GAROFOLI, Gabriele (Garofali, Gabriel de Garofolis, Gabriele da Spoleto)
Appartenente a una famiglia patrizia di Spoleto, nacque intorno al 1375 ed entrò in data non nota nell'Ordine agostiniano; nel 1405 divenne "magister theologiae" nell'Università di Bologna e quattro anni dopo, nel 1409, mentre era reggente degli studi nel convento bolognese, partecipò insieme con altri confratelli al concilio di Pisa (25 marzo - 7 ag. 1409).
Negli anni successivi ricoprì diversi incarichi all'interno dell'Ordine: nel 1410 fu superiore provinciale della valle spoletana; nel 1420 divenne vicario generale della provincia veneta e reggente nello studio dell'Ordine nel convento veneziano di S. Stefano; mentre nel 1414 aveva ottenuto dal generale la facoltà di visitare il S. Sepolcro. La sua presenza nella regione veneta doveva essere anteriore al 1420 poiché Iacopo Zeno attesta la consuetudine dell'ammiraglio Carlo Zeno, morto nel 1418, con il G. "magni nominis ea tempestate virum sacrisque literis eruditissimum".
Il 9 febbr. 1421 il generale degli agostiniani, A. Favaroni, nominò il G. suo vicario nel convento veneziano di S. Maria di Nazareth, al Lido, con pieni poteri per facilitarvi l'introduzione della stretta osservanza. Il G. - dopo l'esperienza non priva di tensioni e difficoltà nel convento di S. Stefano - vi raccolse, forse reclutandola fra i suoi studenti, una piccola comunità, nella quale spiccavano i nomi di quattro patrizi veneziani: Francesco Contarini, Michele Morosini, Filippo Paruta, poi vescovo di Torcello e arcivescovo di Creta, Andrea Bondumier, poi patriarca di Venezia, cui si aggiunsero più tardi Pietro Paruta e Giovanni de' Servi.
Le vicende del tentativo osservante di S. Maria di Nazareth non sono ancora del tutto chiare; quel che pare certo è che - nonostante l'interessamento del generale di cui conosciamo numerosi interventi - l'esperimento fallì, secondo K. Walsh, per la sostanziale incompatibilità delle aspirazioni spirituali dei giovani patrizi veneti con l'ideale di vita mendicante professato dal Garofoli. Di fatto, Martino V con la bolla Ad ea ex apostolicae indirizzata al vescovo di Padova Pietro Marcello (19 maggio 1423) concedeva al vescovo la facoltà di accogliere i novizi agostiniani, mai giunti alla professione, nel monastero di S. Daniele in Monte, vicino ad Abano Terme, con l'abito che egli ritenesse conveniente. La nuova congregazione - che risulta guidata dal G. al quale il papa con la bolla Probitatis tuae merita (31 maggio 1423) aveva concesso di trasferirsi nel monastero padovano - viveva secondo la regola e il modo di vita di s. Agostino, esente dalla giurisdizione dell'ordinario. Il piccolo nucleo si trasferì in seguito nel monastero veneziano dello Spirito Santo (di qui il nome di Congregazione dei canonici regolari dello Spirito Santo) e tornò nel territorio padovano quando gli fu concesso il monastero di S. Michele. La nuova formazione religiosa ebbe diffusione e importanza modeste: sopravvisse sino al 1656 quando fu soppressa da papa Alessandro VII.
L'esperienza canonicale del G. non fu lunga: il 6 ott. 1426 risulta rientrato nell'Ordine, perché in quella data il generale gli concesse alcune grazie speciali; in quel periodo ebbe l'incarico di esaminare le costituzioni dei gesuati, che riconobbe sane e conformi alla Scrittura, come mostra una sua nota in un codice Marciano (per la cui segnatura v. Perini, II, p. 13). Poco meno di tre anni dopo, l'8 giugno 1429, Martino V nominò il G. vescovo di Nocera dei Pagani, diocesi che resse per quattro anni, sino alla morte avvenuta il 6 (secondo altri il 16) luglio 1433 a Spoleto, ove fu sepolto nella chiesa agostiniana di S. Nicolò (l'epitaffio ibid., p. 13).
