FRISONI (Frixoni), Gabriele
Non si conosce l'anno di nascita di questo tagliapietra originario di Mantova e documentato a Ferrara a partire dal 1485. Da un documento del 1499 (Merzario, 1893) e da uno dell'anno seguente (Cittadella, 1868, II, p. 263) si ricava la notizia che il padre, Iacopo, era un lapicida mantovano; in un atto del 25 ag. 1489 (Franceschini, 1995, n. 707) il F. risulta essere, invece, figlio di un Giovanni da Mantova, già morto a quella data.
A proposito della sua formazione artistica è stato ipotizzato (Merzario, 1893) un apprendistato nella fabbrica di S. Andrea a Mantova, sebbene la lettura dei documenti relativi alla chiesa di L.B. Alberti non confermi la sua presenza tra le maestranze che vi erano impegnate (E.J. Johnson, S. Andrea in Mantua: the building history, University Park-London 1975).
Nel 1485 il F., abitante a Ferrara in borgo S. Luca, viene pagato per la fornitura di pietre da pavimento per una camera del duca Ercole d'Este e per due colonne (Franceschini, 1995, nn. 487l, 487m, cui si rimanda per tutti i documenti, ove non diversamente indicato). Fin dalle prime notizie del 1485, quindi, il F. risulta attivo come lapicida, fornitore di pietre pregiate da costruzione lavorate e semilavorate, per numerose fabbriche ducali a Ferrara. Il 31 dic. 1485, inoltre, a conferma del privilegiato legame con la committenza estense documentato sino ai primi anni del Cinquecento, il suo nome compare in una lista di pagamenti per materiali destinati al palazzo del duca presso S. Francesco, oggi sede dell'università, in particolare alla loggia al piano terra (ancora esistente) e a una cappella; per il medesimo edificio nel 1492 il F. fornì otto finestre e sei camini (Tuohy, 1996, pp. 328 s.).
Come frequentemente avveniva in quegli anni nelle città padane, il marmo utilizzato era il rosso di Verona, città nella quale il F. si recò spesso, perché impegnato a realizzare lavori da inviare a Ferrara. Ad esempio, risulta risiedere a Verona o in Valpolicella nel 1487, come è testimoniato da due documenti per pagamenti a suo favore per mensoloni, cornici, cornicioni e lastre bianche e rosse (Cittadella, 1868, I, p. 100), destinati probabilmente al palazzo ducale (e non al duomo, come in Thieme - Becker).
Nello stesso 1487 al F. vennero ordinate alcune colonne per il giardino di Castello, o giardino della duchessa.
Per questo giardino, un tempo situato a nord del fossato della città medievale, il F. fornì vari lavori, pagati il 7 dic. 1488. Sempre su incarico della duchessa, nel 1492 ricevette diversi pagamenti per materiali lapidei destinati alle finestre e ai camini per un camerino e per un oratorio; nello stesso anno venne pagato per la fornitura di pietre da pavimento e per alcuni fregi "rusi" destinati a una saletta del duca e ancora per lavori a una stanza da bagno.
Nell'ambito di questa intensa attività per gli Este, nel 1486 il F. iniziò a collaborare con l'architetto ducale B. Rossetti, avviando un sodalizio artistico che ebbe grande importanza per la sua carriera. Dal 1489, anno in cui il F. risulta abitare a Ferrara "super viam Magnam" (Franceschini, 1995, n. 707), la collaborazione tra i due divenne più stretta, poiché compaiono frequenti i documenti di pagamento a favore del F. da parte dell'"Officio della monitione" delle fabbriche diretto dal Rossetti. Dal 1489, inoltre, il F. lavorò per il Rossetti, impegnato nella costruzione della grande loggia sottostante la sala grande del palazzo ducale.
