Salvatores, Gabriele
Regista cinematografico e teatrale, nato a Napoli il 20 luglio 1950. Dopo essersi trasferito a Milano in giovanissima età, si è diplomato all'Accademia del Piccolo Teatro. Nel 1972 è stato tra i fondatori del Teatro dell'Elfo, per il quale ha scritto e diretto opere in cui ha tentato nuove sperimentazioni stilistiche fondendo i linguaggi del teatro, del musical e del cinema. Nel 1991 con Mediterraneo ha ottenuto l'Oscar per il migliore film straniero.
Dopo aver collaborato con la RAI come sceneggiatore e regista, nel 1983 ha esordito dietro la macchina da presa con Sogno di una notte d'estate, riduzione rock del dramma shakespeariano, cui ha fatto seguito Kamikazen - Ultima notte a Milano (1987). Con Marrakech express (1989) S. inaugura una sorta di trilogia che comprende i successivi Turné (1989) e Mediterraneo (1991), con la quale traccia un ritratto, a tratti divertente e ironico a tratti malinconico e amaro, della generazione dei trenta-quarantenni, tentata dal fascino destabilizzante dell'imprevisto e perennemente in bilico tra il desiderio di una ribellione individuale e il rassicurante richiamo alla realizzazione professionale e familiare. Intorno a questo nucleo fondamentale il regista sviluppa i due temi guida dell'amicizia virile e del viaggio come fuga. Per il più complesso Mediterraneo, S. sceglie inoltre una metaforica ambientazione spazio-temporale (un'isola della Grecia durante la Seconda guerra mondiale), costruendo un'opera significativamente dedicata a "tutti quelli che stanno scappando", alle disillusioni dell'impegno e dell'utopia, in cui le individuali pulsioni di ribellione vengono portate a uno stadio limite e poi congelate in un finale in cui l'amarezza prende il sopravvento. Puerto escondido (1992) è un'ulteriore fuga dallo spazio borghese (Milano) e dal tempo (l'utopistica e artificiale ricostruzione delle coordinate emozionali degli anni Settanta) che mette a confronto simboli e modi di vita occidentali con un Messico inteso come solare luogo mitico. Nel 1993 ha diretto Sud, in cui la consueta narrazione lineare del regista diventa volutamente frammentata; lo stile dell'opera è simile a quello di un videoclip e i contenuti sono scanditi dalla colonna sonora degli Assalti frontali e dei 99 Posse. Con Nirvana (1997) S. abbandona il ritratto generazionale per un progetto più ambizioso ispirato al cinema cyber punk, nel quale inserisce comunque alcuni temi del suo particolare universo narrativo (gli anni Settanta, il viaggio, l'amicizia).
bibliografia
Gabriele Salvatores, a cura di F. Merkel, Roma 1990.
Conversazione con Gabriele Salvatores e sceneggiatura del film "Sud", a cura di D. Grazioli, Roma 1993.
Nirvana. Sulle tracce del cinema di Gabriele Salvatores, a cura di G. Canova, Milano 1996.
R. Grassi, Territori di fuga. Il cinema di Gabriele Salvatores, Alessandria 1997.