti li altri spiriti sensitivi, pingea fuori li deboletti spiriti del viso; XXVII 4 11, XXXIV 9 7 diceva a' sospiri: " Andate fore "; Rime C 41 Passato hanno lor termine le fronde / che trasse fuor la vertù d'Ariete; If VIII 116 Chiuser le porte que' nostri avversari / nel petto al mio segnor, che fuor rimase; IX 70 li rami schianta, abbatte e porta fori (qui si ricorda che ha avuto fortuna la variante (i) fiori, poi respinta: vedi Petrocchi, ad l.); X 72, XXII 105 com'è nostro uso / di fare allor che fori alcun si mette; XXIV 15 fuor le pecorelle a pascer caccia, e XXXIV 63 (in compresenza con dentro); Pg XVI 65, XXII 12 pur che la fiamma sua paresse fore; XXIV 49 Ma dì s'i' veggio qui colui che fore / trasse le nove rime; XXVII 57, XXVII 82 quale il mandrïan che fori alberga (lontano dalla sua casa, dal suo luogo di residenza); XXVIII 21 quand'Ëolo scilocco fuor discioglie; XXXI 20, XXXIII 132; Pd IV 18 Io veggio ben come ti tira / uno e altro disio, sì che tua cura / sé stessa lega sì che fuor non spira; XXIV 121 sì ch'io approvo ciò che fuori emerse, e XIV 3 (opposizione con dentro), XVII 7, Fiore CLXXXV 9.
3. Preceduto dalla preposizione ‛ di ', è presente sia in funzione prepositiva, sia (e più) in funzione avverbiale; e nella prima funzione è seguito sempre da ‛ di ' o ‛ da ' (questo in maggioranza), senza differenza di valore. Spesso si ha la compresenza di ‛ dentro '.
3.1. Preposizione. In senso concreto o con riferimento a entità astratte non si differenzia sostanzialmente per l'impiego (in quanto intercambiabili), e per i valori dal semplice ‛ fuori ': Cv II III 3 Aristotile credette... che fossero pure otto cieli, de li quali lo estremo... fosse quello dove le stelle fisse sono, cioè la spera ottava; e che di fuori da esso non fosse altro alcuno, e, analogamente, § 11 Questo è lo soprano edificio del mondo, nel quale tutto lo mondo s'inchiude, e di fuori dal quale nulla è (nel primo caso ci si sente meglio " all'esterno ", nel secondo " oltre ", " al di là ", come nei semplici f. dei §§ 5 e 8); If XII 121 vidi gente che di fuor del rio / tenean la testa ed ancor tutto 'l casso; XXIV 141 se mai sarai di fuor da' luoghi bui; Pg III 131, IV 131 Prima convien che tanto il ciel m'aggiri / di fuor da essa; Pd XIV 75 parvemi lì novelle sussistenze / cominciare a vedere, e fare un giro / di fuor da l'altre due circunferenze (moto in luogo circoscritto). Caso particolare: Pg XII 24 si vid'io lì... figurato / quanto per via di fuor del monte avanza (" avanza, sporge all'infuori, verso l'esterno del monte ").
In riferimenti astratti, in relazione ad aspetti psicologici, razionali: Cv I I 2 diverse cagioni, che dentro a l'uomo e di fuori da esso lui rimovono da l'abito di scienza, e 4; III XV 9 errore, lo quale è di fuori di naturale intenzione; IV IX 5; Pd IV 126 già mai non si sazia / nostro intelletto, se 'l ver non lo illustra / di fuor dal qual nessun vero si spazia.
3.2. Avverbio. Vale " nell'aspetto esteriore della persona " (in particolare con riferimento al volto); anche, analogamente, di cosa. Inoltre, relativamente ad aspetti psicologici, razionali: Vn VII 6 19 di fuor mostro allegranza, / e dentro da lo core struggo e ploro, e XXXV 1; Rime L 52 ciascun che vi mira, in veritate / di fuor conosce che dentro è pietate, e CIII 30 (si ha come un opposto ai suddetti casi in CIV 2 Tre donne intorno al cor mi son venute, / e seggonsi di fore; / ché dentro siede Amore). Similmente o analogamente, Rime CIV 99 e 'l fior, ch'è bel di fori, / fa disiar ne li amorosi cori; Cv I I 18 la vera intenzione mia fosse altra che quella che di fuori mostrano le canzoni predette; IV 3, II Voi che 'ntendendo 22, VI 2, III II 9, III 13, VIII 10; e si aggiunga comunque I XI 3, II VII 12, III 1 3, VIII 11; If IX 1 Quel color che viltà di fuor mi pinse; Pg XV 115 Quando l'anima mia tornò di fori; XVIII 5 io... / di fuor tacea, e dentro dicea (cfr. If XXVI 90 gittò voce di fuori), e XXXI 91; Pd IX 15 'l suo voler piacermi / significava nel chiarir di fori, e XXIII 123; Fiore CXXIII 6 di fora sì fa dolze portatura; / ma egli è dentro lupo per natura; CLXXXIV 7 Con tutto ciò se ne mostri dogliosa / di fuor, ma dentr'al cuor ne sia gioiosa.
Con riferimento a luogo e simili, in condizione di stato e moto: If XI 87 quelli / che sù di fuor sostegnon penitenza (si noti sù); Pg IX 132 facciovi accorti / che di fuor torna chi 'n dietro si guata; Fiore VII 1 Molto vilmente mi buttò di fora / lo Schifo.
Si considerino anche: Rime C 61 l'acqua morta si converte in vetro / per la freddura che di fuor la serra; If XVII 74 Qui distorse la bocca e di fuor trasse / la lingua.
Nella condizione di moto da luogo o provenienza (reale o in senso figurato) vale come " da fuori ", " dal di fuori ", in Pg XVII 14 O imaginativa che ne rube / talvolta sì di fuor, e 23 qui fu la mia mente si ristretta / dentro da sé, che di fuor non venia / cosa che fosse allor da lei ricetta; XVIII 43, Pd V 101.
3.3. Con uso aggettivale (v. anche DENTRO; ENTRO), con il significato di " esterno ", " esteriore ", in Cv III VIII 7 Onde vedemo che ne la faccia de l'uomo, là dove fa [l'anima] più del suo officio che in alcuna parte di fori, e IV XVII 12; If XVIII 15 a tai fortezze da' lor sogli / a la ripa di fuor son ponticelli, e XXIII 26, Pg XXIX 81.
3.4. Quanto all'uso come sostantivo, si rinvia pure alla voce DENTRO, aggiungendo qui il passo di Pg XXVII 88 Poco parer potea lì del di fori.
4. Come locuzione prepositiva con valore eccettuativo e il significato di " eccetto che ", " tranne che ", " (salvo che " (come ‛ fuor che '), si accompagna con ‛ di ': If VI 38 Elle giacean per terra tutte quante, / fuor d'una ch'a seder si levò; Cv III VII 5, XIV 8, IV XIV 9 (v. anche FUOR CHE).
5. Preceduto dalla preposizione ‛ in ', è presente in tre casi, in funzione prepositiva (uno): Pg III 138 quale in contumacia more / di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, / star li convien da questa ripa in fore...; in funzione avverbiale (due): Pg XX 9 la gente... / da l'altra parte in fuor troppo s'approccia; XXV 112 Quivi la ripa fiamma in fuor balestra.