ARIOSTO, Gabriele
Secondogenito di Niccolò, nacque a Reggio Emilia, dove fu battezzato il 23 febbr. 1477. Colpito da paralisi durante l'infanzia, non poté intraprendere quella carriera ecclesiastica alla quale era stato destinato (cfr. L. Ariosto, Satira I, vv. 205 ss.). A Ferrara, dove la sua famiglia si era trasferita sin dal 1484, conobbe G. B. Nicolucci, detto il Pigna, che dalla viva voce dell'A. raccolse poi molti dati biografici sulla vita del fratello Ludovico. Per le sue minorate condizioni fisiche gli era stato assegnato nel testamento paterno vitto e alloggio da prelevarsi sul reddito delle piccole fattorie e masserie che gli Ariosto possedevano nel contado ferrarese. La sua infermità non gli impedì di essere l'abile e fidato amministratore dei beni della famiglia, rimasti indivisi sino alla morte del fratello Carlo (1527); l'A. gestiva anche gli affari particolari di Ludovico quando questi, assorbito dagli uffici di corte, si allontanava da Ferrara. Dei fratelli di Ludovico fu quello che godette maggiore considerazione nell'ambito cittadino; sposatosi nel 1510, ebbe sette figli, con cui visse nella magna domus, la casa patema, dove si spense nel 1549.
Non più giovanissimo, sotto la guida di Ludovico, cominciò a scrivere poesie latine di intonazione staziana, raccolte nell'edizione ferrarese del 1582 (Gabrielis Areosti Ferrariensis Carmina).Di particolare interesse è l'elegia In obitu Ludovici Areosti fratris carmen' per le molte notizie riguardanti la vita di Ludovico che l'A. rievoca con un sentimento ancor vivo di gratitudine e di affetto.
Una parte del suo Singulare certamen, poemetto che tratta solennemente del duello avvenuto a Ferrara tra Nicolò Doria e Cristoforo Guasco, è anche inserita nella Historia almi Ferrariae Gymwasii di F. Borsetti (I, Ferrariae 1735, pp. 154 ss.). Va infine menzionato un sonetto: "Miser, fuor d'ogni ben, carco di doglia", d'ispirazione petrarchesca, che compare sotto il nome dell'A. nelle Rime scelte de' poeti ferraresi (Ferrara 1713, p. 81).
È stato attribuito all'A. il manoscritto dei Cinque Canti ariosteschi pubblicati per la prima volta. nell'edizione aldina del Furioso del 1545;ma, in base al confronto con alcune lettere autografe del figlio Giulio (Bibl. comunale di Ferrara, cod. Ferrarese, I, 153), si è potuto stabilire che costui, e non Gabriele, ne è l'amanuense.
La sua fama di poeta in volgare è legata alla continuazione della commedia I Studenti, lasciata incompiuta da Ludovico e intitolata da Gabriele Scolastica da un luogo dei Suppositi:"alla scolastica con lunghe robe del padron vestendosi" (I, scena I). La commedia, che procede secondo i consueti schemi dell'imitazione classica, svolti peraltro con notevole garbo e disinvoltura, fu pubblicata nell'edizione grifina del 1547e ristampata, con le altre commedie di Ludovico, dal Giolito nell'anno 1562.
Fonti e Bibl.: S. Fornari, La spositione di M. Simone Fornari da Rheggio sopra l'Orlando Furioso di M. Ludovico Ariosto, Firenze 1549, pp. 15-30; G. B. Pigna, I romanzi... Ne' quali della poesia et della vita dell'Ariosto con nuovo modo si tratta, Venezia 1554, l. II, pp. 103-105; Gli Studenti, con le continuazioni di Gabriele e Virginio Ariosto, a cura di A. Salza, Città di Castello 1915; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, pp. 1059 s.; La "Scolastica" di Ludovico e Gabriele Ariosto, in Fanfulla della domenica, 16 ott. 1898; G. Bertoni, L'"Orlando Furioso" e la Rinascenza a Ferrara, Modena 1919, pp. 142, 302; H. Hauvette, L'Arioste et la poésie chevaleresque à Ferrare au début du XVIe siècle, Paris 1927, pp. 129, 158; L. D'Orsi, Gli Studenti di Ludovico Ariosto, studio critico, Padova 1929; M. Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, I, Genève 1930, pp. 219 s., 589 s.; II, ibid. 1931, p. 364; I. Sanesi, La Commedia, Milano 1954, I, pp. 241-242.