GABRIELE di Pietro
Figlio di Pietro, nacque intorno alla metà del Quattrocento con tutta probabilità a Treviso (e non come ritenuto da alcuni a Tarvisio).
Il Federici ritenne che G. fosse fratello di Filippo di Pietro, suo compagno nelle prime esperienze tipografiche a Venezia (del resto entrambi alla fine del '78, data approssimativa della morte del padre Pietro, si sottoscrivevano come "quondam Petri") e che proprio a Treviso essi avessero iniziato la loro attività dopo avervi appreso i rudimenti dell'arte della stampa. Le ipotesi del Federici non sono state però confermate dalle successive ricerche (Rhodes, Infelise).
La prima testimonianza dell'attività tipografica di G. in collaborazione con Filippo di Pietro è data dall'editioprinceps in volgare dell'Attila flagellum Dei (Indice generale degli incunaboli… biblioteche d'Italia [IGI], 934), stampata a Venezia nel 1472. L'opera che fu curata dal campano Bartolomeo Teo e che ebbe successive edizioni, tutte veneziane, acquistava in quel periodo, in coincidenza con le iniziative militari promosse da Sisto IV contro Maometto II, una particolare attualità legata all'identificazione di Attila con il Turco minaccioso. Nel novembre dello stesso anno G. e Filippo di Pietro fecero uscire, sempre in società, il Filocolo del Boccaccio (IGI, 1785), stringendo rapporti con l'umanista Girolamo Squarzafico, che già lavorava per la colonia tedesca dei prototipografi, e che partecipava anche come editore ad alcune imprese tipografiche. Il Filocolo usciva così corredato della vita del Boccaccio composta dallo Squarzafico che da allora in poi sarà inserita in tutte le edizioni successive sia del Filocolo sia della Fiammetta. La collaborazione di G. con lo Squarzafico fu feconda e continuativa e assunse i toni dell'amicizia: in occasione infatti della stampa della Bibbia (IGI, 1700) volgarizzata da Niccolò Malermi, che G. concluse tra la fine del 1477 e l'inizio del 1478, rivista dallo stesso Squarzafico, l'umanista motivava la sua partecipazione all'opera, nella dedicatoria al vescovo di Alessandria suo concittadino, in una precisa "istantia di maistro Gabriele de Piero travisano, mio amicissimo" e attribuiva a G. anche la decisione di aggiungere alla Bibbia il testo della Lettera di Aristea, nella versione di Bartolomeo Della Fonte.
All'opera comune di G. e di Filippo sono attribuiti altri due lavori: la stampa in volgare, sempre nel 1472, dell'Achilleis di Stazio (IGI, 9149), testo che aveva avuto una grande fortuna in epoca medievale e che ebbe molteplici edizioni a stampa, e l'edizione del Doctrinale di Alexandre de Villedieu (IGI, 303) nel giugno del '73. Dalla seconda metà di quell'anno non sono note altre opere edite da G. con Filippo di Pietro: i due proseguirono separatamente la loro attività.
G. intrattenne rapporti anche con il poeta Raffaele Zovenzoni, correttore e curatore editoriale, che inviava a G., nel maggio del 1475, un epigramma in sua lode, salutandolo come il primo stampatore italiano. L'epigramma fu inserito nella stampa, apparsa in quell'anno, dell'opera di Giovanni Mattia Tiberino, De puero Simone (IGI, 9651). Era, questo, un testo di grande attualità, edito contemporaneamente in molte località italiane e tedesche, scritto in seguito al presunto omicidio rituale avvenuto a Trento, nel marzo 1475, ai danni di un fanciullo di nome Simone e del quale furono accusati i membri della locale comunità ebraica: uno dei più famosi casi di antisemitismo in terra italiana, sfociato nel processo e nella condanna a morte di tutti gli ebrei residenti a Trento.
