RICCARDI, Gabbriello
RICCARDI, Gabbriello. – Figlio secondogenito di Francesco (1552-1611) e di Costanza Valori, nacque a Firenze nel 1606.
Ereditò con il fratello Cosimo (1601-1649) i beni del padre e dello zio Riccardo Romolo (1558-1612), del valore di 600-700.000 scudi. Il patrimonio fondiario della famiglia era suddiviso in due maggioraschi, di cui i due fratelli erano rispettivamente titolari, e in un fidecommesso e altri beni liberi a comune. In osservanza del testamento dello zio, la tutela di Cosimo e Gabbriello (e quella delle sorelle Caterina e Lucrezia) fu affidata, fino alla maggiore età, alla madre e a due uomini d’affari collaboratori di Francesco e Riccardo: Guglielmo Del Bene e Giovanni Taddei. I due fratelli si vennero distaccando dall’impegno diretto negli affari commerciali, sempre più gestiti da uomini di fiducia della famiglia. Il banco Riccardi, fondato nel 1581, concluse la sua attività nel gennaio del 1649.
Ancor giovani i due fratelli Riccardi avevano rinsaldato i rapporti, che già esistevano da fine Cinquecento, fra la loro famiglia e la corte granducale. Furono al seguito del cardinale Carlo de’ Medici nel 1623 a Roma e lo accompagnarono in un altro viaggio a Roma e a Napoli, tra l’ottobre del 1625 e l’aprile del 1626. Nel 1628 seguirono il granduca Ferdinando II de’ Medici in Germania. Gabbriello conobbe Galileo Galilei e fu padrino nel 1629 al battesimo del nipote omonimo, figlio di Vincenzo di Galileo. Durante il processo scrisse a Galileo e lo sostenne (G. Galilei, Le opere, XV, Firenze 1966, lettera del 7 maggio 1633, pp. 90 s.).
Un anno importante nella storia della famiglia Riccardi e nella biografia di Gabbriello fu il 1629. Il 12 aprile di quell’anno, infatti, insieme al fratello, Gabbriello venne insignito dal granduca Ferdinando II de’ Medici del titolo nobiliare di marchese di Chianni, Montevaso e Mela, località del contado di Pisa, dietro il pagamento di un’ingente somma. A tale tenuta si aggiunse, il 20 novembre del 1644, il marchesato di Rivalto, ancora nel contado di Pisa. La concessione ai Riccardi del marchesato di Chianni, Rivalto, Montevaso e Mela poneva la famiglia nel cerchio della nobiltà fiorentina. Gabbriello sposò, nel giugno del 1634, Francesca Calderini Pecori, che portò in dote ben 35.000 scudi. La coppia ebbe due figlie, Costanza e Maria, entrambe morte in tenera età. Dopo la morte del fratello Cosimo nel 1649, Gabbriello si occupò della direzione degli affari di famiglia e dell’educazione del nipote Francesco (1648-1719).
Svolse attività diplomatica come ambasciatore granducale presso la corte spagnola a Madrid dal 1637 al 1640. Nel 1645 ottenne il ben più ambito incarico di ambasciatore residente presso la corte pontificia a Roma, dove rimase dal 1645 al 1658, sotto i pontificati di Innocenzo X e Alessandro VII. Nel 1655 acquistò per 156.000 scudi fiorentini, dalla famiglia Barberini, l’ampia tenuta dei Falcognani, nelle vicinanze di Roma. Rientrato definitivamente a Firenze nel 1659, venne nominato maggiordomo maggiore ed entrò a far parte del Consiglio di Stato, l’organo supremo di governo. Mantenne queste cariche fino alla morte.
Testimonianza dei successi economici e sociali di Riccardi fu l’acquisto, il 28 marzo 1659, del palazzo Medici in via Larga (oggi via Cavour), per 40.000 scudi, dal granduca Ferdinando II.
