MEO, GADDO e CEO
Orafi pisani attivi nella prima metà del Trecento.I nomi di M., Gaddo e Ceo compaiono, insieme con quello di Andrea, sul piede della croce-reliquiario conservata nel duomo di Massa Marittima (prov. Grosseto). I primi tre autori sono stati riconosciuti con Meo di Tale, Gaddo di Giovanni da Cascina e Francesco di Colo, mentre per il quarto è stata proposta l'identificazione con Andrea Pisano. Le differenze materiche e tecniche fra la stauroteca e il sostegno - d'argento e coperta di smalti traslucidi la prima, di rame dorato sbalzato e cesellato il secondo - hanno sollevato il problema del rapporto fra la scritta presente sul piede e la croce, ma l'alta qualità del crocifisso - che la critica più recente ha confermato di Andrea (Calderoni Masetti, 1978; Ratti, 1983; Kreytenberg, 1984) - sostiene l'attendibilità della proposta pisana e una esecuzione del pezzo intorno agli anni trenta del Trecento. Di avviso diverso è Santi (1982), che riconduce l'opera ad ambito senese fra il 1310 e il 1320, sulla base della presenza di smalti risparmiati, di tipologie decorative verificabili in opere di questa cultura, di riferimenti ducceschi nella struttura compositiva dei personaggi, escludendo quindi un rapporto fra la croce e il piede.Dei tre artefici, M. risulta già morto nel 1349; coetaneo doveva essere Ceo, il cui padre, anch'egli orafo, era impegnato nel 1313 per la cattedrale di Pisa (Barsotti, 1959). Più documentato è Gaddo, anziano del popolo nel 1339, deceduto evidentemente nel 1349, se il 19 novembre di quell'anno il figlio, anche per conto degli eredi di M., restituiva all'Opera del duomo una cospicua quantità di argento, che era stata consegnata a Gaddo, a Meo di Tale e a Francesco di Colo il 7 maggio 1346, perché in società eseguissero una cintola monumentale (Tanfani Centofanti, 1897). A questa data era dunque ancora attiva la collaborazione dei tre artisti attestata nel piede della croce di Massa Marittima.
Bibl.: L. Tanfani Centofanti, Notizie di artisti tratte dai documenti pisani, Pisa 1897, pp. 106, 210-212; L. Petrocchi, Massa Marittima. Arte e storia, Firenze 1900, pp. 56-57; Toesca, Trecento, 1951, p. 900; R. Barsotti, Gli antichi inventari della cattedrale di Pisa, Pisa 1959, pp. 9, 26, 31; E. Lombardi, Massa Marittima, Parma [1960], pp. 80-81; E. Carli, L'arte a Massa Marittima, Siena 1976, pp. 47-48; A.R. Calderoni Masetti, Il reliquiario della croce nel duomo di Massa Marittima, MKIF 22, 1978, pp. 1-26; L. Dolcini, Arte pisana del sec. XIV. Croce reliquiario, in Mostra di opere d'arte restaurate nelle province di Siena e Grosseto. II, cat. (Siena 1981), Genova 1981, pp. 38-41 nr. 8; B. Santi, Orafo senese 1310-20. Croce reliquiario, in Il Gotico a Siena: miniature, pitture, oreficerie, oggetti d'arte, cat. (Siena 1982), Firenze 1982, pp. 109-113 nr. 32; M. Ratti, Andrea, Meo, Gaddo e Ceo da Pisa (III-IV decennio del XIV secolo). Reliquiario della croce, in M. Burresi, Andrea, Nino e Tommaso scultori pisani, Milano 1983, pp. 171-172 nr. 1; G. Kreytenberg, Andrea Pisano und die toskanische Skulptur des 14. Jahrhunderts, München 1984.A.R. Calderoni Masetti