GABRIEL
. Casata di architetti francesi. Il suo capostipite, Jacques I, morto nel 1628, lavorò col figlio Maurice, morto nel 1649, ad Argentan, durante i regni di Enrico IV e Luigi XIII. Maurice e il fratello Jacques II ebbero numerosi figli architetti; il più celebre, Jacques IV (1636-86), costruì nel 1684 il Pont-Royal in Parigi e collaborò con il Mansart a Versailles.
Jacques V, figlio del precedente, nacque a Parigi il 6 aprile 1667, morì a Fontainebleau il 23 aprile 1742. Allievo di J. Hardouin-Mansart e di R. de Cotte, nel 1734 succedette a questo nella carica di primo architetto del re. A Parigi costruì numerosi palazzi: Varengeville (1704); la Force (1711-15); Feuquières; Biron (Museo Rodin), uno dei capolavori dell'architettura francese di stile rococò. I principali edifici costruiti ad opera del G. si trovano: in provincia di Rennes (facciata del Palais des États); a Bordeaux (Place Royale in collaborazione col figlio Jacques-Ange); a Blois, a Digione. Nel 1723 fornì il progetto per le torri della cattedrale di Orléans, uno dei più notevoli adattamenti allo stile gotico del sec. XVIII. Come tutti gli architetti francesi suoi contemporanei accettò nell'arredamento degl'interni le licenze "rocaille" escluse nell'architettura. Continuò e sviluppò con eleganza lo stile creato agl'inizî del secolo dal Mansart e dal De Cotte, trasmettendo i loro insegnamenti al figlio, che ne trasse i principî di una nuova architettura.
Jacques-Ange, figlio del precedente, nacque a Parigi il 23 ottobre 1698, vi mori il 4 gennaio 1782. Nel 1742 succedette al padre come primo architetto del re. Prima collaborò con il padre, e ne terminò le opere incompiute. Tra il 1750 e il 1753 sono da porre molti importanti progetti: Scuola militare, Parigi (1751-73); Castello di Compiègne (1752-80); il cosiddetto "Gros Pavillon" che affaccia sulla Corte delle fontane di Fontainebleau; sala dell'Opéra (1757-70) a Versailles. Del 1755 è una delle sue opere più celebri, la piazza Luigi XV (oggi piazza della Concordia) a Parigi, che con i padiglioni e le aiuole che la circondano forma un magnifico e scenografico insieme. Col 1758 le costruzioni furono rallentate dalle difficoltà economiche; in quell'epoca il G. sentì direttamente l'influenza greca (in quell'anno fu pubblicato Ruines des plus beaux monuments de la Grèce del Le Roy), che compenetra tutte le opere dell'ultimo periodo. Nel 1762 iniziò il Piccolo Trianon, destinato da Luigi XV alla Pompadour. Nel 1767 si ebbe una ripresa generale di attività; Luigi XV decise d'iniziare i lavori del gran progetto di Versailles, secondo il quale dovevano venire rimaneggiate tutte le facciate eteroclite del cortile; ma i lavori, iniziati nel 1772, interrotti dalla morte di Luigi XV non furono più ripresi. Il G. lavorò ancora per qualche privato (palazzo Fitz-James, Rue Saint-Florentin; case dalla Rue Royal alla Rue Saint-Honoré, ecc.).
Si può dire che J.-A. dominò tutta l'architettura francese del sec. XVIII. Erede spirituale del Mansart, conferì all'architettura classica francese l'espressione più pura e più elegante, preludendo al gran movimento anticheggiante dello stile Luigi XVI e dell'Impero; con il Soufflet e meglio di lui fu il perno dell'evoluzione. S'ispirò spesso al Palladio (la cappella della Scuola militare va ravvicinata alla chiesa del Redentore di Venezia), invece ignorò il Barocco. L'influenza antica si rivela in lui più nelle proporzioni che nella struttura (Piccolo Trianon). Coi suoi lavori in Versailles, il G. ha avuto una parte importante nell'arte decorativa: la sua maggiore originalità sta appunto nella distribuzione e nella qualità della decorazione. Esiste uno stile "Gabriel" che risponde all'ultimo stadio del Luigi XV, ed è caratterizzato dalle proporzioni moderate, linee pacate, decorazione naturalistica contenuta in sobrie cornici. La sua influenza si estese anche all'arte dei giardini; nei suoi disegni si trova l'ultima espressione del parco alla francese prima dell'affermazione definitiva del gusto inglese.
Bibl.: Oltre a quella citata da H. Willich, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIII, Lipsia 1920, v.: per Jacques V: G. Chénesseau, Sainte-Croix d'Orléans, Parigi 1921; P. Courteault, La Place Royale de Bordeaux, Parigi 1923; J. Dorsenne, in L'art vivant, 1927, p. 913 segg. Per Jacques-Ange: E. Bousson, La vie et les oeuvres de l'architecte G., Parigi 1894; C.te de Fels, A.-J. G., premier architecte du roi, Parigi 1911, 2ª ed., 1924; A. Mayeux, La chapelle de l'École militaire, in Architecture, 1929, p. 23 segg.