Vedi GABI dell'anno: 1960 - 1994
GABI (Gabii)
Città latina, antica colonia degli Albani, a metà strada fra Roma e Preneste, sul bordo orientale del lago prosciugato di Castiglione (lacus Gabinus). L'acropoli era sull'altura dove sorge la torre medievale del Castiglione. La tradizione parla di un foedus stretto con Roma al tempo di Tarquinio Prisco. Divenne municipio almeno al tempo della guerra sociale, se non prima. Il territorio fu colonizzato da Silla; già in decadenza alla fine della Repubblica, nell'Impero fu centro agricolo e se ne sfruttarono le cave di tufo. Ben poco resta ora dei suoi monumenti, ma quel poco basta darci un'idea della plammetria, generale. Il Foro, visto dal Visconti, era una piazza porticata su tre lati e cinta da balaustra, alzata di un gradino sull'antistante via Prenestina. Nel fondo, al centro, era un edificio maggiore, forse un tempio, e da un lato la Curia Elia, ove si tenevano le adunanze dei magistrati. Le iscrizioni ricordano ludi gladiatorii, ed Ulpiano parla del restauro di un proscenio che si è potuto riconoscere in un'ampia gradinata semicircolare che dava accesso alla platea del tempio di Giunone; infatti i tratti di muro avanti all'emiciclo dovevano essere l'inizio della scena. Il tempio di Giunone (Iuno Gabina) era in un'area cinta da tabernae e da un porticato di colonne tuscaniche. Il suo podio, ora in gran parte interrato, era costituito di blocchi di pietra gabina, disposti come accurato paramento nei lati esterni, con minor cura nell'interno. La cella era periptera su tre lati, con colonne scanalate; le pareti sono composte di un solo filare di blocchi e sono conservate per notevole altezza. Tracce di un edificio sono state dubitativamente identificate con un altro tempio, il tempio di Apollo, ricordato da Livio (xli, 16). È attestato anche il culto di Venus Vera Felix Gabina (C. I. L., xiv, 2793). Nell'interno dell'antico abitato si è potuto seguire il tracciato della strada che conduceva sull'acropoli. Tra gli altri oggetti d'arte rinvenuti nel territorio è da ricordare la statua dell'Artemide di Gabi, ora al Louvre, da originale di Prassitele (v.). È notevole anche il rinvenimento di un acroterio fittile con figura di Arpia analogo ed altri simili di Satricum e Falerii.
Bibl.: E. Q. Visconti, Monumenti Gabini, Roma 1797 (Milano 1835); C. Fea, Discussione fisica... sulla città di Gabii e suo Lago, Roma 1824; Abeken, Sopra gli antichi templi di Gabii, in Ann. Inst., 1840, p. 23 ss.; A. Nibby, Analisi dei dintorni di Roma, II, Roma 1849, p. 71 ss.; G. Tomassetti, Della Campagna Romana, in Arch. Soc. Rom. St. Patria, XXIX, 1866, p. 65; Th. Ashby, in Papers Brit. School at Rome, 1902, p. 180 ss.; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, 2, p. 602; G. Pinza, in Bull. Com., 1903, p. 321 ss.; id., in Atti del III Congresso di Scienze Storiche, V, Roma 1903, p. 255 ss.; J. Beloch, Röm. Gesch., Berlino 1926, pp. 157-159; Not. Scavi, 1942, pp. 374-382; G. Lugli, La tecnica edilizia romana, Roma 1957, p. 62 e passim, tav. LX. Sulle recenti esplorazioni della scuola spagnola: M. Almagro, A. Balil, A. Blanco, J. M. Blázquez-Martinez, A. Marcos, M. A. García Guinea, in Cuadernos de Trabajos de la Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma, X, Arqueología e Historia Antigua, Roma 1958, p. 7 ss.