gabella
Tassa indiretta sugli scambi e sui consumi di merci istituita nel Medioevo. Per fare fronte alle crescenti esigenze di cassa, fu applicata soprattutto sui generi alimentari di prima necessità.
Tristemente famosa è la g. sul sale, istituita nel 14° sec., che, colpendo il nutrimento basilare per l’alimentazione e la conservazione dei cibi dell’epoca, fu particolarmente invisa al popolo; rappresentando però una cospicua fonte di entrata, la sua abolizione si ebbe solamente alla fine del 18° secolo. Le g. erano riscosse da esattori detti gabellieri, che potevano essere o incaricati pubblici o privati, ai quali veniva appaltata la riscossione in cambio di una cifra forfettaria.
Il termine g. è stato utilizzato anche per indicare il luogo dove si pagavano i tributi: g. del fondaco erano detti in Sicilia e in Puglia i tributi imposti da Federico II nel 1220 sulle merci depositate nel fondaco della dogana, nonché quelli sulle vendite effettuate nel fondaco stesso (tributo decretato da Corrado IV).
Una forma di g. risultava applicata anche ai trasferimenti di capitale. Più precisamente, una g. emigrationis doveva essere pagata dall’emigrante per il capitale che portava con sé, e una g. hereditatis era prevista per il trasferimento di un dono all’estero o in caso di eredità. Nell’Italia meridionale tale termine fu utilizzato per indicare il contratto agrario per la raccolta delle olive (g. delle olive).