Oltre al mondo degli umanisti che trovavano una nuova collocazione professionale in seno all'arte tipografica, G. strinse relazioni anche con esponenti della cultura universitaria: ne fanno fede le edizioni del Bellum Scodrense (1473, IGI, 6376) e delle Enarrationes Satyrarum Iuvenalis (1478, IGI, 6377) ambedue opera di Giorgio Merula, il filologo che ricopriva in quegli anni a Venezia la cattedra di umanità presso la Scuola di S. Marco, le tre edizioni dei Rudimenta grammaticae (IGI, 7437, 7442, 7446) di Niccolò Perotti del 1475, del '76 e dell'aprile '78 e la stampa del Compendium elegantiarum Laurentii Vallae (IGI, 37) di Bono Accorsi (Bonaccorso da Pisa) uscito senza indicazione di data. Nel corso della sua attività G. fu particolarmente sollecito nella stampa sia di testi in volgare sia di volgarizzamenti quali il Canzoniere del Petrarca della seconda metà del '73 (IGI, 7521); l'opera poetica di Giusto de' Conti, La bella mano (IGI, 3183) del '74; la Filomena di Andrea di Simone (Catalogue… British Museum [BMC], V, 200) del '75; la Sfera di Gregorio Dati (1475, IGI, 3320, 3321); senza dimenticare le due edizioni di un testo di grandissimo successo quale la Storia di Apollonio di Tiro di Antonio Pucci del 1475 e del '78 (IGI, 8196, Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], 2280; IGI, 8197).
Sempre a Venezia G. stampò operette di largo consumo: il Cibaldone ovvero libro terzo di Almansore, di cui conosciamo due edizioni senza data (IGI, 2786, 2788), i Consigli di un padre al suo figliolo (IGI, 3175), pure non datato come la Canzon de femena tristitia (BMC, V, 202). Tra i volgarizzamenti usciti dalla sua bottega, oltre alla Bibbia del Malermi, già ricordata, devono essere segnalate le due edizioni dell'opera di s. Girolamo, Vitae sanctorum Patrum, del 1475 (IGI, 4760; un'altra edizione senza indicazione di data IGI, 4765), le due stampe di Vita et transitus s. Hieronymi di Eusebio da Cremona (IGI, 3734, 3735) del '75 e del '76, la Legenda aurea sempre tradotta dal Malermi, uscita nel 1477 (IGI, 5038), e la Rhetorica ad Herennium attribuita a Cicerone, curata da Galeotto Marzi, impressa intorno al 1478 (IGI, 2976). Della sua attività veneziana restano da menzionare una stampa dell'Amoris infortunium di Vittorino Marcello (IGI, 6144), senza data, il Conciliator differentiorum philosophorum di Pietro d'Abano (IGI, 7597), pubblicato da G. nel '76 a spese di Tommaso Trevisan, l'Etymologiae seu Concordantiae conclusionum Thomae Aquinatis di Pietro di Bergamo (IGI, 7612), sempre del '76 e infine uno Psalterium (IGI, 8126), non datato, e l'Epistola ad Saulum Flavium di Bartolo Lucano (IGI, 5807 A), assegnata al 1476. Alcuni repertori di incunaboli (Burger, p. 46) attribuiscono a G. la stampa di un'opera di Bartolo di Sassoferrato, Super tribus libris Codicis datata 1478.
Verso la fine del '78 G. lasciò Venezia per trasferirsi a Toscolano, sulla riviera del Garda. Se, come è stato osservato, influirono su questo spostamento sia il desiderio di evitare il contagio della peste che infieriva sulla città, sia il tentativo di sottrarsi a certi creditori, la partenza del tipografo è giustificata dalla presenza proprio a Toscolano di fiorenti cartiere. Il Fossati attribuisce alla lungimiranza di Scalabrino Agnelli, proprietario della cartiera di Toscolano e consigliere della "Magnifica Patria", ovvero della Comunità della riviera, la venuta di G., che sarebbe stato chiamato per dare avvio alla nuova arte tipografica e che avrebbe trovato ospitalità nella casa dello stesso Scalabrino in Messaga; qui, verso la fine del '78, avrebbe stampato un Donatus pro puerulis con le note tipografiche "Impressum Messagae lacus Benaci 1478" (Baroncelli, p. 1), del quale non è noto alcun esemplare conservato. G. avrebbe poi proseguito l'attività nel convento dei padri domenicani di Toscolano facendo uscire nel 1479 le Regulae grammaticales di Guarino Guarini (ibid., p. 2), il Doctrinale di Alexandre de Villedieu (ibid., p. 3), il Compendio di salute di Nicolò da Osimo (IGI, 6861), l'Aesopus moralisatus (Baroncelli, p. 5). Mentre concludeva la stampa della Summa artis notariae (IGI, 7245) di Rolandino de' Passaggeri nel gennaio del 1480, G. venne imprigionato per il debito di 10 ducati d'oro contratto con il nobile veneto Bertuzzo di Bordignaga e dopo quattro mesi di reclusione fu liberato, su istanza dell'Agnelli, che si fece garante del suo debito. G. poté così riprendere il lavoro e nel maggio fece uscire una quarta edizione dei Rudimenta grammatices del Perotti (IGI, 7452). Il Burger attribuisce a G. anche la stampa della Lectura super Authenticis di Bartolo da Sassoferrato, datata 1480 senza altre note tipografiche.
