Gabriele (Gabriello)
Nome di angelo (l'appellativo ‛ arcangelo ' [" archangelus "] nella Bibbia [Iuda Epist. 9] direttamente è applicato solo a Michele); ricorre nell'Antico (Dan. 8, 16; 9, 21) e nel Nuovo Testamento (Luc. 1, 19 e 26) e ancora più spesso in scritti apocrifi. G. (in ebraico Gabri'ēl, " uomo di Dio ", ma dagli antichi interpretato " forza di Dio ") figura come messaggero divino che spiega una visione (nel libro di Daniele) oppure si reca a rivelare un segreto o un ordine di Dio (a Zaccaria e a Maria).
D. ricorda in modo particolare la missione a Maria di Nazareth (Pg X 34, Pd IX 137 ss., XIV 36, XXXII 94 ss.). In tale occasione G. fu il grande legato... da parte del Sanator celestiale (Cv II V 4). Questo legame fra Maria e G. spinge D. a riunire i due personaggi nel Paradiso. Nell'ottavo cielo il poeta assiste all'incoronazione di Maria: la corona è formata da G., che assume le sembianze di una facella, / formata in cerchio a guisa di corona (Pd XXIII 94 ss.). Quindi, definendosi amore angelico, invita con somma cortesia Maria a ritornare nell'Empireo (vv. 103 ss.). In tale cielo (XXXII 46-114) il poeta contempla ancora l'arcangelo che stende le sue ali dinanzi a lei, guardandola ne li occhi... / innamorato sì che par di foco; s. Bernardo, riferendosi sempre al privilegio dell'Annunciazione, gli spiega che baldezza e leggiadria / quant'esser puote in angelo e in alma, / tutta è in lui.
Per confutare l'opinione platonica, che riconnetteva le singole anime con i vari cieli, dai quali avrebbero desunto le loro qualità morali e intellettuali prima d'incarnarsi (D). con ogni probabilità la conobbe attraverso l'esposizione agostiniana in Civ. XIII 19), Beatrice afferma che l'unica sede dei beati si trova nel cielo empireo, anche se essi si mostrano al poeta in cieli diversi per far comprendere i loro differenti gradi di beatitudine. Si tratta - ella continua - di una condiscendenza divina, che si adatta alla debolezza umana, come fa la Scrittura con il suo ricorso agli antropomorfismi quando parla di Dio, oppure la Chiesa che rappresenta con aspetto umano / Gabrïel e Michel... / e l'altro che Tobia rifece sano (Pd IV 46-48).