furniture design
<fë'ëničë diʃàin> locuz. ingl., usata in it. al masch. – Attività di progettazione applicata all’ambito dell’arredamento privato, prevalentemente domestico. L’Italia è Paese leader a livello mondiale per la produzione di mobili e per la concentrazione di progettisti e studi professionali attivi in questo settore, così come la Fiera internazionale del mobile di Milano è, per il comparto, l’evento fieristico più importante. Nei primi anni Duemila il settore del mobile ha perseguito piccole innovazioni di carattere tipologico, tecnologico e morfologico, ma non grandi rivoluzioni, come invece è accaduto in passato, per esempio negli anni Sessanta del Novecento con i mobili in plastica o con l’arredo informale. Negli ultimi anni, caratterizzati dalla sensibile crisi economica, una grande attenzione è stata rivolta alla riduzione dei costi e alla sostenibilità ambientale. Proprio quest’ultima si è estesa dall’uso di materiali riciclabili, o facilmente rinnovabili, all’intero processo di fabbricazione. Innovazioni tipologiche nei mobili sono invece derivate dall’introduzione di nuovi standard per gli apparecchi legati all’intrattenimento (Led TV, lettori satellitari, ecc.), che per esempio ha consentito di realizzare sistemi dominati dalla bidimensionalità o, nel caso delle cucine, dall’introduzione di nuove tipologie di elettrodomestici, spesso proposti in serie reiterata. Le innovazioni tecnologiche, tese ad aumentare il comfort e la funzionalità, si sono concentrate sui dettagli, minuteria e ferramenta, e sulle contaminazioni materiche. Legno e metallo, così come legno e polimeri, sono stati chiamati a svolgere un ruolo paritetico all’interno dello stesso prodotto, eliminando inutili gerarchie. Infine le questioni estetiche e formali. Fermo restando l’onda lunga del minimalismo della fine degli anni Novanta, fortemente sostenuto dai processi tecnologici industriali impostati su lavorazioni a catena su pannelli, i grandi fenomeni linguistici di questi ultimi anni hanno riguardato la memoria, intesa come patrimonio di archetipi e di stilemi da citare e da rielaborare, come nel caso dei mobili torniti di Marcel Wanders o degli imbottiti in capitonné dei fratelli Bouroullec. Altro tema centrale è stato il decoro, rivitalizzato dall’uso delle tecnologie digitali, e di conseguenza il colore inteso come componente strutturale del progetto e non scelta secondaria, come nei progetti di Hella Jongerius o degli inglesi Barber & Osgerby. Grandi stimoli all’innovazione nel f. d. sono derivati dall’autoproduzione e dalle sperimentazioni di giovani designer che, dominando i nuovi media, sono riusciti a guadagnare una visibilità e una pervasività che giunge fino all’industria. Infine la Design art, un fenomeno che ha portato gli oggetti di arredamento nelle gallerie d’arte, da Established & Sons, a Gagosian alla Galleria Kreo di Parigi. Un evento che, sebbene lontano dalle logiche dell’industria, ha dato nuovo impulso alle sperimentazioni nell’ambito proprio del f. d. creando inedite forme di mecenatismo.