PICON, Gaétan
Critico e saggista francese, nato a Bordeaux il 18 settembre 1915, morto a Parigi il 15 agosto 1976. Dopo avere studiato filosofia all'università, si dedicò all'insegnamento, prima nei licei francesi, quindi all'estero (fu anche in Italia, a Firenze, 1954-55); dal 1966 passò alla direzione dell'École pratique des hautes-études.
Può essere considerato uno dei precursori e dei maggiori esponenti della nouvelle critique francese. Opponendosi al "lansonismo", inteso come ricostruzione biografica dell'opera letteraria, percepisce e teorizza la critica come penetrazione nella struttura particolare di un testo, quale autonoma organizzazione di parole, della Parola, che per quanto sia "assenza" della cosa, e quindi la ricorda, crea un nuovo ordine di relazioni fra esperienza e linguaggio (Introduction à une esthétique de la littérature. L'écrivain et son ombre, 1953). Importante è anche il suo concetto di "lettura", incontro di due realtà viventi (l'opera - il lettore), come momento di verità, parziale, precario, ma l'unico che comporti una riflessione estetica che nasca da un'esperienza, che sia provocazione e ascolto (L'usage de la lecture, 3 voll., 1960-63, con saggi su Balzac e Proust). Fra le altre sue opere sono da ricordare Malraux par lui-même (1953), Balzac par lui-même (1956), Panorama des idées contemporaines (1957), Les lignes de la main (1969), Admirable tremblement du temps (1971), oltre a un Panorama de la nouvelle littérature française (1949; nuova ediz. aggiornata 1976).
Bibl.: G. Piroué, Interview à une voix, in Mercure de France, 1962; L. E. Laurent, Picon, in La Revue nouvelle, n. 50, 1969; G. Poulet, Rousset et Picon, in La conscience critique, Parigi 1971.