Il F. fu incaricato di realizzare le strutture in marmo - come pilastri, colonne, ghiere di archi e altro ancora - sia per la loggia, sia per le botteghe di mercanti sottostanti, sia per l'ufficio delle Gabelle, situato sotto la loggia, all'angolo verso il Castello; per questi lavori ricevette pagamenti a partire dal settembre 1489 e sino al 1492. Per la loggia realizzò anche la pilastrata in marmo d'angolo (probabilmente verso il Castello), la targa dedicatoria e altri piccoli interventi. Collegato indirettamente ai lavori per la loggia è anche il saldo di pagamento al F. per quelli (tra cui un poggiolo) realizzati nella sala grande di corte; il duca Ercole riconobbe la qualità dell'opera con una lettera di elogio indirizzata al F. il 9 giugno 1494 (Cittadella, 1868, I, p. 661).
Il progetto complessivo, coordinato dal Rossetti, fu realizzato dal muratore Bartolomeo Tristano, utilizzando i materiali lapidei forniti dal Frisoni. La loggia, ben visibile in una veduta di Ferrara ipoteticamente datata 1490 (Modena, Bibl. Estense, Mss. Ital. 429 = a.H.5.3), andò distrutta da un incendio nel 1532, insieme con la grande sala sovrastante (Tuohy, 1996, p. 89). Quanto rimane oggi della loggia mostra chiaramente che doveva trattarsi di una struttura piuttosto tradizionale per le città padane di tardo Quattrocento, così come tradizionali sono i capitelli delle colonne, pseudocorinzi a larghe foglie, ampiamente testimoniati nelle fabbriche contemporanee tra Lombardia, Emilia e Veneto.
Il legame con la committenza estense e con il Rossetti non fu esclusivo, dato che il 19 nov. 1486 il F. fornì due colonne a Daniele Opizzi e il 12 febbr. 1489 stipulò una convenzione con il muratore Rainaldo Rainaldi per la fornitura di materiali lapidei lavorati per varie costruzioni, tra cui il campanile del duomo di Ferrara e la residenza di Belriguardo; a suggellare questa collaborazione, il F. promise di donare alcuni elementi decorativi per la casa che Rainaldo si stava costruendo nell'odierna via Alberto Lollio.
Ancora per il duomo ferrarese, nel 1489 il F. avrebbe realizzato un rilievo in pietra con un s. Giorgio e una lastra con lo stemma del vescovo da collocare agli angoli del campanile; nel 1499 risulta ancora al lavoro per il campanile del duomo e l'anno seguente viene pagato per la fornitura degli scalini dell'altare maggiore (Cittadella, 1868, I, pp. 45, 53 s., 101; Merzario, 1893).
Il F. prestò la sua opera anche per altre chiese ferraresi. Nel 1494 fu pagato per la fornitura di gradini e di capitelli per la chiesa, oggi non più esistente, di S. Maria degli Angeli (Tuohy, 1996, pp. 379-381). Altri interventi in edifici religiosi sono ricordati nell'accordo tra il Rossetti e il F. del 21 apr. 1500 (Cittadella, 1868, II, p. 263) in cui sono ricordate opere realizzate per conto del Rossetti in S. Francesco (Tuohy, 1996, p. 376), S. Silvestro (oggi demolita) e S. Spirito (ricostruita totalmente a partire dal 1519). Viene tradizionalmente attribuito al F. solo il fregio in terracotta che divide i due ordini della facciata e che prosegue lungo il lato meridionale della chiesa di S. Francesco, un'opera assai tradizionale nell'impianto iconografico, realizzata con grande raffinatezza, ma priva di riscontri nell'opera documentata del lapicida.
Il 2 giugno 1495 il Rossetti e il F. si impegnarono a completare il palazzo cittadino di Sigismondo d'Este, oggi detto dei Diamanti. Nel settembre del 1503 lasciarono l'incarico (il 13 gennaio dello stesso anno il F. risulta attivo a Verona come ingegnere, tra i deputati alla ricostruzione del ponte delle Navi, sotto la direzione di B. Panteo: Fainelli, 1910) e vennero sostituiti da Cristoforo da Milano e da G. Pasini. Nel 1507, in concomitanza probabilmente con l'avvenuta morte del F., verrà stipulato con Cristoforo da Milano un nuovo contratto per la fornitura delle pietre sino ad allora garantita dal F. (Bassi, 1992, p. 143).
