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OUVRARD, Gabriel-Julien

Enciclopedia Italiana (1935)
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OUVRARD, Gabriel-Julien


Finanziere francese, nato presso Clisson (Loira inferiore) l'11 ottobre 1770, morto a Londra nell'ottobre 1846. Entrato diciottenne nel commercio in una casa di generi coloniali di Nantes, cominciò subito le sue speculazioni finanziarie in grande stile, che continuò anche durante la Rivoluzione, divenendo in breve la più potente forza finanziaria della Francia, in continui rapporti col governo, che nel 1805 gli doveva la somma, allora fantastica, di 400 milioni. Ma, caduto in disgrazia di Napoleone I, fu costretto nel 1807-8 a chiedere il concordato, concessogli dai creditori: poi fu arrestato, una prima volta nel giugno 1809, una seconda volta poco dopo, cacciato in prigione e detenuto fino all'ottobre 1813. Appena in libertà tornò subito agli affari: sovvenzionò ancora Napoleone durante i Cento Giorni, poi, rimasto in favore presso la corte anche il sotto la Restaurazione, fece adottare nel 1817 dal governo il suo progetto per una riforma totale delle finanze francesi. Nel 1825 però la sua attività fu nuovamente interrotta da un'inchiesta relativa al contratto, da lui stipulato come fornitore generale dell'esercito francese d'occupazione in Spagna: fu processato, e d'allora la sua fortuna declinò per sempre. Scrisse dei Mémoires de G. J. Ouvrard sur sa vie et ses diverses opérations financières (voll. 3, Parigi 1928).

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