fusi orari
L'ora dell'altro capo del mondo
Sarebbe complicatissimo conoscere l'ora esatta e vera di ogni luogo della Terra, perché l'ora locale varia secondo la longitudine; e sarebbe quasi impossibile coordinare trasporti e comunicazioni fra luoghi che hanno, in teoria, un'infinità di ore locali diverse. La convenzione che ha istituito i fusi orari ha molto semplificato il problema
La Terra compie alcuni movimenti fondamentali per la vita dell'uomo e di tutte le altre specie: gira attorno al Sole (moto di rivoluzione) e gira attorno a sé stessa come una trottola (moto di rotazione); la rotazione avviene attorno all'asse terrestre, come se la Terra fosse incardinata su un perno che l'attraversasse dal Polo Nord al Polo Sud.
La Terra compie un giro intero in un periodo di tempo che si chiama giorno, distinto in un periodo di luce, il dì, quando il tratto di superficie terrestre che stiamo considerando si trova illuminato dal Sole, e in un periodo di buio, la notte. Per convenzione la durata del giorno è stata divisa in 24 parti di uguale durata, le ore; ciascuna ora è suddivisa in 60 parti di uguale durata, i minuti primi, detti semplicemente minuti; ciascuno di questi è diviso poi in 60 parti di uguale durata ‒ i minuti secondi, detti semplicemente secondi (ulteriormente divisi per calcoli speciali).
Se consideriamo un punto qualsiasi (o meglio: una qualsiasi longitudine), per tornare a occupare la stessa posizione rispetto al Sole quel punto impiegherà un giorno: 24 ore per fare un giro completo, cioè per percorrere un angolo giro, vale a dire 360°. In una sola ora, invece, percorrerà un angolo di 15° (360 : 24=15); un'ora, cioè, vale 15° dell'intera rotazione terrestre.
Dato che la Terra gira verso est, dopo un'ora quel punto sarà, rispetto al Sole, 15° più a est di dove era all'inizio; dopo due ore, 30° più a est e via dicendo.
Il ragionamento vale per ogni longitudine: ogni longitudine (tutti i punti con l'identico valore di longitudine), cioè, in effetti ha un'ora sua propria (ora locale), rispetto al Sole, diversa da quella di tutti gli altri valori di longitudine.
Sarebbe difficilissimo conoscere simultaneamente tutte le ore locali e coordinarle, e non si riuscirebbe a prendere appuntamenti o a stabilire gli orari dei treni e degli aerei.
Nell'Ottocento, quando il telegrafo già consentiva di scambiare messaggi quasi in tempo reale (e pochi anni dopo la radio avrebbe accelerato i tempi) e i treni viaggiavano a velocità mai raggiunte dall'uomo (e pochi anni dopo gli aerei avrebbero fatto di meglio), emerse il problema di fare i conti con l'infinità delle ore locali.
Nel 1884 un accordo internazionale stabilì, per prima cosa, di immaginare la superficie della Terra divisa in 24 spicchi ampi ciascuno 15°, cioè un'ora, chiamati fusi orari; stabilì, poi, che in tutti i punti compresi entro ciascun fuso orario l'ora 'esatta' fosse quella media, cioè quella del meridiano centrale del fuso: si calcola quand'è mezzogiorno al centro del fuso, rispetto al Sole, e si decide che in quel momento è mezzogiorno in tutto il fuso (anche se non è vero: a un'estremità del fuso il mezzogiorno 'locale' è passato da mezz'ora, all'altra estremità arriverà fra mezz'ora). Si stabilì, ancora, di contare le ore partendo da un meridiano iniziale, convenzionalmente identificato con quello passante per Greenwich (nelle vicinanze di Londra, sede di un celebre osservatorio astronomico): quando sul meridiano di Greenwich (0°) è mezzogiorno, nel fuso subito a est saranno le 13, due fusi più a est le 14 e così via; nei fusi a ovest invece mancherà ancora del tempo a mezzogiorno. I fusi orari, rispetto all'ora di Greenwich, vengono indicati, con il + se a est e con il −se a ovest.
Conoscendo la longitudine di un luogo, si sa a quale fuso appartiene e qual è la differenza di ora rispetto a Greenwich. Una corrispondenza così esatta, però, è vera solo in mare. Dato che i confini politici terrestri non coincidono con i limiti dei fusi, infatti, gli Stati hanno dovuto scegliere l'ora valida per il proprio territorio: l'Italia, che rientra in gran parte nel fuso detto dell'Europa centrale (+1), decise di adottare quell'ora in tutto il paese, anche se tra l'ora locale del Piemonte e quella della Puglia in realtà c'è quasi un'ora di differenza. I paesi molto estesi (come Russia, Stati Uniti, Canada) hanno diviso il loro territorio in più fusi.