BONELLI, Gaetano
Nacque a Milano nell'anno 1815. Terminati gli studi scientifici, cui attese nella città natale, entrò nella direzione generale del censo, dove la sua opera gli valse vari ed importanti incarichi. Successivamente si trasferì da Milano a Torino, dove continuò il suo lavoro nel censo e si adoperò assiduamente anche per aiutare molti concittadini che nel 1848 erano emigrati a Torino.
A Torino il B. impartì numerose lezioni private sul telegrafo di Morse, di recente invenzione; in tal modo egli formò e istruì numerosi allievi, appassionandoli allo studio scientifico e rendendoli esperti e capaci: alcuni di essi occuparono posti direttivi nell'amministrazione telegrafica in Italia.
Nel 1853 il B. venne nominato direttore capo e generale dei telegrafi elettrici dello Stato a Torino.
Fra le sue invenzioni ebbe subito ampia risonanza l'applicazione che egli fece dell'elettricità al telaio secondo il sistema di Jacquard. L'invenzione del B., per la quale questi aveva inoltrato domanda di privilegio in data 4 dicembre 1853, consisteva essenzialmente nell'applicazione dell'elettricità come forza regolatrice ai telai di stoffe operate, con l'intento di semplificare il meccanismo Jacquard: si sostituiva, nel telaio tradizionale, ai cartoni forati una foglia di rame bucato secondo le stesse regole usate per i cartoni, ed in un'azione mutua intercorrente tra le azioni ponderomotrici dovute all'elettricità e l'azione di richiamo dovuta ad elastici. L'annuncio di tale scoperta suscitò immediatamente l'interesse del mondo industriale ed ebbero luogo numerose dissertazioni e dibattiti. L'invenzione, però, non ebbe applicazioni industriali.
Successivamente il B. ideò il cosiddetto telegrafo avvisatore, altrimenti detto "delle locomotive", per la cui fabbricazione inoltrò domanda di privilegio in data 18 febbr. 1855 e di cui presentò nel 1856 i primi saggi. Grazie a tale invenzione, i treni viaggianti erano in continuo contatto con la stazione. La prima prova fu fatta tra un treno partito da Torino e diretto a Moncalieri e la stazione di partenza.
Di uguale importanza è l'ideazione e costruzione che il B. fece del tipotelegrafo. Tale strumento, originariamente a cinque fili, venne dal B. congegnato in modo da poter trasmettere elettricamente gli stampati e gli autografi con la celerità telegrafica, portando in tal modo a compimento quella che non era stata che una bella aspirazione per l'inglese Humphry Davy. A tale invenzione il B. dedicò gli ultimi anni della sua vita, giungendo perfino a rinunciare all'incarico di direttore dei telegrafi elettrici. Poté così recarsi in Inghilterra, dove, dopo una certa indifferenza iniziale, si accordò con numerosi capitalisti, formando con questi la società Bonelli's electric telegraphCompany. Dopo aver a lungo combattuto contro le altre compagnie telegrafiche, il B. riuscì, alla fine, ad ottenere dal Parlamento un bill di approvazione di questa società e, superate alcune difficoltà amministrative, applicò la tipotelegrafia fra Manchester e Liverpool. In seguito si rese necessaria la trasformazione della macchina a cinque fili in una che riuscisse a ftinzionare mediante un solo filo ed il B. riuscì nell'intento aiutato dalla valida cooperazione dell'amico Hipp di Neuchâtel. Riuscì così a raggiungere con il tipotelegrafo la velocità di 100 dispacci di 20 parole all'ora e ad impiegare con buon successo i congegni ideati anche come autotelegrafi. Notizie e disegni illustrativi del tipotelegrafo vennero dall'autore minutamente descritti in una lettera inviata al Museo di fisica e storia naturale in Firenze il 9 marzo 1867, lettera che verrà poi stampata nel fascicolo IV della Scienza del popolo, edito a Firenze in quello stesso anno.Il B. morì a Torino il 20 sett. 1867, mentre ancora si dedicava a perfezionare le sue invenzioni e ad apportare ulteriori validi contributi alla scienza. I risultati dei suoi studi si trovano in numerosi appunti e schizzi inediti.
Tra i suoi scritti principali ricordiamo: Telegraphe deslocomotives, Turin 1855; Il tipo-telegrafo, Firenze 1867.
Bibl.: L. Bulferetti, Fonti per la storia della tecnica in Italia, in Rassegna storica del Risorgimento, L (1963), 2, p. 236 (pos. 115) e p. 242 (pos. 130); A. Ferrario, Invenzioni e inventori del XXsecolo, Milano 1938, pp. 402-403; Del telaio Bonelli e dei nuoviperfezionamenti che ricevette in questi ultimi tempidal suoinventore, in Il Tecnico, (Torino), II (1858), 2, pp. 421-425; B. G., Risposta ai due libelli 20 dic. 1851e 10 genn. 1852del sig. ing.G. Luvini..., Torino 1852; E. M. Oettinger, Moniteur des Dates, Supplement, Leipzig 1873, p. 28.