SIMEONI, Gabriello
Poligrafo, nato a Firenze il 25 luglio 1509, fu dei molti che trovarono, o almeno cercarono, la loro fortuna presso la corte di Francesco I aperta alla cultura italiana. Recatosi in Francia nel 1528, nel 1538 tornava in patria, ma non soddisfatto dell'ufficio concessogli da Cosimo I, se ne partì (1542) vagando per l'Italia; fu a Roma, a Venezia e, col vescovo di Clermont, al Concilio di Trento. Nel 1547 "accennato da Madama la Delfina", tornò in Francia, e di qui a Torino; poi di nuovo nell'Alvernia, e a Lione, dove lavorò per l'editore Roville. Negli ultimi anni dimorò a Torino, dove sembra si sia spento dopo il 1572.
Alla poesia italiana diede nove "satire alla berniesca" (Torino 1549) e i Concetti villaneschi d'Ameto pastore, oltre le Rime contenute nel primo libro del Campo dei primi studi (Venezia 1546). Più notevole la sua posizione nel campo dell'erudizione antiquaria che, comune in Italia, era allora inconsueta in Francia; sicché il suo scritto (Dialogo pio e speculativo, Lione 1560) sull'identificazione della gallica Gergovia invano assalita da Cesare, fu oggetto di discussione fino ai nostri giorni.
Bibl.: F. Flamini, Le lettere italiane alla corte di Francesco I, in Studi di storia lett. ital. e straniera, Livorno 1895, pp. 299-316, ivi l'elenco delle sue opericciuole; P. De Nolhac, G. S. et le site de Gergovia, in Mélanges... Hauvette, Parigi 1934, p. 276 segg.