MANTHONÈ, Gabriele
Generale e patriota, nato a Pescara il 23 ottobre 1764 dȧ nobile famiglia di soldati, originaria dalla Savoia. Uscito a vent'anni dall'Accademia militare, fu dall'89 sino alla vigilia della guerra del 1798, sopraintendente alla fabbrica d'armi di Torre Annunziata. Certa è da ritenere la sua adesione al dilagante giacobinismo, se nella campagna del 1798 contro i Francesi egli, ufficiale di Stato Maggiore, soppresse, cooperando così direttamente alla grave disfatta dell'esercito napoletano, l'ordine, inviato dal generale in capo C. Mack al generale R. Damas, di ripiegare col suo corpo su Roma.
Chiamato dal gen. J.-É. Championnet fra i 25 membri del governo provvisorio, tenne di fronte agl'invasori e al direttorio francese un contegno dignitoso d'indipendenza; nel nuovo governo costituito dal commissario del direttorio A.-J. Abnal fu per due soli giorni membro della commissione legislativa, poi ministro della Guerra, Marina e Affari esteri, finalmente generale in capo dell'esercito repubblicano. La sua opera militare fu severamente giudicata; certo egli s'illuse sulla capacità di resistenza della repubblica, ma fu soldato valoroso e difese la repubblica fino all'ultimo tentando di aprirsi un varco con le armi attraverso le provincie insorte. Rotta la capitolazione per opera di O. Nelson, il M. fu il 28 giugno 1799, coi capi del governo, tradotto sulla nave ammiraglia inglese, poi il 3 agosto rinchiuso nelle fosse del Castelnuovo. Dinnanzi alla Giunta di stato tenne contegno fermissimo, limitando la sua difesa al diritto che gli veniva dalla capitolazione iniquamente violata. Fu impiccato il 24 settembre 1799.
Bibl.: F. Di Giovanni, G. M. e la repubblica partenopea, Chieti 1899; F. Masci, G. M., Casalbordino 1900; G. Morgigni, G. M., Napoli 1901.