GABRIEL y GALÁN, José María
Poeta spagnolo, nato a Fradres de la Sierra (Salamanca/ il 28 giugno 1870, morto a Guijo de Granadilla (Cáceres) il 6 gennaio 1905. Dopo aver insegnato in umili villaggi, si diede a coltivare la terra. Le sue poesie, apparse tra il 1896 e il 1897 in giornali di provincia, furono più volte prem;ate nei Giuochi floreali di Salamanca, di Siviglia e di Saragozza. Delle sue raccolte, le Estremeñas sono nel dialetto dell'Estremadura; le altre (Castellanas, Nuevas Castellanas, Campesinas, Religiosas) sono nella lingua nazionale. Lontano da ogni scuola letteraria, il G. cantò con semplicità di mezzi gli affetti domestici, la vita dei campi e dei contadini, i colori e gli aspetti della sua terra. Sono celebri: El ama, in morte della madre, Las sementeras, che canta la maternità della terra, Mi vaquerillo, La flor del espino, La nube, Los pastores de mi abuelo, tutte originali per la freschezza dell'immagine e la serietà dell'ispirazione. L'Epistolario è stato pubblicato a cura di M. de Santiago Cividanes (Madrid-Siviglia 1918); Obras completas (Madrid, 4ª ed., 1921).
Bibl.: A. Revilla Marcos, J. M. G. y G., su vida y sus obras, Madrid 1923.