BARBARESCHI, Gaetano
Nacque a Genova il 21 ag. 1889 da Stefano e Clara Bonardo. Di estrazione operaia, frequentò le scuole elementari, e si impiegò giovanissimo prima in un'officina meccanica, poi nell'Unione genovese dei tram (deposito di Rivarolo) come tornitore. Militante dell'organizzazione sindacale, fu segretario regionale e poi nazionale (1913) della categoria dei ferrovieri, battendosi con successo per ottenere, in una situazione di particolare tensione sociale, il primo contratto nazionale di lavoro con tabelle organiche del personale. Nel 1914 fu tra i promotori in Liguria delle iniziative per lo sciopero generale.
Sottufficiale d'aviazione (capo motorista) nel primo conflitto mondiale, riprese l'attività politica e sindacale nel dopoguerra. Nel 1919 si iscrisse al Partito socialista italiano e nel marzo 1920 divenne segretario della Camera del lavoro di Sampierdarena e responsabile del suo organo settimanale La Propaganda, nel periodo in cui il PSI con la creazione delle Camere di Sampierdarena e Voltri, destinate anche a ridimensionare l'importanza di quella di Genova, tentava, dietro una pronunciata spinta operaia, di riconquistare il movimento camerale ancora in mano a dirigenti riformisti espulsi dal partito nel 1912 (quali L. Calda, F. Ancilotti, F. Barbieri).
Su posizioni riformiste (aveva interpretato al loro nascere i consigli di fabbrica quali organismi sussidiari del sindacato), nel marzo 1922, in seguito alla crisi della società armatoriale Ansaldo, promosse un'iniziativa volta alla gestione dell'azienda da parte della cooperativa dei lavoratori in collaborazione con i comuni ad amministrazione socialista della cintura genovese. L'iniziativa, che si inseriva nel progetto giolittiano e riformista di integrazione operaia, non ebbe esito. In questi anni collaborò diffusamente alla stampa socialista con articoli che comparvero sull'Avanti!, La Riscossa, Il Lavoro, Bandiera rossa.
Nell'agosto 1922 partecipò alla difesa della Camera del lavoro di Sampierdarena assalita dai fascisti e da questi poi espugnata con l'aiuto della polizia. Abbandonò il PSI con la scissione del congresso di Roma (ottobre 1922) e aderì al Partito socialista unitario, del quale costituì la sezione di Sampierdarena. Abbandonò altresì la segreteria della Camera del lavoro nella quale la posizione massimalista era rimasta maggioritaria.
Nel luglio 1924 partecipò all'organizzazione della protesta per l'assassinio di Matteotti. Nel dicembre 1926 gli furono comminati due anni di ammonizione e fu licenziato dal posto di caposquadra del deposito tramviario di Sampierdarena. Dedicatosi a una modesta attività commerciale, mantenne vivi i rapporti con i socialisti liguri, pur senza svolgere negli anni Trenta una diretta milizia politica.
Tra i militanti socialisti che dal luglio 1943 presero a ritessere le fila del partito nella lotta di Resistenza (fu membro della giunta regionale esecutiva del PSI e del comitato sindacale del Comitato di liberazione nazionale), durante l'occupazione tedesca fu arrestato e rinchiuso nelle carceri di Genova. Dopo la Liberazione assunse la direzione del quotidiano genovese IlLavoro nuovo, direzione che lasciò nel luglio 1945 dopo che entrò nel governo Parri (21 giugno-10 dic. 1945) quale ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, dicastero che gli fu confermato nel primo gabinetto De Gasperi (10 dic. 1945-13 luglio 1946). Fu consultore nazionale e deputato alla Costituente.
Come ministro del Lavoro, organizzò quel dicastero "dal nulla, affrontando i primi e gravosi compiti della ricostruzione. Risalgono a quell'epoca i primi provvedimenti a favore dei pensionati, per la cui causa svolse successivamente notevole attività. Preparò i provvedimenti noti sotto il nome di "integrazione salariale" e cooperò assiduamente alla conclusione di numerose e importanti vertenze salariali dell'epoca. Il suo interessamento per le sorti della sua città, devastata dalla guerra, si indirizzò specialmente verso le aziende IRI e il porto, del quale aveva ben presente la insostituibile funzione nella economia. cittadina e nazionale" (Il Lavoro nuovo, 6 ott. 1963).
Avverso alla scissione socialdemocratica di palazzo Barberini (gennaio 1947), il B. fu segretario della federazione genovese del PSI dal 1947 al 1961 e sostenitore della riunificazione socialista. Eletto al Senato per le prime quattro legislature della Repubblica, fu vicepresidente della commissione Lavoro e Previdenza sociale e presidente del gruppo socialista al Senato.
Nella sua città fu tra i dirigenti politici più benvoluti, anche per il generale riconoscimento delle qualità di equilibrio e rettitudine. Fu consigliere comunale dalla ricostituzione del Consiglio all'aprile 1962, allorché si dimise per la grande quantità degli incarichi.
Il B. morì a Genova il 5 ott. 1963.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Casellario politico centrale, b. 317, ad nomen; Atti parlamentari, Consulta nazionale, Assemblea costituente, Senato della Repubblica, legislature I-IV, ad Indices; F. Gandolfi, A Genova non si passa, Milano 1960, pp. 43, 97-102, 134; G. Bianco, Le origini del fascismo a Sestri Ponente (1921-1922), in Movimento operaio e socialista in Liguria, VIII (1962), pp. 197, 200; G. Perillo, I comunisti e la lotta di classe in Liguria negli anni 1921-1922, ibid., IX (1963), pp. 206, 216; Il Lavoro nuovo (Genova), 7 ott. 1963 (contiene, tra l'altro, un editoriale di S. Pertini e il discorso funebre di P. Nenni); G. Bianco-G. Perillo, I partiti operai in Liguria nel primo dopoguerra, Genova 1965, ad Indicem; A. Miroglio, Venti mesi contro venti anni (Quando la ribellione è un dovere), Genova 1968, ad Indicem; C. Brizzolari, Un archivio della Resistenza in Liguria, Genova 1974, ad Indicem; C. Penco, Note sull'attività del partito socialista, in Contributo per una storia dei partiti nella Resistenza in Liguria, Genova 1975, pp. 279, 285, 287; G. Perillo, in Il movimento operaio italiano. Diz. biograf., I, Roma 1975, ad vocem; Id. C. Gibelli, Storia della Camera del lavoro di Genova. Dalle origini alla seconda guerra mondiale, Roma 1980, pp. 291, 325, 345; P. Avati-R. Rugafiori, Storia della Camera del lavoro di Genova. Dalla Resistenza al luglio '60, Roma 1981, pp. 12, 29; Resistenza e ricostruzione in Liguria. Verbali del CLN ligure 1944-1946, Milano 1981, ad Indicem; P. Nenni, Tempo di guerra fredda. Diari 1943-1956, Milano 1981, ad Indicem; Id., Gli anni del centro sinistra. Diari 1954-1966, Milano 1982, ad Indicem; F. Pedone, Novant'anni di pensiero e azione socialista attraverso i congressi del PSI, III-IV, Venezia 1983-1984, ad Indicem (nel V vol.).