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furare

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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furare

Lucia Onder

Con costrutto transitivo, nel senso di " sottrarre con la forza ", " rubare ", in Cv IV XXVII 13 furate e occupate l'altrui ragioni, e Pg XX 110 Del folle Acàn ciascun poi si ricorda, / come furò le spoglie, sì che l'ira / di Iosüè qui par ch'ancor lo morda. Con costrutto assoluto, in Pd XIII 140 Non creda donna Berta e ser Martino, / per vedere un furare, altro offerere, / vederli dentro al consiglio divino. Il participio passato è presente in Cv IV XXVII 14 si dee ridere... del ladro che menasse a la sua casa li convitati, e la tovaglia furata di su l'altare... ponesse in su la mensa.

In espressione figurata, nel senso di " impedire di conoscere ", " celare ", " nascondere ", in Pg XXX 104 Voi vigilate ne l'etterno die, / sì che notte né sonno a voi non fura / passo che faccia il secol per sue vie.

Il gruppo Vaticano ha la lezione per lo furar che frodolente fece (If XXV 29) accettata dal Witte, dal Moore, dallo Scartazzini, dal Porena, dal Chimenz, ecc. Il Petrocchi segue invece la variante furto (v.). C'è anche una variante tarda furo, che però nessuno dei moderni commentatori accetta (cfr. Petrocchi, ad l.).

Vocabolario
furare
furare v. tr. [dal lat. furari, der. di fur furis «ladro»], ant. – Rubare, rapire, portar via: Del folle Acàn ciascun poi si ricorda, Come furò le spoglie (Dante); in senso fig.: Morte fura Prima i migliori, e lascia star i rei (Petrarca);...
fùria
furia fùria s. f. [dal lat. furia, der. di furĕre «infuriare»]. – 1. a. Stato di furore, di eccitazione, per lo più di breve durata, che si manifesta con atti e parole violente; accesso di collera, impeto d’ira: andare, montare in f., su...
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