Forse amareggiato dalla triste esperienza del carcere e ormai anziano, G. lasciò Toscolano e si trasferì a Brescia dove, in collaborazione con suo figlio Paolo, ricordato nel colophon, fece uscire nel novembre dell'81 In Persii satyras commentarii (IGI, 2171) di Giovanni Britannico. A G. è stata attribuita un'altra opera scolastica: le Grammaticae fontes di Gabriele Paveri Fontana (IGI, 7367), edita senza note tipografiche. La ventennale attività editoriale di G. si interrompe in questo anno, senza lasciare altre tracce. Ignota è la data della morte.
Fonti e Bibl.: A. Zeno, Lettere, VI, Venezia 1785, pp. 387-389; D.M. Federici, Memorie trevigiane sulla tipografia del secolo XV…, Venezia 1805, pp. 27-31; K. Burger, The printers and publishers of the fifteenth century with list of their works, London 1902, pp. 47, 532-534; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 208, 427, 435, 462; A. Serena, La cultura umanistica a Treviso nel secolo decimoquinto, Venezia 1912, p. 135; G. Bustico, Le accademie di Salò, in Ateneo veneto, XXXI (1913), pp. 212 s.; C. Pasero, Sguardo generale alle prime tipografie bresciane, in La Bibliofilia, XXX (1928), pp. 61-66; Editori e stampatori italiani del Quattrocento. Note bibliografiche, Milano 1929, pp. 106 s.; P. Guerrini, Cartiere, librerie e stamperie bresciane, Brescia 1931, p. 25; E. Pastorello, Bibliografia storico-analitica dell'arte della stampa in Venezia, Venezia 1933, p. 291; D. Fossati, Benacum. Storia di Toscolano, in Memorie dell'Ateneo di Salò, IX-XI (1938-40), pp. 304-306; C. Pasero, Il dominio veneto fino all'incendio della Loggia, in Storia di Brescia, II, Brescia 1966, pp. 175-179, 215; J. Allenspach - G. Frasso, Vicende, cultura e scritti di G. Squarzafico, alessandrino, in Italia medioevale e umanistica, XII (1980), pp. 237-239, 244-251; A. Colla, La stampa nei centri di Terraferma, in La stampa degli incunaboli nel Veneto, Vicenza 1983, p. 46; D.E. Rhodes, La stampa a Treviso nel secolo XV, Treviso 1983, pp. 10, 14; U. Baroncelli, La stampa nella riviera bresciana del Garda nei secoli XV e XVI, Brescia 1984, pp. 1-11, 69-76; P. Veneziani, La tipografia a Brescia nel XV secolo, Firenze 1986, pp. 42, 63 s.; Id., La stampa a Brescia…, in I primordi della stampa a Brescia, 1472-1511, a cura di E. Sandal, Padova 1986, pp. 8-10, 20; G. Borsa, L'attività dei tipografi di origine bresciana, al di fuori del territorio bresciano, ibid., pp. 52 s.; N. Harris, L'avventura editoriale dell'"Orlando innamorato", in I libri di Orlando innamorato (catal.), Ferrara 1987, pp. 68 s.; P. Trovato, Con ogni diligenza corretto. La stampa e le revisioni editoriali dei testi letterari italiani (1470-1570), Bologna 1991, pp. 64 s., 104-106, 110; M. Infelise, Filippo di Pietro, in Diz. biogr. degli Italiani, XLVII, Roma 1997, pp. 756 s.; L. Hain, Repertorium bibliographicum, nn. 59, 667, 1910, 2821, 3152, 3296, 5052, 6029, 8113, 8993, 10250, 11093 s., 12084, 12668, 13477, 14986; Catalogue of books printed in the fifteenth century now in the British Museum, V, pp. 199-203; VII, pp. LIII, LXXV, 963, 1082; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 385, 942a, 1211a, 2280-2765, 4313, 4463, 8016 s., 8993; Repert. fontium historiae Medii Aevi, VI, pp. 362 s.