Aldo, G.R.
Nome d'arte di Aldo Rossano Graziati, fotografo di scena e direttore della fotografia, nato a Scorzè (Venezia) il 1° gennaio 1905 e morto ad Albara di Pianiga (Venezia) il 14 novembre 1953. Figura chiave del Neorealismo italiano, A., grazie anche al suo talento di fotografo ritrattista, rivoluzionò alla fine degli anni Quaranta, nell'arco di una breve, folgorante carriera, gli standard dell'immagine cinematografica, inserendovi elementi di matrice pittorica. Seppe infatti portare nel cinema la drammaticità di tagli vigorosi che scolpiscono i corpi, conferendo alla figura umana e ai volumi una tridimensionalità fino allora sconosciuta, debitrice della tradizione pittorica secentesca italiana e fiamminga. Gli vennero attribuiti due Nastri d'argento: il primo, alla carriera, ottenuto dopo soli due film (La terra trema ‒ Episodio del mare, 1948, di Luchino Visconti, e Cielo sulla palude, 1949, di Augusto Genina) e il secondo alla memoria in seguito alla sua scomparsa. La rivista "Cinema nuovo", vincendo il tradizionale disinteresse della critica nei confronti dei tecnici, gli dedicò nel 1953 un intero dossier. Cresciuto in una famiglia di commercianti della provincia veneta, frequentò sin da giovanissimo i teatranti in tournée nella vicina Venezia. Appena conclusi gli studi, nel 1923 si trasferì a Parigi. Per mantenersi fece dapprima i mestieri più diversi e umili, per poi appassionarsi al lavoro di coreografo durante la sua esperienza al fianco di Mistinguett, la star delle Folies-Bergère. A. recitò in piccole parti sia in teatro sia al cinema ‒ da ricordare un ruolo nel film L'île d'amour (1928) di Jean Durand. L'interesse per la pittura dei fiamminghi e di Caravaggio lo portò a dedicarsi alla fotografia, guadagnandosi in breve la fama di abile ritrattista di attori. Dalla fotografia di scena passò al lavoro di operatore alla macchina e nel 1939 collaborò in questa veste con il direttore della fotografia Otto Heller sul set del film L'empreinte de Dieu (Nelle sabbie mobili) di Léonide Moguy. Nei primi anni Quaranta A. alternò il lavoro di operatore alla macchina (anche con Roger Hubert) a quello di fotografo presso il noto studio parigino Harcourt, per il quale lavoravano anche Cecil Beaton e Paul Ronald. Nel 1946 conobbe L. Visconti, che gli affidò la responsabilità della fotografia per La terra trema. Sin da questo primo film, A. trasferì nel cinema il suo gusto per la teatralità pittorica delle immagini, imbevute di un senso drammatico di matrice caravaggesca. A. illuminò i lungometraggi di registi sulla cresta dell'onda, come Léonide Moguy, Mario Soldati e tutti i film realizzati nei primi anni Cinquanta da Vittorio De Sica, da Miracolo a Milano (1951) a Umberto D. (1952), sino a Stazione Termini (1953). Orson Welles lo considerò l'unico possibile erede di Gregg Toland, appena scomparso, e gli affidò le immagini del suo Othello (1951; Otello). Le ristrettezze economiche in cui Welles fu costretto a girare il film stimolarono la creatività di A. che riuscì, costruendo un apparato visivo fortemente influenzato dall'espressionismo, a tramutare l'iniziale svantaggio in un elemento stilistico di grande qualità espressiva. Nel 1953, mentre era impegnato nelle riprese di Senso, suo primo tentativo di cimentarsi con il colore, durante un trasferimento della troupe perse la vita in un incidente sull'autostrada Padova-Venezia. L'eredità di A. venne raccolta dai suoi collaboratori, soprattutto dall'operatore di macchina Giuseppe Rotunno (che insieme a Robert Krasker portò a termine Senso) e da Gianni Di Venanzo.
P. Jacchia, Operatori italiani: Aldó, in "Ferrania", 1953, 3, pp. 22-23.
G. Monteleoni, G.R. Aldó, in "Bianco e nero", 1953, 12, pp. 9-10.
G. Zagni, Sulla morte di Aldo l'ultima pagina di diario, in "Cinema nuovo", 1953, 24, p. 338.
Ricordo di Aldo, in "Cinema nuovo", 1953, 25, nr. monografico (in partic. i saggi di G. Zagni, L. Visconti, V. De Sica, A. Genina, N. Cristiani, P. Rotunno, L. Chiarini).
S. Chiolo, La forma di Aldó, in "Filmcritica", 1955, 50-51, pp. 283 e segg.
S. Masi, La luce nel cinema. Introduzione alla storia della fotografia nel film, L'Aquila 1982, p. 165.
R. Ellero, M. Gottardi, A. Marzo, N. Dalla Chiara, Aldó. Tra cinema e fotografia, Venezia 1987.