Sappiamo che il G., teologo e predicatore di fama, scrisse contro i fraticelli e compose inoltre sermoni sui Vangeli per le ferie e le domeniche di quaresima e altre ricorrenze religiose. Appunto come predicatore egli è noto per essersi opposto a Bernardino da Siena e alla sua propagazione della devozione al nome di Gesù, rimproverandogli soprattutto (probabilmente, secondo Longpré, dopo la predicazione bernardiniana tenutasi a Siena dal 20 aprile al 7 giugno 1425) di non aggiungere la parola "Christus" al nome di Gesù. Alle tesi del G. Bernardino replicò nel corso della trentacinquesima predica tenuta in piazza del Campo a Siena il 21 sett. 1427 (ciò fa pensare che oggetto delle critiche del G. sia stato il ciclo di prediche tenuto da Bernardino in quell'anno), smussando i contrasti e assumendo un atteggiamento conciliante. Secondo la testimonianza dell'agostiniano A. Biglia (pp. 341 s.) il G. chiese un incontro a Bernardino per confrontare le differenti vedute che, stando al racconto di E.S. Piccolomini, dovevano riguardare anche altri punti; il confronto fu però ricusato da Bernardino (il quale invece afferma, sempre nella predica del 21 settembre, di essere stato lui a chiedere un confronto con il G.). Proprio alla competizione soccombente con Bernardino il Piccolomini ascrive l'oscuramento della fama del G., le cui opere non vennero mai date alle stampe; solo per un sermone in volgare, sul Vangelo della quarta domenica di quaresima, sappiamo che si trovava come cod. 16, fra i manoscritti del convento veneziano di S. Michele (cfr. G.B. Mittarelli, Bibliotheca codicum manuscriptorum S. Micahelis Venetiarum…, Venetiis 1779, coll. 125 s., 416 s.; ma cfr. anche P.O. Kristeller, Iter Italicum, VI, p. 328 b). Ambrogio Massari da Cori lo ricorda fra i "viri docti et sapientes" dell'Ordine.
Fonti e Bibl.: I. Zeno, Vita Caroli Zeni patritii Veneti clarissimi…, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., XIX, Mediolani 1731, col. 364; Ambrosius de Cora, Defensorium Ordinis Heremitarum Sancti Augustini…, Romae [circa 1481: Hain 5684], f. [111]; Ordo et forma morum quos et per consuetudinem observat Congregatio pauperum qui vulgariter Iesuati nuncupantur, in E. Baluze, Miscellanea novo ordine digesta…, a cura di G.D. Mansi, IV, Lucae 1764, pp. 571-582; Le prediche volgari di s. Bernardino da Siena dette nella piazza del Campo l'anno 1427…, a cura di L. Banchi, III, Siena 1888, pp. 155-157; A. Biglia, Liber de institutis, discipulis et doctrina fratris Bernardini Ordinis minorum, in B. de Gaiffier, Le mémoire d'André Biglia sur la prédication de st Bernardin de Sienne, in Analecta bollandiana, LIII (1935), pp. 341 s.; E.S. Piccolomini, De viris illustribus, a cura di A. Van Eck, Città del Vaticano 1991, p. 41; J. Trithemius, De scriptoribus ecclesiasticis…, Coloniae 1546, p. 294; I. Pamphilus, Chronica Ordinis fratrum eremitarum S. Augustini…, Romae 1581, cc. 75v, 76r; A. Possevino, Apparatus sacer…, I, Venetiis 1606, pp. 522, 524; Th. Gratien, Anastasis augustiniana in qua scriptores Ordinis eremitarum S. Augustini […] digesti sunt, Antverpiae 1613, pp. 73 