Tradizionalmente viene assegnata al F. la realizzazione della pilastrata d'angolo del palazzo dei Diamanti, un elemento importante non solo per la qualità architettonica, ma anche per l'impatto di definizione urbanistica. La grande struttura si evidenzia rispetto al paramento murario in marmo bianco a punta di diamante per il raffinato rilievo che la decora. I motivi figurati all'antica arricchiscono una tradizionale candelabra, secondo schemi tipici della scultura antiquaria lombardo-veneta, del tutto assenti dalla produzione documentata del F.; per questo motivo e per le strette analogie con gli altri pilastri e con il portale del palazzo, in assenza di documentazione precisa, si possono attribuire la pilastrata angolare e gli altri elementi decorati dell'edificio a Cristoforo da Milano, magari su un modello del F. (Ruhmer, 1962).
Di rilievo sono anche gli interventi del F. in altri edifici privati ferraresi, spesso realizzati in collaborazione con il Rossetti. L'11 apr. 1499, ad esempio, Alvise Roberti si accordò con il F. per la fornitura di vario materiale - pietre da costruzione, finestre, basi, una pilastrata angolare di marmo come quella del palazzo di Giacomo Trotti, due imposte da porta come quelle del palazzo di Pandolfo Cabianca e due lastre di marmo rosso da porta - per il suo palazzo sulla via degli Angeli, l'attuale corso Ercole I d'Este (Cittadella, 1868, II, p. 286). La pilastrata d'angolo, in particolare, documentata come opera del F., è una semplice e raffinata realizzazione di scultura architettonica in pietra bianca, con due coppie di lesene che incorniciano specchiature di marmi colorati di forma circolare o romboidale, secondo caratteristici schemi diffusi a Ferrara e nell'Italia settentrionale.
Il 21 apr. 1500 il Rossetti e il F. stipularono un accordo in cui sono ricordati i lavori realizzati in collaborazione (Cittadella, 1868, II, p. 263); dal documento il F. risulta abitare fuori porta S. Paolo, l'odierna porta Reno. Nei primi anni del Cinquecento i due avviarono la costruzione del palazzo di Antonio Costabili in via della Ghiara (anch'esso affidato nel settembre 1503 a Cristoforo da Milano e al Pasini: ibid., pp. 256, 259-262); il 20 apr. 1502 promisero a Ercole Strozzi di lavorare al suo palazzo in Terranuova, solitamente identificato con l'odierno palazzo Bevilacqua in piazza Ariostea (Zevi, 1960, p. 192).
Non si conosce l'anno di morte del F. che nel 1507 risulta essere già deceduto.
Fonti e Bibl.: L.N. Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara, I-II, Ferrara 1868, ad Indices; G. Merzario, Imaestri comacini, II, Milano 1893, pp. 110, 134; G. Gruyer, L'art ferrarais…, Paris 1897, ad Indicem; V. Fainelli, Per la storia dell'arte a Verona, in L'Arte, XIII (1910), p. 222; B. Zevi, B. Rossetti, Torino 1960, ad Indicem; E. Ruhmer, Figurliche Arbeiten des Cristoforo da Milano, in Pantheon, XX (1962), pp. 34 s.; P. Kehl, Il progetto originario e le modifiche del XVI secolo, in Palazzo dei Diamanti. Contributi per il restauro, a cura di C. Di Francesco, Ferrara 1991, pp. 91-99; C. Bassi, Il Palazzo dei Diamanti, in Ferrara 1492-1992. La strada degli Angeli e il suo quadrivio…, Ferrara 1992, pp. 143-148; A. Franceschini, Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale. Testimonianze archivistiche, II, 1, Dal 1472 al 1492, Ferrara 1995, ad Indicem; II, 2, Dal 1493 al 1516, in corso di stampa, ad Indicem; T. Tuohy, Herculean Ferrara. Ercole d'Este, 1471-1505, and the invention of a ducal capital, Cambridge 1996, ad Indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 496.