Antica città latina posta circa 20 km a est di Roma, lungo la via Prenestina antica, sul ciglio meridionale del cratere vulcanico di Castiglione, occupato da un lago ora prosciugato. Le fonti la riportano come importante centro culturale, dove anche Romolo e Remo avrebbero appreso lettere, musica e armi greche. Tarquinio il Superbo se ne impossessò con l’inganno con l’ausilio del figlio Sesto; successivamente, dopo la cacciata dei Tarquini da Roma e dalla stessa G. e dopo la battaglia del lago Regillo, agli inizi del V sec. a.C. l’abitato passò sotto l’influenza della città capitolina, conservando durante l’età repubblicana la fama per le cave di pietra gabina e per le acque termali. Dopo la riscoperta di G. in età moderna, recenti indagini archeologiche hanno confermato quanto riportato nelle fonti, anche grazie all’ottima conservazione nel sottosuolo dell’insediamento, a seguito del suo definitivo abbandono tra l’XI e il XII secolo.
Oltre a testimonianze risalenti all’età del Bronzo Medio, nuclei capannicoli dell’età del Ferro sono stati individuati in più punti del sito, in connessione alle due vicine necropoli di Osteria dell’Osa e di Castiglione. Le prime strutture in pietra e una fortificazione ad aggere segnano, tra la fine dell’VIII e il VII sec. a.C., l’avvenuta formazione della città che, nel corso del VI sec. a.C., sembra accrescere la propria importanza, come mostrano i dati provenienti dal santuario suburbano orientale e da un edificio tripartito, posto nel quadrante settentrionale dell’abitato su un’altura interpretabile come arx, assimilabile a edifici coevi quali la Regia di Roma, defunzionalizzato e tumulato intenzionalmente tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. Dopo circa un secolo di stasi, vengono realizzati un impianto stradale ortogonale e un rifacimento della fortificazione; nel corso dell’età repubblicana il grande santuario di Giunone Gabina, tra la via Prenestina e il ciglio del cratere vulcanico, assurge a simbolo della città, mentre la porzione settentrionale dell’insediamento vede l’impianto di numerose cave di estrazione della pietra gabina. L’abitato si concentra quindi progressivamente verso sud, lungo la via Prenestina, dove sorgono importanti complessi pubblici e privati come il cosiddetto Foro Hamilton e un edificio termale. A partire dalla tarda età imperiale, alcune porzioni della città vengono in parte utilizzate a scopo agricolo o funerario; presso alcuni sepolcreti posti lungo la via Prenestina sorge infine, in età medievale, la chiesa di San Primitivo. Il luogo ha restituito varie opere d’arte, tra cui l’Artemide di G. (Parigi, Louvre).