Il palazzo era stato fatto costruire, alla metà del Quattrocento, da Cosimo il Vecchio per mano dell’architetto Michelozzo Michelozzi ed era stato residenza della famiglia Medici fino alla seconda metà del Cinquecento, quando il granduca Cosimo si era trasferito prima nel palazzo della Signoria, e poi nel palazzo Pitti. Il palazzo di via Larga divenne la residenza abituale di Gabbriello e dei suoi discendenti. Subito dopo l’acquisto, furono avviati i lavori di trasformazione dell’edificio, che venne ampliato di circa due quinti. La ristrutturazione, sotto la guida dell’architetto Giovambattista Foggini, proseguì sino al 1720. Da segnalare la costruzione della galleria, affrescata da Luca Giordano. I lavori al palazzo furono particolarmente intensi nell’ultimo decennio del Seicento. In tutto, la trasformazione comportò una spesa di quasi 120.000 scudi. Gabbriello arricchì la collezione di sculture e pitture dello zio Riccardo Romolo, in particolare con opere di artisti contemporanei.
Morì a Firenze il 30 novembre 1675. Unico erede del suo patrimonio, del valore di circa un milione di scudi, fu il nipote Francesco di Cosimo.
Fonti e Bibl.: La maggior parte delle fonti relative alla famiglia Riccardi sono conservate in due fondi dell’Archivio di Stato di Firenze: Riccardi, e Mannelli Galilei Riccardi. Notizie biografiche su Gabbriello sono contenute ibid., Riccardi, 818 e 356; Firenze, Biblioteca Riccardiana, Manoscritti, 2122, n. 10. Sull’ambasceria di Gabbriello in Spagna, Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, 2633, cc. 595-607. Lettere e documenti riguardanti le cariche di ambasciatore sono raccolte ibid., Riccardi, 296-300, 315-320, Appendice V, 51-52, 1-50; Mediceo del Principato, 3530-3536, 3373-3376, 4963 e 4965. Notizie sulla morte e sul funerale di Gabbriello sono contenute ibid., Mannelli Galilei Riccardi, 424, n. 2. Gli acquisti della tenuta Falcognani e altre terre vicino a Roma sono documentate ibid., Mannelli Galilei Riccardi, 305, 400, nn. 5-6, 441, n. 32, 346. Il diario di Gabbriello durante la sua ambasciatura a Roma è contenuto ibid., Miscellanea Medicea, 335, nn. 1 e 12. Notizie e statuti del marchesato di Chianni e Rivalto sono contenute ibid., Riccardi, 310, 311, 335.
Informazioni biografiche sono fornite da P. Malanima, I Riccardi di Firenze. Una famiglia e un patrimonio nella Toscana dei Medici, Firenze 1977 (in partic. pp. 107-174). Numerose notizie sulla famiglia Riccardi sono contenute in R.B. Litchfield, Emergence of a bureaucracy. The florentine patricians 1530-1790, Princeton 1986, pp. 213 s., 216 s., 221, 254. Sulla famiglia Riccardi, con notizie su Gabbriello, si vedano G.M. Mecatti, Storia genealogica della nobiltà e cittadinanza di Firenze, Napoli 1754, pp. 87 e 206; D. Tiribilli-Giuliani, Sommario storico delle famiglie celebri toscane, III, Firenze 1864, n. 153. Sul marchesato si veda G. Pansini, Per una storia del feudalesimo nel Granducato di Toscana durante il periodo mediceo, in Quaderni storici, VII (1972), pp. 153-155. Al patrimonio fondiario di Gabbriello e della famiglia Riccardi è dedicato I Riccardi a Firenze e in villa, tra fasto e cultura. Manoscritti e piante, Firenze 1983. Sul palazzo Medici-Riccardi si vedano F. Büttner, Der Umbau des Palazzo Medici-Riccardi zu Florenz, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XIV (1969-1970), pp. 393-414; Id., «All’usanza moderna ridotto»: gli interventi dei Riccardi, in Il Palazzo Medici Riccardi di Firenze, a cura di G. Cherubini - G. Fanelli, Firenze 1990, pp. 150-169; ll Palazzo Magnifico: Palazzo Medici Riccardi a Firenze, a cura di S. Merendoni - L. Ulivieri, Torino 2009.