s.; N. Crusenius, Monasticon Augustinianum…, Monachii 1623, p. 167; G. Pennotti, Generalis totius Ordinis clericorum canonicorum historia tripartita…, Romae 1624, pp. 482 s., 543; Th. de Herrera, Alphabetum Augustinianum…, Matriti 1644, p. 296; H. Marracci, Bibliotheca mariana alphabetico ordine digesta et in duas partes divisa…, Romae 1648, p. 459; Ph. Elssius, Encomiasticum Augustinianum…, Bruxellis 1654, pp. 221 s.; L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae sive De scriptoribus provinciae Umbriae…, I, Fulginiae 1658, pp. 122 s.; L. Torelli, Secoli agostiniani…., VI, Bologna 1680, pp. 493, 523 s., 540 s., 548, 554 s., 574 s., 592, 640 s.; D.A. Gandolfi, Dissertatio historica de ducentis celeberrimis augustinianis scriptoribus…, Romae 1704, pp. 124-126; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra…, VII, Venetiis 1721, coll. 526 s.; F. Corner, Ecclesiae Venetae antiquis monumentis…, IX, Venetiis 1749, pp. 246-248, 300 s., 308; I.A. Fabricius, Bibliotheca Latina…, III, Patavii 1754, pp. 2 s.; I.F. Ossinger, Bibliotheca augustiniana…, Ingolstadii-Augustae Vindelicorum 1768, pp. 384 s., 989; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, II, Milano 1833, p. 604; S. Mazzetti, Memorie storiche sopra l'Università e l'Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1840, p. 300; G. Lanteri, Postrema saecula sex religionis augustinianae…, I, Tolentini 1858, pp. 277-280 (erroneamente nello stampato: pp. 275-278); Id., Eremi Sacrae Augustinianae pars prima in qua agitur de omnibus augustinianis episcopis Italis deque exteris qui intra Italiam episcopatum gesserunt…, Romae 1874, p. 125; G. Orlando, Storia di Nocera de' Pagani, III, Napoli 1887, pp. 455 s.; A.G.F. Howell, S. Bernardino of Siena, London 1913, pp. 168, 280; D.A. Perini, Bibliographia augustiniana, II, Firenze 1931, pp. 12 s.; III, ibid. 1935, pp. 208 s.; F. Ehrle, I più antichi statuti della facoltà teologica dell'Università di Bologna. Contributo alla storia della scolastica medievale, Bologna 1932, p. 108; E. Longpré, St Bernardin de Sienne et le nom de Jésus, in Archivum franciscanum historicum, XXVIII (1935), p. 453; S. López, Notitiae circa observantiam in genere contentae in Regestis Ordinis, in Analecta augustiniana, XIX (1943), pp. 169-179; M. Bertagna, Gli aspetti sacri di Siena nelle "Prediche volgari" di s. Bernardino, in Atti del Simposio internazionale cateriniano-bernardiniano, Siena… 1980, a cura di D. Maffei - P. Nardi, Siena 1982, p. 368; K. Walsh, Pastoral involvment, rural seclusion and the search for an observant identity: the Reform Congregation of Monte Ortone, in Analecta augustiniana, LII (1989), pp. 263-270, 272 n. 51, 296; U. Chevalier, Répertoire des sources historiques du Moyen-Âge. Bio-bibliographie, I, col. 1657; H. Hurter, Nomenclator literarius…, II, col. 817; C. Eubel, Hierarchia catholica…, I, Monasterii 1913, p. 314; II, ibid. 1914, p. 181; Dict. de théol. catholique…, VI, col. 1163; Dict. de spiritualité…, VI, col. 5; Diz. degli istituti di perfezione…, II, coll. 151-154; IV, coll. 1033 s.; Dict. d'hist. et de géogr. ecclés., XIX, coll. 1300 s.