BUGATI, Gaetano
Nato a Milano il 14 ag. 1745 in una ragguardevole famiglia (il padre era stato cancelliere del Senato), studiò nelle scuole dei barnabiti di S. Alessandro. Qui si segnalò, quando ancora frequentava le scuole di retorica, pubblicando un opuscolo anonimo in difesa del suo maestro Paolo Onofrio Branda, impegnato nella nota polemica linguistica con il Parini (Al novello giudice delle presenti controversie uno scolaro del rev. padre don Paolo Onofrio Branda, Milano 1760). Avviato agli studi di diritto canonico, il B. si dedicò poi con passione all'analisi matematica, divenendo assiduo discepolo di P. Frisi e R. Boscovich e amico di P. Cossali. Ordinato sacerdote, alla fine del 1773 fu aggregato al collegio dei dottori della Biblioteca Ambrosiana. Questa circostanza lo portò ad occuparsi di un nuovo settore di studi: in quegli anni, infatti, si andavano facendo scavi nella basilica milanese dedicata al martire Celso e fu dato proprio al B. l'incarico di divulgare i risultati delle ricerche effettuate. Dopo sette anni di faticosa preparazione videro così la luce le Memorie storico-critiche intorno le reliquie ed il culto di s. Celso martire con un'appendice nella quale si spiega un dittico d'avorio della chiesa metropolitana di Milano (Milano 1782), una vera miniera di notizie sulla storia religiosa di Milano.
In seguito a questa buona prova il viceprefetto dell'Ambrosiana G. B. Branca, valente ebraista, lo spinse ad occuparsi dei codici biblici siriaci. A tale scopo il B. accolse l'invito del card. V. Borromeo per un soggiorno romano negli anni 1784-85 onde imparare le lingue orientali. Tornato a Milano, cominciò a lavorare sul celebre codice siro-esaplare dell'Ambrosiana (C. 313. Inf.).
Si tratta di un manoscritto proveniente dal monastero di Sceti in Egitto e risalente probabilmente al secolo VIII, che riporta la versione siriaca (opera del vescovo Paolo di Tella tra il 615e il 617)della recensione di Origene al testo greco biblico dei Settanta, inserito nelle Esaple. Da questo codice il B. pubblicò dapprima il testo siriaco del Daniele con una versione latina (Daniel secundum editionem LXX interpretum ex tetraplis desumptam. Ex codice syro-estranghelo bibliothecae Ambrosianae syriace edidit,latine vertit,praefatione notisque criticis illustravit Caietanus Bugatus..., Mediolani 1788). L'opera correggeva anche parecchi errori in cui era incorso lo svedese Mattia Norberg, che aveva frettolosamente edito alcune parti del manoscritto. In seguito il B. preparò l'edizione siriaca del libro dei Salmi, che vide la luce postuma nel 1820a cura di P. Cighera (Psalmi secundum editionem LXX interpretum…, Mediolani 1820). Caratteristica positiva di tali edizioni è l'estrema fedeltà al testo siriaco, come hanno notato A. M. Ceriani e G. Furlani.
Durante il soggiorno a Roma, nel circolo del card. Borromeo, il B. entrò in contatto con gli uomini di punta del gruppo antigiansenista romano e aderì alle loro idee, come dimostrò nell'opuscolo anonimo Notizie storiche intorno la persona,ed il libro della frequente Comunione di Antonio Arnaldo..., s.n.t., pubblicato nel 1790 per combattere l'edizione italiana dell'opera di Arnauld curata da G. B. Tosi.
Dopo l'occupazione napoleonica il B. venne nominato il 2 dic. 1797 proprefetto dell'Ambrosiana, date le malferme condizioni di salute e la grave età del prefetto Branca. Ma per la sua avversione al governo repubblicano, egli fu oggetto di aspre critiche che coinvolgevano anche il sistema con cui era diretta la biblioteca specialmente per i troppi giorni nei quali rimaneva chiusa. Anzi, dopo la restaurazione della Repubblica cisalpina, il B. dovette lottare per mantenere l'indipendenza dell'istituzione contro il progetto del ministro degli Interni F. Pancaldi che prevedeva la nazionalizzazione dell'Ambrosiana. Dotato di notevoli rendite, il B. generosamente donò numerose pubblicazioni alla biblioteca e nel 1810, quando l'orientalista parmigiano Bernardo De Rossi mise in vendita la sua preziosa raccolta di codici e cimeli, offrì di suo 4.000franchi perché l'Ambrosiana potesse acquistare i manoscritti: ma, nonostante i buoni uffici di Angelo Mai, già alunno di G. B. De Rossi e dal 16 dic. 1810 scrittore dell'Ambrosiana, i codici andarono poi alla Palatina di Parma.
Il B. morì a Milano il 20 apr. 1816.
Fonti e Bibl.: Brevi scritti inediti del B. di varia erudizione storica sono conservati nei manoscritti Ambrosiani G. 125 sussidio, ff. 155-166; P. 271, Sup., ff. 225-236; s. 117. Sup., ff. 265-279; H. 72. Inf., ff. 45-157. Lettere inedite del B. a Gaetano Marini sono nella Bibl. Apost. Vaticana, Vat. lat. 9044, ff. 286-323. Cenni biografici sono stati premessi da P. Cighera all'ediz. citata dei Psalmi..., Mediolani 1820, pp. 9-22; cfr. inoltre: V. Forcella, Iscriz. delle chiese... di Milano..., VI, Milano 1891, pp. 248 8.; G. Furlani, Antonio Maria Ceriani commemorato nel centenario della nascita, Milano 1929, pp. 69-87; G. Vittani, Un grave pericolo corso dall'Ambrosiana, in Scritti vari ded. a M. Armanni, Milano 1938, pp. 251-268; G. Rinaldi, Mons. A. Ceriani e gli studi semitistici a Milano, in Aevum, XXXI (1957), pp. 300 s.